Milano
3:48 pm, 17 Novembre 21 calendario

Arrestata giovane terrorista: reclutava ragazze

Di: Redazione Metronews
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E’ sposata con un 21enne miliziano di origine kosovare, legato alla cerchia relazionale dell’attentatore di Vienna, Fejzulai Kujtim, B.T., la presunta terrorista 19enne finita in carcere per il reato di associazione con finalità di terrorismo. Stando alle indagini coordinate dal capo della Sezione Distrettuale Antiterrorismo Alberto Nobili e dal pm Leonardo Lesti,  la donna, radicalizzata dall’età di 16 anni, fervente sostenitrice dello Stato Islamico, si era recentemente trasferita dal Kosovo a Milano, a casa del fratello, rimanendo in costante contatto con il marito e con la diaspora kosovara di matrice jihadista.

La terrorista raccoglieva immagini di decapitazione

La donna è accusata di effettuare «una continua e incessante attività di propaganda delle ideologie delle organizzazioni terroristiche» e aveva nel cellulare diverse immagini di «guerra contro gli infedeli e diversa documentazione tra cui una in lingua italiana su  “44 modi per sostenere il jihad”» alcune delle quali contenenti istruzioni per il confezionamento di bombe artigianali. La ragazza avrebbe svolto «una funzione di proselitismo alla causa dell’Islam radicale nei confronti di ragazze kosovare, anche minorenni, ed in particolare in una chat Telegram del 24 febbraio 2021 prometteva ad una interlocutrice sedicenne che si faceva chiamare “fatina” e con cui reciprocamente si appellava come  “Leonessa” che le avrebbe trovato come sposo un Leone, vale a dire un appartenente ai Leoni dei Balcani, con il quale morire da martire dopo un matrimonio “bagnato dal sangue dei miscredentì”».

 

All’interno del suo telefono cellulare la ragazza conservava migliaia di file immagine e video, alcuni dei quali creati dalla agenzia di comunicazioni dello Stato islamico ‘AI Hayat Media Center’, con simboli quali la bandiera nera con la scritta della testimonianza di fede, scene di combattimenti in teatri militari di guerra, esecuzioni sommarie di infedeli mediante decapitazioni e incendi, scene di attacchi terroristici da parte di mujaheddin appartenenti allo Stato islamico nelle città europee dei quali vengono esaltate le gesta e anche immagini della strage di Charlie Ebdo compiuta a Parigi.

Reclusa in casa per non incontrare gli infedeli

La ragazza sarebbe «uscita solo due volte in quattro mesi» dall’appartamento alla periferia di Milano in cui abitava con il fratello perché «riteneva consciamente di non contaminarsi con gli occidentali». Lo ha spiegato in conferenza stampa il capo della Digos di Milano Guido D’Onofrio. «Non aveva alcuna vita sociale, e in casa vestiva sempre con l’hijab». La giovane avrebbe lasciato l’abitazione solo per recarsi a rinnovare la carta d’identità e fare il vaccino per poi «autorecludersi in casa».

Rete terrorista femminile

«Sono state individuate oltre 2000 chat – spiegano gli inquirenti – che confermano il suo ruolo propulsivo nell’ambito di un network femminile attraverso rapporti diretti, sempre via chat, con mogli di detenuti per fatti di terrorismo o con mogli di combattenti». Tra i contatti anche quello con la moglie di Arjann Babaj arrestato a Venezia e condannato in via definitiva per aver fatto parte di una cellula di soggetti radicalizzati e dediti al proselitismo alla Jihad combattuta dallo Stato islamico.

17 Novembre 2021
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