Teatro Roma
8:48 pm, 14 Novembre 21 calendario

Teatro Vascello, “Una cosa enorme” essere madre

Di: Redazione Metronews
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TEATRO  Da domani al 21 novembre al Teatro Vascello sarà di scena Una cosa enorme, di Fabiana Iaccozzilli, con Marta Meneghetti, Roberto Montosi.

Lo spettacolo, nell’ambito di Romaeuropa Festival, dopo il debutto alla Biennale Teatro 2020, vanta la presenza di Hubert Westkemper (premio Ubu 2019 per La classe) per il suono, di Fiammetta Mandich per la realizzazione delle scene, di Luigi Biondi e Francesca Zerilli per le luci.

Una cosa enorme – la storia

Il desiderio di essere madre e il suo contrario, la capacità di prendersi cura sono il cuore del lavoro. In scena, una donna con una pancia enorme si muove nel suo spazio fatto di pochi oggetti tra i quali riesce ancora a essere se stessa: un frigorifero, una macchina del gas, una poltrona, una pianta morta. La donna è in costante e paranoico ascolto di una minaccia che incombe dall’alto.

È incinta da un tempo indefinito e da un tempo infinito cerca di tenere dentro di sé il proprio figlio, di impedirgli di venire al mondo.

Che peso ha nelle viscere di una donna l’essere e il non essere madre? Che forma o che resistenza accanita si assumono nel riconoscersi, nel ritrovarsi a doversi prendere cura? Che peso ha un/a figlia/o, una madre, un padre?

In una lentezza serrata, senza scampo, Una cosa enorme parte dal confronto aperto con l’essere generativ* e lo declina con l’essere generat*. Fabiana Iacozzilli declina le interviste audio e le parole di Orna Donath e di Sheila Heti sull’essere madri, nel silenzio, fino a dissolvere la scena in una dimensione di installazione. L’ordine naturale si mescola, lentamente si svuotano i simboli e la realtà aderisce a se stessa mentre i performer continuano a cercare sui propri corpi, un centimetro alla volta, un’appartenenza che continua a trasformarsi.

Una cosa enorme – le parole di Fabiana Iaccozzilli

Racconta Fabiana Iacozzilli: «Nel corso del processo artistico che mi ha portato a “Una cosa enorme” – come già avvenuto nel mio precedente lavoro “La Classe” – ho intervistato donne e uomini, conosciuto le loro storie e i loro dubbi, mi sono nutrita della ricerca condotta dalla sociologa Orna Donath e delle parole di Sheila Heti che nel suo diario intimo “Maternità” si pone la domanda “dovrei fare un* figli*?” e, in un gioco feroce di autoanalisi e messa in discussione di sé, cerca di ponderare la scelta fino ad arrivare a una frase che ha illuminato anche la mia ricerca artistica: “se voglio figli o meno è un segreto che nascondo a me stessa, è il più grande segreto che nascondo a me stessa”».

«È stato a quel punto – prosegue la Iaccozzilli – che ho pensato che la donna del mio lavoro, che poi è ovvio che sono io, forse si stava interrogando sulla sua capacità di riuscire a prendersi cura. Credo che alla fine questo lavoro sia diventato un oggetto emotivo, un oggetto in bilico tra la forma spettacolare, la performance e, a tratti, la dimensione installativa che s’interroga sulla paura e sul desiderio dell’abbandonare se stessi alla cura di un altro essere umano che sia un padre o un* figli* non importa; che s’interroga su una questione che appartiene a ogni donna, alla sua condizione esistenziale e che ha a che fare con una domanda semplice ma per niente consolatoria: “forse, alla fine, si è madri comunque?”».

Biglietti on line https://www.vivaticket.com/it/biglietto/una-cosa-enorme/151813

https://www.teatrovascello.it/

 

14 Novembre 2021
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