climate change
1:09 pm, 22 Novembre 21 calendario

Il climate change cambia il 10% del cibo in tavola

Di: Redazione Metronews
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Il climate change colpisce duramente le aziende che fanno arrivare il 10% in meno di cibo sulle nostre tavole. Secondo la Cia-Agricoltori Italiani l’aumento del 60% di eventi estremi solo nel corso di quest’anno, tra alluvioni e siccità, ha tagliato il 10% del cibo sulle tavole degli italiani procurando anche danni milionari alle aziende.

Il settore primario e il climate change

Negli ultimi anni, il settore primario ha ridotto le sue emissioni del 25%, limitato il consumo di acqua e il ricorso alla chimica del 27%, accresciuto le superfici biologiche del 56% e ampliato fortemente la produzione di energie rinnovabili e biomasse +690%. L’agricoltura ha anche un ruolo importante nell’assorbimento di C02, e quindi nella lotta al cambiamento climatico, sequestrando 0,5 tonnellate di carbonio per ettaro l’anno. Una funzione che fa il paio con quella insostituibile di boschi e foreste, che assorbono fino al 40% delle emissioni di gas serra a livello globale e, solo in Italia, trattengono circa 90 milioni di tonnellate di anidride carbonica.
Ma non basta.

L’appello della Cia

L’appello arriva da Dino Scanavino, presidente di Cia-Agricoltori Italiani all’assemblea annuale in corso a Roma.
«Ora – afferma – le autorità devono valorizzare, con proposte dedicate, la funzione ambientale dei settori agricolo e forestale con il trattenimento al suolo del carbonio, tanto più dopo la Cop 26 con l’intesa sullo stop alla deforestazione entro il 2030. Bisogna recuperare e spingere sulla corretta gestione e manutenzione delle foreste, che sono fonti straordinarie di ossigeno e di materie prime rinnovabili nonché prima risorsa per lo sviluppo delle aree rurali e montane. Un compito cucito addosso agli agricoltori, sia perché il 40% delle aziende del settore è interessato da boschi, sia perché sono già custodi e guardiani del territorio, anche in chiave climatica».
Altrettanto importante per il climate change è «aumentare le risorse e i progetti sull’agro-fotovoltaico, puntando sulle coperture degli edifici rurali, a partire da stalle e magazzini, e creando impianti a terra solo su aree abbandonate, marginali o non idonee alla coltivazione – spiega il presidente Cia-. Incentivare, poi, la produzione di biogas e biomasse legnose, dagli scarti di agricoltura e allevamento; incoraggiare la sperimentazione ampia delle tecniche di biocontrollo per la difesa naturale delle culture e ampliare gli strumenti di gestione del rischio».

Agricoltori pronti alla transizione green e digitali

L’appello di Scanavino prosegue. «A quasi due anni dalla pandemia, con la sfida del Green Deal davanti e gli accordi del G20 e della Cop 26 sul tavolo, gli agricoltori sono pronti a guidare da protagonisti la rivoluzione verde e digitale, a lavorare da subito sull’ulteriore riduzione dell’impatto ambientale e sul miglioramento dell’efficienza energetica, ma serve pragmatismo e coerenza. Necessario salvaguardare da un lato la competitività e la redditività del settore e delle sue imprese, e dall’altro fare in modo che gli investimenti a disposizione vadano a segno, senza troppi ostacoli burocratici, con progetti puntuali, efficienti e mirati, risultati tangibili sul campo e in grado di fare scuola».

L’assemblea Cia per il climate change

E tutta l’Assemblea è d’accordo. «Per centrare pienamente gli obiettivi della transizione ecologica e digitale, non si può prescindere dagli agricoltori e dalle aree rurali, che costituiscono metà dell’Europa e rappresentano il 20% della popolazione. – sottolinea la Cia – Perciò garantire a chi fa agricoltura risorse, strumenti e incentivi adeguati alle sfide in atto, vuol dire comprendere il ruolo strategico e insostituibile del settore primario, che non è solo quello di produrre cibo sano e sicuro per tutti, ma anche di assicurare la tenuta e lo sviluppo dei territori; salvaguardare il suolo e le foreste contro il dissesto idrogeologico e i cambiamenti climatici, gestire le risorse idriche, produrre energia da fonti rinnovabili, accrescere la sostenibilità dei processi produttivi con la ricerca e le nuove tecnologie, difendere il paesaggio e la biodiversità».

22 Novembre 2021
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