Animali
5:12 pm, 23 Novembre 21 calendario

Giglio, scoppia la polemica sull’uccisione dei mufloni

Di: Redazione Metronews
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ANIMALI All’isola del Giglio scatta l’allarme mufloni. E la polemica non trova pace. Nell’isola toscana, in provincia di Grosseto, è partito il progetto per abbattere questi animali che, secondo Andrea Ulmi, consigliere regionale della Lega, «stanno mettendo a rischio le coltivazioni. Il Parco ha dato vita ad abbattimenti selettivi, concordati» per tutelare le attività agricole, oltre che l’ecosistema dell’isola. L’abbattimento dei mufloni rientra nel progetto Life LetsGo Giglio del Parco Nazionale Arcipelago Toscano, finanziato dalla comunità europea. Ma gli ambientalisti non ci stanno. E contrattaccano: gridano alla mattanza e avviano una petizione online che ha già raccolto quasi 12 mila adesioni.

Il sindaco dell’isola del Giglio

Il sindaco dell’isola, Silvio Ortelli, prova a spegnere l’incendio delle polemiche spiegando che ad essere abbattuti saranno solo 30 mufloni. Secondo gli ambientalisti sarebbero un centinaio.

«I mufloni, che non sono una specie autoctona sull’isola – spiega il primo cittadino -, furono portati qua attorno agli anni ’60 da un farmacista pisano che li allevava in un podere privato. Dieci anni fa, dopo l’abbandono di questo terreno, i mufloni sono scappati: si tratta di animali che fanno danni soprattutto alle coltivazioni. Da qui il progetto che prevede, tra l’altro, non solo l’abbattimento dei mufloni, ma anche l’eradicazione delle piante non autoctone presenti sull’isola. Stiamo parlando di 20-30 animali al massimo, incompatibili con la biodiversità dell’isola e che modificano l’equilibrio del Giglio».

La petizione per i mufloni

«I mufloni presenti oggi – scrivono le associazioni sul sito savegiglio.org – sono la popolazione residua di un progetto di conservazione realizzato negli anni ’50 del secolo scorso che ha contribuito con successo a salvare la specie dall’estinzione». Poi, la petizione: si chiede di bloccare il progetto «fino a quando gli studi appropriati potranno essere eseguiti e valutati scientificamente».

La scienza si divide

La scienza parla chiaro: il muflone è una delle 59 specie cacciabili, non è in via di estinzione, non è protetta. Lo dice il professor Luigi Boitani, professore di zoologia all’Università La Sapienza di Roma. «Nell’Isola del Giglio – spiega – i mufloni sono una specie aliena: rimuoverli è un atto di conservazione, non una mattanza. L’uso di termini come “mattanza” e “condanna a morte” è sintomatico di una lettura volutamente distorta della realtà, un lessico teso a forzare l’opinione pubblica, un po’ come fanno alcune persone che, di questi tempi, parlano di “dittatura sanitaria”.

«Il muflone altro non è – aggiunge Boitani – che una pecora selvatica di origine asiatica portato in Sardegna e Corsica forse 6-7 mila anni fa, molto rustica e adattabile a quasi tutti gli ambienti grazie anche alla sua dieta. Solo in Toscana questo anno ne saranno uccisi circa 400. Il problema è che il muflone è, in Italia peninsulare, una specie aliena: non si è co-evoluta con gli habitat italiani e la sua presenza è quindi fonte di squilibrio potenzialmente molto dannoso per altre specie autoctone e preziose».

«E’ bene ricordare – conclude Boitani – che le specie aliene sono la seconda causa di estinzione delle specie a scala globale e sono una delle principali preoccupazioni di chi si occupa di conservazione della natura. Una eradicazione è una impresa relativamente semplice da realizzare, ma ha successo soprattutto sulle isole dove è più facile prevenire la ricolonizzazione da parte dell’invasore alieno».

Di parere completamente opposto Vincenzo D’Anna, presidente dell’ordine nazionale dei biologi. «Il governo ed il ministero della Transizione ecologica intervengano per impedire l’assurda strage dei mufloni dell’isola del Giglio che prevede l’eradicazione di questa ed altre specie, considerate non autoctone e dunque inutili o dannose per la biodiversità in quanto danneggiano le produzioni agricole in modo irreparabile. Un’accusa in gran parte smentita dagli stessi agricoltori dell’isola, i quali lamenterebbero danni esigui (e ristori ancora più bassi) a causa dei mufloni. malgrado ciò un team di cacciatori è sbarcato al Giglio per abbattere a fucilate i pochi esemplari di “grandi pecore dalle corna” rimasti sull’isola».

L’Oipa denuncia l’autoconsumo dei mufloni

D’accordo con D’Anna, l’Oipa, Organizzazione internazionale Protezione Animali.

«La mattanza dei mufloni dell’Isola del Giglio servirà ai cacciatori per accumulare punti come “selecontrollori” e a utilizzare il carnaio per l’“autoconsumo», scrivono diffondendo anche il Disciplinare operativo per gli interventi di prelievo del muflone all’Isola del Giglio redatto dall’Ente Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano.

Secondo Oipa, «il disciplinare della strage all’articolo 9 prevede che gli animali uccisi possano essere destinati all’“autoconsumo” dei cacciatori, o di coloro che sarebbero stati danneggiati dai mufloni, come indennizzo, o dell’Ente Parco stesso. L’uccisione dei mufloni servirà anche per la sanguinaria “raccolta punti” dei cacciatori. L’articolo 8 assegna 3 punti per ogni capo abbattuto in tecnica singola, 0.25 punti per le uccisioni in tecnica collettiva e persino 0,5 punti a colpo per i colpi a vuoto».

«Se non fosse per il contesto tragico, verrebbe da sorridere commenta Massimo Comparotto, presidente dell’Oipa – Finora le numerose proteste di associazioni, comitati e singoli cittadini a difesa dei mufloni non hanno sortito alcun effetto su chi ha deciso la mattanza, ma non possiamo abbassare la guardia. Chiediamo all’Ente Parco e alla Regione Toscana un ripensamento che salvi le poche decine di mufloni presenti nell’isola, come richiesto dall’opinione pubblica, e a vantaggio dell’immagine stessa del Parco dell’Arcipelago toscano».

L’Oipa, inoltre, rende noto che valuterà nelle sedi sia nazionali che comunitarie se tale progetto sia rispettoso delle leggi italiane ed europee. «Pensiamo anche di rivolgere una segnalazione alla Corte di Giustizia ambientale per verificare che nel presentare il Progetto per il bando Life siano stati coinvolti anche la cittadinanza e le associazioni ambientaliste locali», conclude il presidente Comparotto.

La Lega italiana per la difesa degli animali e dell’ambiente

Sulla stessa linea, anche Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, che chiede l’intervento del premier Draghi e del ministro Cingolani perché «fermino il massacro», annunciando un esposto alla Corte dei conti europea e alla Procura. «Non soltanto deve cessare la mattanza dei mufloni dell’isola del Giglio – scrive – ma sono quanto mai opportune le dimissioni del presidente e degli amministratori del Parco che l’hanno decisa senza valide giustificazioni dando modo ai cacciatori (selezionati da apposito bando) di sparare agli animali al costo – dice – di 1,6 milioni di euro dei contribuenti italiani ed europei».

Italian Horse Protection

“Sdegno verso le amministrazioni pubbliche” arriva anche dall’associazione Italian Horse Protection: «le amministrazioni pubbliche pretendono di risolvere un problema di convivenza uomo animale dando l’autorizzazione a sparare e a uccidere animali inermi. Ne chiediamo lo stop immediato».

23 Novembre 2021
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