eventi estremi
3:51 pm, 23 Novembre 21 calendario

Aumentano eventi estremi in Italia, Roma più colpita

Di: Redazione Metronews
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Gli eventi estremi – record di caldo, piogge intense, grandinate estreme, violente trombe d’aria e alluvioni – aumentano in Italia e non fanno sconti colpendo da Roma alla costa est siciliana, da Genova alla costa meridionale sarda, da Bari a Milano, Ancona, Napoli, Palermo.

Il rapporto di Legambiente sugli eventi estremi

Secondo il Rapporto 2021 dell’Osservatorio CittàClima di Legambiente  dal 2010 al 1 novembre 2021 sono stati registrati 1.118 eventi meteorologici estremi (+17,2% rispetto alla scorsa edizione del rapporto) che si sono abbattuti su 602 comuni (95 in più rispetto allo scorso anno, quasi il 18%) con 261 vittime. Nello specifico si sono verificati 486 casi di allagamenti da piogge intense, 406 casi di stop alle infrastrutture da piogge intense con 83 giorni di stop a metropolitane e treni urbani, 308 eventi con danni causati da trombe d’aria, 134 gli eventi causati da esondazioni fluviali, 48 casi di danni provocati da prolungati periodi di siccità e temperature estreme, 41 casi di frane causate da piogge intense e 18 casi di danni al patrimonio storico.

Le aree del Paese più colpite dagli impatti climatici sono 14: in quelle zone si ripetono con maggiore intensità e frequenza alluvioni, trombe d’aria e in alcuni casi negli stessi territori ondate di calore. Si tratta di grandi aree urbane e di territori costieri dove la cronaca degli episodi di maltempo e dei danni è senza soluzione di continuità e per questo dovrebbe portare a un’attenzione prioritaria da parte delle politiche. A ciò si aggiunge la perdita di vite umane: che in questo arco di tempo ammonta a 261 vittime, 9 solo nei primi 10 mesi del 2021.

Roma è la città più colpita da eventi estremi

Roma risulta tra le città più colpite: dal 2010 al 1 novembre 2021, si sono verificati 56 eventi, 9 solo nell’ultimo anno, di cui ben oltre la metà, 32, hanno riguardato allagamenti a seguito di piogge intense. Al secondo posto c’è Bari con 41 eventi, colpita principalmente allagamenti da piogge intense (20) e danni da trombe d’aria (18). Milano si piazza al terzo posto con 30 eventi totali, di cui almeno 20 sono state le esondazioni dei fiumi Seveso e Lambro in questi anni.

A queste intere città, vanno aggiunti territori colpiti da eventi estremi ripetutamente e negli stessi luoghi. Si tratta di aree come la costa romagnola e nord delle Marche, con 42 casi, della Sicilia orientale e della costa agrigentina con 38 e 37 eventi estremi. In queste ultime due aree sono stati numerosi i record registrati nel corso del 2021: a Siracusa l’11 agosto, si è raggiunto il record europeo di 48,8 C, nel catanese e siracusano in 48 ore si è registrata una quantità di pioggia pari ad un terzo di quella annuale. Inoltre, proprio questa parte dell’isola è stata teatro di devastazione a seguito del medicane Apollo. Colpita anche l’area metropolitana di Napoli dove si sono verificati 31 eventi estremi, mentre, tra gli altri territori, ci sono il Ponente ligure e la provincia di Cuneo, con 28 casi in tutto, il Salento, con 18 eventi di cui 12 casi di danni da trombe d’aria, la costa nord Toscana (17 eventi), il nord della Sardegna (12) ed il sud dell’isola con 9 casi.

Le grandinate estreme e l’appello di Legambiente

Elemento di novità nel Report di Legambiente è l’arricchimento del quadro degli impatti degli eventi climatici mappati e analizzati, includendo anche le grandinate estreme, fenomeni che colpiscono sempre con maggiore intensità e frequenza campagne e centri urbani, e con un approfondimento che riguarda la resilienza delle reti elettriche e ferroviarie realizzato in collaborazione con Terna, e-distribuzione, Fs italiane. Solo nel corso del 2021, si sono verificati 14 eventi di danni causati dalla grandine. Dal 2010 ad oggi, a causa del maltempo, si sono registrati 83 giorni di stop a metropolitane e treni urbani e 89 giorni di disservizi estesi sulle reti elettriche dovuti al maltempo.

Di fronte a questo quadro, Legambiente torna a ribadire l’urgenza di approvare quanto prima il Piano nazionale di adattamento al Clima. Sono 23 i Paesi UE, con l’aggiunta del Regno Unito, che hanno adottato un piano nazionale o settoriale di adattamento al clima e tra questi non vi è l’Italia.

L’allarme lanciato da Edoardo Zanchini

«Lo scenario di intensificazione dei fenomeni meteorologici estremi descritto dal nuovo Rapporto dell’Osservatorio CittàClima – dichiara Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente – impone al nostro Paese di prendere decisioni non più rimandabili, in grado di evitare che gli impatti siano ancora più rilevanti. Quello che la mappa e i dati del rapporto CittàClima mettono in evidenza è che i territori non sono tutti uguali di fronte a questi fenomeni, in alcune aree del Paese si ripetono con più intensità e creano maggiori danni e, dunque, occorre che siano le priorità delle politiche di adattamento. Oggi non è così, perché il nostro Paese non ha un piano che individui strategie e interventi più urgenti, per cui il rischio è che anche le risorse del PNRR siano sprecate. Siamo rimasti gli unici in Europa in questa situazione, pur essendo uno dei Paesi che conta i danni maggiori. Per questo dobbiamo valorizzare i sistemi di analisi, le competenze e le tecnologie di cui disponiamo per monitorare gli impatti e per comprendere come ripensare gli spazi delle città, in modo da mettere in sicurezza le persone e cogliere questa opportunità per renderli anche più vivibili».

 

 

 

 

 

 

23 Novembre 2021
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