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3:53 pm, 29 Novembre 21 calendario
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Scala: una prima «miracolosa»

Di: Redazione Metronews
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«Arrivare alla prima attiene un po’ al miracolo». Parola del sovrintendente della Scala, Dominique Meyer durante la presentazione della prima scaligera del Macbeth del 7 dicembre. «Quando si vedono tanti grandi teatri chiusi, come la Wiener Staatsoper, Monaco, Dresda, Lipsia devo dire che noi siamo fortunati», ha spiegato il sovrintendente, presentando l’opera di Verdi, che torna in presenza dopo lo spettacolo-evento televisivo dell’anno scorso, pensato per la pandemia. «Grazie a tutti quelli che hanno dato una mano per far sì che questo sia possibile», ha aggiunto, «Abbiamo deciso di essere prudenti» e per questo «non ci sarà il maxi schermo in Galleria – perché non vogliamo originare assembramenti – né ci sarà la cena di gala». La settimana scorsa, lo stesso Mayer aveva annunciato che gli artisti non avrebbero indossato la mascherina sul palco. «Da cittadino sono preoccupato per l’aumento dei contagi, ma ci sono nuove regole con il super green pass e – ha concluso – siamo armati». Il sovrintendente ha poi assicurato che la Scala chiuderà il 2021 «in pareggio».

Dal punto artistico, la nuova produzione sarà diretta da Riccardo Chailly con la regia di Davide Livermore, alla sua quarta “Prima”. Cosi’ come per il Macbeth, che ha ricordato il sovrintendente Meyer «è la quarta volta dal dopoguerra che inaugura la stagione, accade circa ogni 20-25 anni».

Un poker d’assi per la Scala

Da sinistra: il baritono Luca Salsi, il basso Ildar Abdrazakov, il soprano Anna Netrebko e il regista Davide Livermore

Il cast, secondo il Maestro Riccardo Chailly sarà «un poker di assi con i solisti», la superstar Anna Netrebko e il baritono Luca Salsi (Lady Macbeth e Macbeth), il tenore Francesco Meli (Macduff) e il basso Ildar Abdrazakov (Banco). «È la conclusione di un percorso a cui tenevo molto, non solo per il valore del capolavoro di Verdi, ma per la circostanza, vista la grandissima difficoltà e incertezza nella quale viviamo – ha detto il direttore che ha voluto sottolineare la «partecipazione assoluta e la disciplina da parte dell’Orchestra e del Coro, che ha dovuto fare per tanto tempo le prove con la mascherina. Si è fatto tutto il lavoro di preparazione, credo sia uno spettacolo importante, in cui il regista ha dato molto».

«Noi non facciamo cronaca, facciamo arte»

«Ogni 20-25 anni la Scala viene inaugurata con “Macbeth” e mi chiedo perché. La risposta che mi do è: raramente c’è un’opera che parla al presente e alla contemporaneità a cui si sta rivolgendo come questa». Lo ha detto il regista Davide Livermore, sottolineando come “Macbeth” racconti «esattamente cosa succede a una società quando viene gestita in modo dittatoriale, tirannico». Livermore ha precisato che «abbiamo immaginato di poter raccontare questo scandagliare all’interno delle profondità umane, raccontare la nostra contemporaneità», senza tuttavia fare mai cronaca. «Noi non facciamo cronaca, facciamo arte. E fare arte nella contemporaneità è la cosa più straordinaria che possa fare un artista vivo». L’opera «è un incubo», ha affermato il regista. «È una sorta di ‘Inception’ in cui la nostra contemporaneità si autogenera in una maniera diversa. Perché è sempre fondamentale raccontare l’orrore possibile o le possibili catastrofi della nostra società, non attraverso la cronaca ma attraverso l’altrove», ha ribadito Livermore.

29 Novembre 2021
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