2:52 pm, 31 Ottobre 21 calendario

G20 clima, stop al carbone e zero emissioni entro il 2050

Di: Redazione Metronews
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Non c’è tempo da perdere, sul climate change: i leader intervenuti alla seconda giornata del G20, “pur nella diversità degli accenti, hanno convenuto in modo unanime sulla necessità di azzerare le emissioni nette di gas serra entro la metà del secolo, un impegno che sarà anche presente nella Dichiarazione finale del G20″.  “Questo G20 è di importanza cruciale, avviene alla vigilia della Cop26”, “stiamo mandando un messaggio molto chiaro: siamo ancora più ambiziosi rispetto all’Accordo di Parigi”, ha detto la cancelliera tedesca, Angela Merkel, durante la seconda giornata del Vertice del G20. Il presidente francese Emmanuel Macron durante il suo intervento alla seconda giornata del G20 sul clima, ha citato direttamente gli impegni concordati dagli sherpa dei Paesi membri del G20 durante i negoziati che sono durati tutta la notte. Fra questi, un fondo da 100 miliardi di dollari per sostenere la transizione ecologica nei paesi a basso reddito, un graduale azzeramento dei finanziamenti alle centrali a carbone, la riallocazione dei Diritti Speciali di Prelievo di nuova emissione verso i paesi più bisognosi. “In questa stanza, abbiamo opinioni diverse su quanto rapidamente dobbiamo iniziare ad agire e sulla velocità con cui dobbiamo cambiare rotta” sul clima, ha detto il presidente del Consiglio, Mario Draghi, aprendo la seconda giornata.    “Le economie emergenti provano risentimento per i paesi ricchi, per quanto hanno inquinato in passato, e chiedono aiuti finanziari per essere sostenuti in questa transizione – ha aggiunto Draghi – si chiedono anche se gli impegni che prenderemo siano davvero credibili, visti i nostri fallimenti precedenti. Dobbiamo ascoltare queste preoccupazioni e agire di conseguenza, ma non possiamo sacrificare la nostra ambizione collettiva“, ha concluso.

Lo faremo perché è difficile
L’editoriale di Stefano Pacifici

Lo stop al carbone

Lo stop al finanziamento delle centrali a carbone, il contenimento delle emissioni di metano e la riduzione delle esportazioni di fonti di energia fossile sono stati al centro di molti degli interventi della sessione del G20 sul clima. Il principio fondamentale, ricordato da tutti i leader, è quello delle responsabilità “comuni ma differenziate” da parte dei Paesi mondiali, ricordando la necessità di aiutare in modo particolare i paesi emergenti e a basso reddito ad affrontare i costi della transizione.

Draghi: “Italia triplica gli sforzi”

“Continuiamo l’impegno nella lotta al cambiamento climatico. I Paesi del G20 si sono impegnati a mantenere l’obiettivo di 1,5 gradi con una serie di interventi immediati. Abbiamo deciso di lasciarci alle spalle il carbone e di eliminare i finanziamenti entro il 2021. Tutti i Paesi del G20 si impegneranno a emissioni zero entro la metà del secolo. Sono lieto di annunciare che l’Italia triplicherà il suo impegno finanziario a 1,4 miliardi di dollari all’anno per i prossimi 5 anni”, ha detto il presidente del Consiglio Mario Draghi a conclusione del G20. Come G20 “ci siamo avviciniati molto di piu’ all’obiettivo di raggiungere il finanziamento di 100 miliardi di dollari a sostegno dei paesi” più vulnerabili. “E come ha detto il presidente Macron possiamo utilizzare i finanziamenti per colmare qualsiasi divario”. “Saremo giudicati da quello che faremo. Vorrei ringraziare molti degli attivisti che ci spingono, ci mantengono tutti sul pezzo”, anche “quando dicono che sono stanchi di questi bla bla bla” o che “parliamo senza sostanza. Io penso che questo vertice ha riempito di sostanza queste parole”.

Il multilateralismo

Il multilateralismo, principio cardine citato da Mario Draghi nei suoi interventi, “è stato invocato in modo ampio e trasversale come imprescindibile per contrastare in modo efficace il cambiamento climatico”.    Secondo le stesse fonti molti leader hanno citato il G20 come principale promotore del multilateralismo: il presidente russo Vladimir Putin, ad esempio, ha dichiarato che il G20 deve essere leader nello stabilire regole chiare, uniformi e trasparenti.

Accordo Usa-Ue su acciaio, fine dei dazi

La guerra commerciale tra Ue e Stati Uniti su acciaio e alluminio è finita: o, almeno, è sospesa. Le tariffe imposte da entrambe le parti vengono revocate (anche quelle europee che dovevano entrare in vigore il 1 dicembre) così come viene chiusa la disputa aperta al Wto. Vengono avviati invece i negoziati per un accordo permanente. Lo hanno annunciato il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, e la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, a margine del Summit G20 a Roma.     “Viene inaugurata una nuova era di cooperazione transatlantica” dalla quale Usa e Ue “trarranno tutti benefici negli anni a venire” e “mostra il potere della nostra forte partnership e cosa siamo in grado di ottenere lavorando insieme”, ha affermato il capo della Casa Bianca. “Continueremo insieme a dimostrare al mondo che le democrazie sono in grado di dare soluzioni solide ai problemi”, ha aggiunto con particolare riferimento alla Cina.      “Abbiamo deciso di sospendere le tariffe su acciaio e alluminio e di avviare i lavori su un nuovo accordo globale sull’acciaio sostenibile. Ciò segna una nuova pietra miliare nel nostro rinnovato partenariato Ue-Usa ed è una novità mondiale nei nostri sforzi per raggiungere la decarbonizzazione della produzione e del commercio mondiale di acciaio. Un grande passo avanti per combattere il cambiamento climatico”, ha sintetizzato von der Leyen. Insomma, servirà anche al carbone. “L’accordo è aperto a tutti i partner che la pensano allo stesso modo”, ha aggiunto lasciando il campo aperto anche ad altri. L’accordo viene siglato in nome della rinata amicizia tra Ue e Usa ma anche per il percorso comune verso la neutralità climatica. “La produzione di acciaio è una delle maggiori fonti di emissioni di carbonio a livello globale. Affinché il consumo e il commercio di acciaio siano sostenibili, dobbiamo affrontare l’intensità di carbonio del settore. Dobbiamo anche affrontare i problemi di sovraccapacità”, ha spiegato von der Leyen.

31 Ottobre 2021
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