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8:23 pm, 25 Novembre 21 calendario

Il Trattato del Quirinale lancia l’asse tra Draghi e Macron

Di: Redazione Metronews
Il Trattato del Quirinale
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Il Trattato del Quirinale. «Un risultato importante, un testo di ampio respiro». Sergio Mattarella benedice il Trattato del Quirinale tra i governi di Italia e Francia e sopisce i dubbi di chi in patria e a Bruxelles teme il nuovo asse tra Roma e Parigi. Il presidente della Repubblica ha accolto al Quirinale il presidente francese Emmanuel Macron per un colloquio e, in serata, ospiterà la cena di cortesia con la delegazione francese, il presidente del Consiglio Mario Draghi e i suoi ministri. Poi domani al Quirinale Macron e Draghi firmeranno il Trattato intergovernativo, presente Mattarella, e lo illustreranno a villa Madama. «La firma del trattato per una cooperazione bilaterale rafforzata è un risultato importante, un testo di ampio respiro. È un trattato che unisce due Paesi fondatori dell’Unione europea che condividono l’impegno per la costruzione del grande progetto europeo» assicura il Capo dello Stato. Che nota come «un rapporto più forte tra Italia e Francia contribuisce a costruire una unione europea più forte, tanto più necessaria oggi di fronte a sfide che solo un’Europa più integrata può affrontare, come la crisi pandemica ha messo in luce». I campi su cui si articolerà la cooperazione rafforzata, sul modello del trattato franco-tedesco siglato ad Aquisgrana nel 2019, riguardano gli affari esteri, la politica di sicurezza e difesa, la giustizia e gli affari interni (dunque anche l’immigrazione), cooperazione economica e industriale, trasporti, istruzione, università, ricerca, cultura, giovani e servizio civile. Tra i temi condivisi il rafforzamento dell’Unione Europea, l’impegno comune nel Mediterraneo e in Africa, le transizioni digitale e ambientale, la cooperazione in ambito spaziale, i rapporti tra le rispettive società civili e la cooperazione transfrontaliera.

Il Trattato del Quirinale

«Le molte misure previste per rafforzare il dialogo e la cooperazione e stimolare iniziative comuni sono un investimento nel comune futuro di Italia e Francia» assicura il Capo dello Stato. Negli ultimi giorni sono giunte richieste da parte dell’opposizione di poter esaminare il testo prima della firma, ma l’iter dei trattati prevede che il Parlamento ratifichi i patti firmati e il governo ha già annunciato che si presenterà alle Camere per illustrare l’accordo. Sia dal Quirinale che da palazzo Chigi si sottolinea tra l’altro che l’accordo tra Roma e Parigi non indebolisce l’Europa, anzi è posta all’interno del quadro di riferimento comunitario. «La rafforzata cooperazione tra Italia e Francia deve avere anche l’obiettivo di portare all’interno dell’unione europea la necessaria ambizione» assicura Mattarella. Perchè «la dimensione europea è l’elemento chiave in una fase in cui siamo chiamati a superare la crisi legata alla pandemia e a ripartire con rinnovato slancio per affrontare con successo le grandi sfide della transizione ecologica e digitale». Il trattato del Quirinale – spiegano a Palazzo Chigi dopo l’incontro fra Draghi e Macron – è il frutto di un lungo e complesso impegno negoziale, proseguito per tutto il 2021. È finalizzato al rafforzamento del rapporto bilaterale tra Roma e Parigi, attraverso un dialogo tra le amministrazioni, consultazioni periodiche e l’individuazione di un’agenda comune con grandi temi e priorità condivisi. Questa cooperazione – viene riferito – è posta nel quadro di riferimento europeo, più volte ricordato nel testo a partire dal preambolo, nell’ottica di un rafforzamento dell’Ue e della sua capacità di azione internazionale, nonchè per la promozione congiunta di priorità comuni ai due Paesi.

Coordinamento rafforzato

Il «Trattato per una cooperazione bilaterale rafforzata» sigla un patto di reciproca consultazione tra Italia e Francia nei settori di politica estera ed europea, politiche di difesa e sicurezza, politiche migratorie, economia, istruzione e cultura, cooperazione transfrontaliera. È composto di un preambolo sui valori e di undici capitoli e verrà illustrato per la prima volta domani, dopo la firma, in una conferenza stampa congiunta di Draghi e Macron. L’Eliseo ha spiegato che il Trattato «favorirà la convergenza delle posizioni francesi e italiane, come pure il coordinamento tra i due Paesi». Il governo italiano, attraverso le parole del sottosegretario Enzo Amendola, ha spiegato che «si attua un meccanismo di consultazione permanente che prevederà dei vertici annuali dei due governi, delle consultazioni strategiche, permanenti e paritarie tra i ministri degli esteri, su tutti i temi». Per i francesi si tratta del secondo trattato bilaterale dopo quello con la Germania siglato una prima volta all’Eliseo nel 1963 dagli allora presidenti Konrad Adenauer e Charles De Gaulle e poi rinnovato nel 2019 ad Aquisgrana dalla cancelliera tedesca Angela Merkel e da Macron.

Un lungo percorso

L’idea nacque durante un vertice italo-francese guidato a Lione dall’allora premier Paolo Gentiloni e da Macron. I lavori di preparazione hanno subito un raffreddamento durante la crisi diplomatica tra il governo Conte I e Parigi, nel febbraio 2019, crisi risolta in poche settimane dall’intervento del presidente Mattarella e superata durante un vertice bilaterale che si è svolto a Napoli a febbraio 2020 tra il governo Conte II e lo stesso presidente francese. L’arrivo di Mario Draghi a palazzo Chigi ha dato lo sprint finale per siglare un trattato fortemente voluto dai due Paesi mentre la Ue guarda a un futuro senza più Angela Merkel, con molte sfide da affrontare. Gli undici capitoli del Trattato riguardano: Esteri, Difesa, Europa, Migrazioni, Giustizia, Sviluppo economico, Sostenibilità e transizione ecologica, Spazio, Istruzione formazione e cultura, Gioventù, Cooperazione transfrontaliera e pubblica amministrazione. Sono accompagnati da un programma di lavoro di una trentina di pagine, che individua in modo concreto le modalità con cui i due governi devono raggiungere gli obiettivi indicati. Già lunedì 29 novembre per implementare il primo capitolo della collaborazione parlamentare prevista, il presidente della Camera, Roberto Fico, e il suo omologo francese, Richard Ferrand, firmeranno un accordo di cooperazione tra i due Parlamenti. Dopo la firma, spetterà al Parlamento autorizzarne la ratifica che porterà la firma del presidente della Repubblica. Le opposizioni avevano chiesto che il governo riferisse alle Camere sui contenuti del Trattato prima della firma, ma si è convenuto che il passaggio parlamentare, già previsto, si svolgerà all’indomani della sigla del patto.

25 Novembre 2021
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