Milano
7:03 pm, 30 Novembre 21 calendario

Via libera alla riforma sanitaria in Lombardia

Di: Redazione Metronews
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Via libera con 48 voti a favore e 26 contrari alla nuova riforma della sanità lombarda  approvata dall’aula del Consiglio regionale della Lombardia e modifica la legge n°33 del 2009.

La legge, entrata in aula il 10 novembre come progetto di legge n°187 “Modifiche al Testo unico delle leggi regionali di sanità”, è composta da 35 articoli. All’approvazione finale si è giunti dopo 16 giorni di lavori che hanno tenuto impegnata l’Aula per 116 ore: diverse le sedute notturne, per la prima volta negli oltre 50 anni di storia della Regione anche una seduta domenicale.

«Con l’approvazione di questa legge confermiamo il sacrosanto principio della libera e consapevole scelta dei cittadini nell’accesso alle strutture sanitarie e sociosanitarie -ha sottolineato il Presidente del Consiglio Alessandro Fermi-. Il percorso di diagnosi, cura e presa in carico può avvenire tra soggetti pubblici e privati che operano all’interno del sistema sociosanitario lombardo ed è accessibile a chiunque indipendentemente dalla rispettiva situazione sociale ed economica. Una presa in carico del singolo paziente -ha concluso Fermi- che, grazie alle declinazioni locali dei nuovi presidi sociosanitari territoriali, potrà avvenire in maniera più efficace ed efficiente».

Dure le critiche dei rappresentanti dei gruppi di minoranza che hanno rimarcato come, al netto delle contrarietà su molti punti della riforma, da parte della maggioranza non ci sia stata nessuna volontà seria di confrontarsi e di valutare le loro proposte, appiattendosi sul testo e le indicazioni della Giunta regionale.

I punti della riforma

L’articolo 1 stabilisce, per assicurare libertà di scelta al cittadino, «equivalenza e integrazione dell’offerta sanitaria e socio sanitaria delle strutture pubbliche e delle strutture private accreditate» e, “in un’ottica di trasparenza”, “parità di diritti e di doveri tra soggetti pubblici e privati che operano all’interno del Servizio Sanitario Locale”. Si precisa che l’accreditamento delle strutture sanitarie pubbliche e private (selezionate con procedura ad evidenza pubblica) si perfeziona con l’iscrizione nel registro regionale delle strutture accreditate.

Nasce il centro sulle malattie infettive

Stabilito un “forte impulso” alla ricerca (art. 2-3): si prevede la creazione di una “rete regionale della ricerca compresa quella biomedica” e si favorisce lo sviluppo di network scientifici.L’art. 4 si occupa del piano pandemico regionale, “declinazione del piano nazionale”, con durata quinquennale. Viene istituito (art. 15) il Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie infettive, ente di diritto pubblico con autonomia organizzativa, che si occuperà tra l’altro di ricerca e sviluppo di nuovi vaccini.

I distretti e le strutture territoriali

I distretti della ASST, che avranno al vertice un direttore, comprendono una popolazione non inferiore a 100 mila abitanti, salvo che nelle aree montane e nelle aree a scarsa densità abitativa dove si riferiranno ad ambiti di 20 mila abitanti. Loro compito sarà “valutare il bisogno locale, fare programmazione e realizzare l’integrazione dei professionisti sanitari (medici di medicina generale, pediatri, specialisti ambulatoriali, infermieri e assistenti sociali)”. Nel distretto, che sarà “una sede fisica facilmente riconoscibile e accessibile dai cittadini”, troveranno posto le strutture territoriali previste dal PNRR: gli Ospedali di Comunità, le Case della Comunità, la cui gestione può essere affidata ai medici di medicina generale anche riuniti in cooperativa, le Centrali Operative Territoriali.

Le Case della Comunità, dove opereranno team multidisciplinari, costituiranno il punto unico di accesso alle prestazioni sanitarie e saranno il punto di riferimento per i malati cronici. Le Centrali Operative Territoriali (una per ogni distretto) avranno la funzione di coordinare i servizi domiciliari con gli altri servizi sanitari e si avvarranno di tutte le attività di telemedicina e medicina digitale: televisita, teleconsulto, telemonitoraggio. L’Ospedale di Comunità sarà la struttura sanitaria della rete territoriale che si occuperà di ricoveri brevi e di pazienti con necessità di interventi sanitari a media/bassa intensità clinica. Di norma dotato di venti posti letto (fino ad un massimo di 40), avrà una gestione prevalentemente infermieristica.

Riforma anche per le farmacie

Viene istituita la nuova struttura territoriale destinata ai medici di medicina generale che decideranno di associarsi. Si tratta degli Ambulatori socio sanitari territoriali che avranno come compito prioritario la cura dei malati cronici. I medici, per i quali è prevista la tariffazione delle attività svolte, potranno avere a disposizione fondi per l’acquisto di apparecchiature per la diagnostica. Previste anche risorse per gli enti locali che metteranno a disposizione locali per questi ambulatori.

Le farmacie non vengono più considerate semplicemente luoghi di vendita e distribuzione dei farmaci ma connotate da nuovi compiti che ne fanno punti di una rete capillare al servizio del cittadino. Per esempio, relativamente alla campagna vaccinale oppure ad attività da erogare in accordo con medici, ATS e ASST. Le farmacie inoltre  contribuiscono alla realizzazione della presa in carico dei pazienti cronici.

I tempi della riforma

Il potenziamento della rete territoriale deve essere realizzato e portato a compimento entro tre anni dalla data di entrata in vigore della legge. Entro 90 giorni è prevista l’istituzione dei distretti con la nomina dei direttori e l’istituzione dei Dipartimenti di cure primarie e dei dipartimenti funzionali di prevenzione. Entro 6 mesi dall’istituzione dei distretti verranno realizzate le Centrali Operative Territoriali. Ospedali e Case di Comunità verranno realizzate per il 40% entro il 2022, per il 30% entro il 2023 e il restante 30% entro il 2024. Entro 6 mesi dall’approvazione della legge nascerà anche il Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie infettive.

Finanziata grazie al Pnrr

Per Regione Lombardia le previsioni del Piano Nazionale di Ripresa e di Resilienza consentono di prevedere 203 Case della Comunità, 60 Ospedali di Comunità e 101 Centrali Operative Territoriali con investimenti per oltre 300 milioni per le Case della Comunità, oltre 150 milioni per gli Ospedali di Comunità e 17,8 milioni per le Centrali Operative Territoriali. Altri 85 milioni di fondi regionali verranno destinati per il Centro per la prevenzione delle malattie infettive. Complessivamente incluse le risorse regionali al potenziamento della rete di offerta vengono destinati 1 miliardo e 350 milioni di fondi per l’edilizia sanitaria. Man mano che verranno realizzate le nuove strutture, i costi del personale a regime sono così stimati: 17 milioni 800 mila euro nel 2022; 28 milioni 700 mila euro nel 2023; 29 milioni 700 mila euro nel 2024. Viene istituito il Fondo regionale per la telemedicina (5 milioni).

 

30 Novembre 2021 ( modificato il 1 Dicembre 2021 | 17:06 )
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