Incassano 20 milioni di reddito di cittadinanza con una truffa

Era già riuscito a incassare illecitamente oltre 20 milioni di euro il gruppo capeggiato da alcuni cittadini romeni capace di far erogare il reddito di cittadinanza a 9mila connazionali con altrettante istanze false. E’ quanto emerge dall’indagine della Guardia di Finanza di Cremona, coordinata dall’aggiunto di Milano Maurizio Romanelli e dal pm Paolo Storari, che ha portato oggi all’arresto, su ordine del gip Teresa De Pascale, di 16 persone con le accuse di associazione per delinquere, truffa aggravata ai danni dello Stato ed estorsione.
Complici nei Caf
Il gruppo di romeni in tandem con alcuni italiani – in parte complici, in parte vittime di estorsione – sarebbe riusciti a creare un canale parallelo all’interno di diversi Caf-Centri di assistenza fiscale per ottenere le richieste di sussidio, senza avere nessuno dei criteri necessari a ottenere i soldi pubblici e senza presentare la documentazione necessaria. In pratica, si sosteneva che migliaia di romeni vivessero da 10 anni in Italia pur non avendoci mai messo piede. In alcuni casi chi lavorava nei Caf era consapevole della truffa e taceva per il compenso di 10 euro riconosciuto dall’Inps per ogni pratica; in altri casi invece venivano minacciati. Gli arresti e le perquisizioni sono stati eseguiti dalla Guardia di finanza nelle province di Cremona, Lodi, Brescia, Pavia, Milano, Andria, Barletta e Agrigento.
Nonostante le perquisizioni, gli interrogatori ed i sequestri effettuati, il gruppo avrebbe cercato con la stessa documentazione di ottenere anche il Reddito di emergenza. Con minacce ed intimidazioni hanno obbligato i titolari di altri Caf tra la Lombardia e l’Emilia Romagna ad inoltrare oltre 1.200 domande che hanno causato una ulteriore truffa per 1,5 milioni di euro.
Pronti a incassare il reddito di novembre
Nell’ordinanza si sottolinea «il grave clima di vera e propria intimidazione che il sodalizio è in grado di ingenerare, con minacce perpetrate sia esplicitamente sia in forma allusiva», ma anche il fatto che «gli indagati si stanno preparando per una nuova tornata del reddito di emergenza, nel mese di novembre, ciò denotando che le attività delittuose non sono mai state cessate e sono in corso di svolgimento».
© RIPRODUZIONE RISERVATA