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1:50 pm, 7 Novembre 21 calendario

Cop26, tutto ok o no? Ecco gli impegni presi finora

Di: Redazione Metronews
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Ultimi giorni di Cop26 a Glasgow. Ma a che punto siamo per gli impegni presi finora dai leader di 200 Paesi e dai 20 mila delegati? Le aspettative sono state deluse? Mentre il popolo dei ragazzi di Greta scende in piazza per confermare il bla bla dei grandi,  una prima analisi  realizzata dall’Università di Melbourne dice che se le promesse fossero mantenute, la limitazione delle emissioni di gas serra potrebbe mantenere l’aumento della temperatura mondiale al di sotto dei 2 gradi, per la precisione a 1,9. Un valore inferiore dunque al limite superiore di 2 C stabilito nell’accordo di Parigi del 2015 e considerato cruciale per evitare gli effetti peggiori del cambiamento climatico, ma al di sopra del limite di 1,5  auspicato da molti. Le aspettative per questa conferenza erano basse, ma gli osservatori esperti della Cop sono stati piacevolmente sorpresi da una serie di annunci che suggeriscono che il mondo è su un percorso inarrestabile verso un futuro a basse emissioni di carbonio.

Tra le bad news c’è il fatto che i governi sono comunque lontani dal raggiungere l’obiettivo di limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5 C entro il 2100. Ci si aspettava che la Cina migliorasse la sua offerta per raggiungere il picco di emissioni entro il 2030. Era atteso almeno un gesto simbolico che non è arrivato. Delusione anche per l’annuncio dell’India di Modi perchè uno degli obiettivi chiave di questo vertice è che tutti i Paesi si impegnino a raggiungere lo zero emissioni nette entro il 2050. Ecco comunque il punto della situazione.

Cosa si è promesso a Cop26

CARBONE A Roma, i Paesi del G20 si sono impegnati a smettere di sostenere i progetti di centrali a carbone all’estero. Il nuovo piano varato a Glasgow include per la prima volta anche gas e petrolio e contiene la promessa di riorientare il denaro verso le energie rinnovabili: se gli impegni saranno rispettati, oltre 15 miliardi di dollari saranno dirottati sulle fonti «pulite». Un’altra iniziativa promossa dal governo britannico ha visto oltre 40 Paesi impegnarsi su una dichiarazione di «transizione del carbone verso le energie pulite». Vi figurano in particolare Paesi che fanno parte dei primi 10 utilizzatori del carbone, come la Corea del Sud, l’Indonesia e la Polonia; ma in questo caso grandi Paesi come Australia, Cina, India, Stati Uniti, Giappone e Russia non hanno firmato. Per giunta una ventina di Paesi, fra i quali anche Stati Uniti e Canada, si sono impegnati assieme ad alcune istituzioni finanziarie a bloccare entro il 2022 tutti i finanziamenti di progetti all’estero che utilizzino le fonti fossili dell’energia.

FORESTE Oltre cento leader del mondo, che guidano i Paesi ospitanti l’86% delle foreste del globo, si sono impegnati a stroncare la deforestazione entro il 2030, mettendo sul tavolo impegni finanziari (che comprendono anche investimenti privati) per un ammontare di 19,2 miliardi di euro. L’Unione europea si è impegnata per un miliardo, di cui 250 milioni da destinare al Bacino del Congo (secondo polmone della Terra dopo l’Amazzonia). Il presidente americano, Joe Biden, ha annunciato che chiederà al Congresso di stanziare nove miliardi entro il 2030. Ma tra i firmatari ci sono anche Brasile (sotto attacco per aver trascurato negli ultimi anni l’Amazzonia), Russia, Cina, Colombia, Indonesia, Australia, Costa Rica. Il premier britannico Boris Johnson ha definito l’accordo sulla deforestazione fondamentale per l’obiettivo generale di limitare l’aumento della temperatura a 1,5 C, l’obiettivo più ambizioso dell’accordo di Parigi.

INDIGENI Oltre 1,4 miliardi di euro per aiutare le popolazioni indigene e le comunità locali a proteggere gli ambienti naturali in cui vivono. E’ questo un altro impegno preso al vertice di Cop26 da parte di diversi Paesi insieme a 17 istituzioni private. Gli aderenti- Germania, Norvegia, Paesi Bassi, Regno Unito e Stati Uniti- hanno sottoscritto un piano che mira a valorizzare il ruolo delle popolazioni indigene nella difesa della biodiversità delle foreste tropicali, «fondamentale per tutelare il pianeta dei cambiamenti climatici».

FINANZIAMENTI E ACCORDI CON PAESI MENO SVILUPPATI Nel suo intervento alla Cop26 a Glasgow il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha invitato a mantenere l’impegno di destinare ai Paesi in via di sviluppo cento miliardi di dollari l’anno per la transizione climatica. «L’Europa c’è con venticinque miliardi e con altri cinque ulteriori che ha deciso di stanziare; gli Stati Uniti stanno facendo la propria parte. Chiediamo a tutti di fare la propria», ha dichiarato Michel. In effetti, le nazioni ricche hanno fallito nel consegnare i 100 miliardi di dollari promessi ai Paesi poveri entro il 2020.

FINANZIAMENTI A ENERGIE RINNOVABILI I governi di Sudafrica, Francia, Germania, Regno Unito e Stati Uniti d’America, insieme all’Unione Europea, hanno annunciato a Cop26 una nuova ambiziosa «Partnership per una giusta transizione energetica» a sostegno degli sforzi di decarbonizzazione del Sudafrica. Il partenariato mira ad accelerare la decarbonizzazione dell’economia sudafricana, con particolare attenzione al sistema elettrico, per aiutarlo a raggiungere gli ambiziosi obiettivi di taglio delle emissioni. In pratica, si tratta di un impegno iniziale di 8,5 miliardi di dollari per la prima fase di finanziamento, attraverso vari meccanismi tra cui sovvenzioni, prestiti e investimenti agevolati e strumenti di condivisione del rischio, anche per coinvolgere il settore privato. Nelle previsioni, il partenariato eviterà fino a 1-1,5 gigatonnellate di emissioni nei prossimi 20 anni e aiuterà il Sudafrica ad abbandonare il carbone (di cui è dipendente al 90%) e ad accelerare la sua transizione verso un’economia a basse emissioni e resiliente al clima. Inoltre l’ex governatore della Banca d’Inghilterra Mark Carney sta cercando di spostare trilioni di dollari di capitale privato a sostegno della tecnologia pulita. Ha riunito 450 organizzazioni che controllano 130 trilioni di dollari, circa il 40% delle risorse private globali: l’obietivo è spostare le finanze verso attività che aiutano il passaggio a zero emissioni di carbonio, come le energie rinnovabili. Circa 40 Paesi sostengono i «Glasgow Breakthroughs”: un impegno per dare ai Paesi in via di sviluppo l’accesso all’innovazione e agli strumenti necessari per passare a zero emissioni nette di carbonio. Downing Street ritiene che l’iniziativa possa creare 20 milioni di nuovi posti di lavoro a livello globale e aggiungere oltre 16 trilioni di dollari alle economie sia delle economie emergenti che di quelle avanzate.

METANO Sono oltre cento i Paesi, rappresentanti il 70% dell’economia globale, che a Cop26 hanno ora aderito all’impegno per ridurre le emissioni di metano – potente gas serra – del 30% entro il 2030 rispetto al 2020. Alla Cop26 di Glasgow è stata lanciata ufficialmente l’iniziativa promossa da Stati Uniti e Ue. I Paesi che hanno aderito al ‘pledgè rappresentano tutte le regioni del mondo e comprendono rappresentanti delle nazioni sviluppate e in via di sviluppo. «Il metano è uno dei gas che possiamo ridurre più rapidamente» ha detto la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, insieme al presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. Il metano – ha ricordato – è responsabile di «circa il 30%» del riscaldamento globale. Secondo gli esperti, un taglio del 30% alle emissioni di metano permetterebbe di ridurre l’aumento delle temperature di +0.3 gradi.

NEUTRALITA’ CARBONICA INDIA E CINA «Entro il 2070, l’India raggiungerà l’obiettivo della neutralità carbonica”: lo ha annunciato il premier indiano Narendra Modi, intervenendo alla Cop26 di Glasgow. Si tratta di un annuncio importante visto che l’India – quarto Paese al mondo per quantità di emissioni – si era rifiutata di dare una scadenza per raggiungere la neutralità carbonica. La Cina si è impegnata a raggiungere la neutralità carbonica entro il 2060.

NEUTRALITA’ CARBONICA FINANZA E SOCIETA’ Il cancelliere britannico Rishi Sunak ha stabilito piani per incoraggiare istituzioni finanziarie e le società quotate del Regno Unito a mostrare piani a zero netto, contribuendo così all’obiettivo che il Paese si prefigge di raggiungere entro il 2050.

RISERVA GALAPAGOS ESTESA Il presidente dell’Ecuador ha annunciato che il suo Paese sta espandendo di quasi la metà la riserva marina intorno alle Isole Galapagos, uno dei gioielli mondiali della biodiversità. Una nuova riserva marina coprirà 60.000 kmq, aggiungendosi a una riserva marina esistente di circa 130.000 kmq.

7 Novembre 2021
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