Qatar 2022
11:04 pm, 12 Novembre 21 calendario
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Jorginho rovina tutto. Ora per l’Italia è dura

Di: Redazione Metronews
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ROMA – L’Italia pareggia 1-1 nello spareggio per andare diretti alla qualificazione ai mondiali in Qatar il prossimo anno. All’Olimpico ci ferma la Svizzera, nostro avversario diretto. Segnano prima gli elvetici con Widmer, pareggia Di Lorenzo. Poi, al 90° Jorginho tira altissimo il rigore che ci avrebbe portato dritti al mondiale. Ed è tutto rimandato alla prossima gara, a Belfast, lunedì prossimo.

Italia-Svizzera 1-1

Un’Italia che più rabberciata non si può. Mancini tira quasi un sospiro di sollievo all’inizio della gara. Durante tutta la settimana i giocatori azzurri hanno subito una sorta di roulette russa. Decimati dagli infortuni scendono in campo frastornati e Bonucci già al primo minuto compie un errore da matita blu. La fortuna è che Shaqiri butta in curva nord un’occasione d’oro. Proprio la Nord, come un segno del destino. La prima partita senza Giampiero Galeazzi (ricordato sui maxischermi e sul terreno di gioco con un minuto di silenzio) si gioca nel “suo” stadio e il primo tiro finisce lì, nella curva della “sua” Lazio.

L’Italia, dicevamo, non è attenta e viene subito punita all’11° su una ripartenza svizzera. Il tocco di Okafor per l’accorrente Widmer è un cioccolatino. L’elvetico scarica un destro violento alle spalle di Donnarumma.
Gli azzurri rischiano di andare in barca poi si scuotono e, al 22°, creano le basi per il pareggio. Tocca al portiere Sommer compiere un miracolo su Barella. Il gol è nell’aria e arriva al 36°. Su una punizione tagliata di Insigne, Di Lorenzo richia la decapitazione nel colpire di testa. Sommer, con un’uscita da kamikaze rischia di fargli male. L’arbitro convalida poi aspetta il Var. Ma la rete è buona. Salva la testa e salvo il pareggio.
La ripresa è molto più tattica, si rivede la ola che da queste parti significa “notti magiche inseguendo un gol” e solo Dio lo sa quanto ce ne sarebbe bisogno. Di un gol che faccia diventare la notte magica. Senza tornare al 1990 basterebbe ricordare le prime tre gare dell’Europeo giocate proprio qui e vinte dai nostri. Era solo quest’estate, poi gli Europei li abbiamo vinti in faccia agli inglesi. It’s coming Rome e a Roma siamo tornati.
Nei primi venticinque minuti ci si annoia e l’unica chance ce l’ha il nuovo entrato Berardi (in campo al posto di un impalpabile Belotti). Entrano anche Tonali e Cristante, out Locatelli e un esausto Barella.
Al 75° ci prova Insigne ma il portiere respinge in maniera fortunosissima. Mancini le prova tutte, butta dentro anche Raspadori e Calabria togliendo proprio Insigne ed Emerson.
Chiesa spara poco sopra la traversa al minuto 83, la preparazione era buona ma il tiro risulta scoordinato. Mentre i tifosi, o presunti tali, continuano a insultare il portiere avversario con il solito urlo a ogni rilancio (ai tempi dei nostri nonni già non faceva ridere, figuriamoci ora) e fanno rimpiangere gli spalti vuoti si arriva all’86° quando Berardi chiede un inesistente rigore a occhio nudo. Ma, Santo Var, le immagini sono chiare. La spinta di Garcia c’è, eccome se c’è. È rigore ma, stramaledizione, Jorginho butta l’occasione della vita. Il tiro, inguardabile, finisce in curva sud. L’ex cecchino azzurro ha fallito gli ultimi tre penalty. Il primo in finale a Londra ma lì Donnarumma ci mise una pezza definitiva, l’altro sempre contro la Svizzera all’andata. E dice che Mancini voleva tirasse Chiesa…
Finisce 1-1, siamo ancora padroni del nostro destino nel gruppo C, a patto che la Svizzera non batta la Bulgaria con una goleada.
Al momento gli azzurri hanno la differenza reti complessiva a favore. Si torna dunque in campo lunedì, peseranno sia il risultato che i gol segnati: i ragazzi di Mancini voleranno in Irlanda del Nord, gli elvetici (come detto) affronteranno la Bulgaria. Bisognerà vincere. E bene.
12 Novembre 2021
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