Covid
5:08 pm, 29 Novembre 21 calendario

Variante Omicron, cosa dicono gli esperti

Di: Redazione Metronews
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Per contrastare la variante Omicron del Covid, gli Usa, anzichè introdurre restrizioni, chiederanno ai propri cittadini di vaccinarsi e di ricevere le dosi di richiamo: lo ha detto Anthony Fauci, l’immunologo e consigliere della Casa Bianca sul Covid, in una intervista al programma Good Morning America su Abc. Fauci ha aggiunto che gli scienziati sperano di capire entro un paio di settimane se gli attuali vaccini proteggono anche dalla nuova variante. Al momento, ha sottolineato, «non lo sappiamo». Alla domanda se ci saranno nuove restrizioni, Fauci ha risposto: «Non credo proprio». L’immunologo ha aggiunto che non c’è motivo di lasciarsi prendere dal panico, «ma la nostra preoccupazione deve spingerci a fare le cose che sappiamo che funzionano», come vaccinarsi.

Niente panico su Omicron

«I dati che arrivano dal Sudafrica sulla variante Omicron di Sars-CoV-2 sembrano suggerire che non ci sia una patogenicità più alta, una malattia più severa, e le mutazioni dovrebbero essere tutte coperte dagli anticorpi e dalle cellule T indotte dal vaccino. Quasi certamente non sarà in grado di bucare la protezione dei vaccini». E’ un invito a non lasciarsi andare al panico, mentre si aspettano i dati scientifici sulla nuova variante segnalata dal Sudafrica nei giorni scorsi, quello lanciato da Mario Clerici, docente di immunologia dell’università degli Studi di Milano e direttore scientifico della Fondazione Don Gnocchi. «Ovviamente tutta questa attenzione sulla variante Omicron è utilissima per tenere alta la guardia, ma non mi sembra che dal punto di vista dell’espressione di malattia ci sarà una differenza».

Vaccini ancora efficaci, non si sa quanto

Sulla nuova variante Omicron «i nostri colleghi sudafricani ci dicono che dovrebbe essere più diffusiva della Delta, quindi potrebbe avere un vantaggio competitivo nel prendere piede perchè si diffonde più rapidamente. Non sappiamo quanto le risposte indotte dai vaccini non proteggano, tuttavia quello che ci aspettiamo è che probabilmente, come con la variante Delta, ci sia un calo di efficacia nel proteggere dall’infezione ma una buona protezione da una malattia severa: bisogna aspettare per vedere, nei prossimi quindici giorni, cosa ci diranno i dati sul campo». Lo ha detto Sergio Abrignani, immunologo dell’Università Statale di Milano e membro del Cts, aggiungendo che «l’altra cosa che non sappiamo è se induca una malattia più severa rispetto alla Delta. Secondo alcuni no, però i dati che ci sono in Sudafrica si riferiscono sia ad una popolazione molto giovane, con un’età media di 58 anni, e sia a vaccinati da più di sei mesi».

«Oggi non sappiamo assolutamente nulla» della variante Omicron «se non la sua fotografia genica. Sappiamo che c’è un certo numero di mutazioni sulla Spike, ma non sappiamo né se sia più contagiosa né se dia una malattia più grave. Una piccola nota positiva è che il paziente zero italiano e la sua famiglia, che sono tutti vaccinati con doppia dose, hanno tutti sintomi lievi. Questi dati ci fanno ben sperare che i vaccini attuali possano non essere influenzati da questa variante». Così Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano. «Bisogna andare avanti con gli studi su questa variante – sottolinea – dopodiché potremo dare dei dati. Attenzione sì, ma allarmismi e panico sono totalmente infondati».

«I vaccini attuali danno una protezione contro le varianti. Rispetto a Omicron non sappiamo se la protezione è diminuita. Ma l’indicazione generale, e non abbiamo motivo di pensare altrimenti, ci dice che la protezione c’è». A dirlo il virologo Giovanni Maga, direttore dell’Istituto di genetica molecolare del Cnr di Pavia. «Dobbiamo ricordare – continua Maga – che questa variante si sta diffondendo in un Paese, il Sudafrica, a bassissimo tasso di vaccinazione, intorno al 24%. E ci sono altre caratteristiche del Paese che vanno valutate. Per esempio c’è una presenza elevata di Hiv che causa immunodepressione. Tutto ciò crea un terreno molto fertile. E’ una situazione diversa rispetto alle nostre nazioni dove la copertura vaccinale è alta».

La mascherina ferma anche Omicron

Per la nuova variante Omicron «non vedo la necessità di precauzioni aggiuntive, ma certamente un richiamo all’esigenza di vaccinarsi, rivaccinarsi e del buonsenso che deve ritornare in pista».  Lo dice  il virologo Fabrizio Pregliasco, docente della Statale di Milano. Un buonsenso che si sostanzia secondo l’esperto nel tornare a «osservare con maggiore stringenza le regole del nuovo galateo», ovvero l’uso della mascherina, anche all’aperto lì dove c’è assembramento, del distanziamento e dell’igiene delle mani. «I dati ad oggi ci dicono che Omicron è più contagiosa, quello sì ma – sottolinea l’esperto – forse i casi non sono nemmeno tanto pesanti, stando a quelli individuati ad oggi. Però – ricorda Pregliasco – sono su vaccinati e questo è l’elemento che rimane come dubbio. Sulla possibilità di eludere il vaccino i dati al computer ci dicono di questo mix di varianti però poi l’effettivo mix funzionale ci vuole un pò di tempo. Vediamo sempre lo scenario non piacevole per attrezzarci il più possibile».

 

29 Novembre 2021
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