Violenze contro le donne
4:47 pm, 24 Novembre 21 calendario
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Verso una nuova legge contro la violenza sulle donne

Di: Redazione Metronews
MAnifestazione contro la violenza sulle donne
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Nel 2020 il 57,7% delle donne è stata uccisa all’interno della relazione di coppia e il 25,9% nell’ambito delle relazioni parentali. Al contrario, gli uomini sono di rado vittime della partner (praticamente mai delle ex) e la modalità più ricorrente è quella dell’autore sconosciuto alla vittima (45,3%), cui andrebbe ragionevolmente aggiunta una quota preponderante di autori non identificati (per le vittime di sesso maschile il 15,3% mentre per gli omicidi di donne sono stati identificati tutti gli autori).È quanto emerge dal report Istat “L’effetto della pandemia sulla violenza di genere 2020-2021”.
Seguono, in ordine di frequenza, i parenti diversi dalla partner e le persone con le quali esisteva un semplice rapporto di conoscenza. Negli anni sono diminuite le morti di uomini da autori sconosciuti (dallo 0,65 per 100mila uomini del 2005 allo 0,27 del 2020) e i delitti di omicidio per cui non è stato identificato l’autore (dallo 0,77 per 100mila uomini del 2005 allo 0,09 del 2020). Gli uomini, inoltre, vengono uccisi in misura maggiore delle donne per liti, futili motivi, rancori personali, per motivi economici o perché coinvolti nelle dinamiche delle rapine e il traffico di stupefacenti. Al contrario le donne, oltre alle liti e ai futili motivi, vengono uccise anche per motivi passionali.

Una donna uccisa ogni tre giorni

I numeri sono quelli di un’emergenza: 109 donne uccise dall’inizio dell’anno, una ogni tre giorni. Di queste, 93 in ambito familiare o affettivo, 63 per mano del partner o dell’ex. Mediamente 89 donne ogni giorno sono vittime di un reato di genere, nel 62% dei casi l’autore è la persona con cui hanno o avevano una relazione. “È necessario proseguire nell’attività di prevenzione svolta dalle nostre Forze di polizia ed agire con norme più incisive”, ha detto la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese a Catania per la campagna della Polizia “Questo non è amore”.

Ha spiegato che sta prendendo forma un nuovo pacchetto di interventi, che potrebbero arrivare in Consiglio dei ministri la prossima settimana. “Certamente – ha spiegato – c’è  l’esigenza di una modifica del minimo delle pene edittali per potere poi procedere con strumenti di prevenzione più efficaci”. In questo modo sarebbe infatti possibile l’estensione ai violenti dell’arresto obbligatorio in flagranza (previsto dal codice nel caso di reati con una pena minima di cinque anni). L’obiettivo delle nuove misure sulla violenza sulle donne cui stanno lavorando le ministre di Interno e Giustizia, Lamorgese e Marta Cartabia, insieme alle colleghe Mariastella Gelmini, Elena Bonetti e Mara Carfagna, è quello di prevenire le violenze rendendo complicata la vita a chi maltratta con misure effettivamente incisive, più che isolare le donne per tutelarle meglio. Uno dei punti è  la possibilità di procedere d’ufficio per i reati che rientrano nel perimetro della violenza domestica, senza la necessità che la persona offesa sporga querela. E il braccialetto elettronico per chi è destinatario dell’obbligo di allontanamento dalla casa familiare o del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa: se il braccialetto viene rifiutato scattano gli arresti domiciliari. Sul tavolo c’è poi la proposta, avanzata nelle scorse settimane da Gelmini di assegnare una tutela simile a quella dei testimoni di giustizia alle donne che denunciano violenze. “L’attuale sistema incentrato sulle case rifugio e sui centri antiviolenza è importante, e il Codice Rosso è sempre più decisivo”, ora però, secondo Gelmini, “è arrivato il momento di fare un passo in avanti, e prevedere a favore della vittima nuove misure di protezione, ma anche un supporto economico, sociale e lavorativo”.

24 Novembre 2021
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