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5:25 pm, 27 Ottobre 21 calendario

Il Medicane sarà di nuovo sulla Sicilia, onde da 4,5 metri

Di: Redazione Metronews
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Il ciclone Medicane, attualmente presente a sud-est della Sicilia, piomberà presto  di nuovo sull’isola. Il Centro Operativo di Sorveglianza Ambientale dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) segnala che «durante la giornata di domani è previsto un ciclone medicane, che potrebbe muoversi verso nord arrivando, tra la sera di domani e la mattina di venerdì sulle coste della Sicilia Orientale e Calabria ionica». Sono previste, afferma l’Ispra, precipitazioni intense e forti mareggiate sulla costa, con onde aventi altezza significativa oltre 4.5 metri.

Il Medicane e l’autunno

I fenomeni di ciclone mediterraneo, afferma l’Ispra, stanno caratterizzando la stagione autunnale nel Mar Ionio, apparendo con sempre maggiore frequenza. Altri casi di intensi Medicane nel Mar Ionio, che alla fine hanno impattato sulle coste della Grecia, sono avvenuti a settembre 2018 e a settembre del 2020.

Gli effetti del cambiamento climatico

Secondo Gianmaria Sannino, climatologo presso l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea), «ci attendiamo mareggiate importanti nella Sicilia sudorientale – continua l’esperto – con piogge e onde significative, che potrebbero superare gli 8 metri di altezza al largo delle coste siciliane e maltesi. Ci aspettiamo che tra il 28 e il 29 ottobre il Medicane si sposterà verso est colpendo la Grecia. Di medicanes nel Mediterraneo se ne formano in media nell’anno uno, due e questa è la stagione tipica per la formazione di questi oggetti meteorologici». «A fine anno si valuterà l’insieme di medicane che si sono verificati nei mesi precedenti – precisa lo scienziato – compresi gli eventuali fattori di preoccupazione, come ad esempio la velocità di propagazione, associata a danni più violenti in caso di medicane più lenti». Il climatologo spiega poi che ci sono altri indici che testimoniano gli effetti del cambiamento climatico e dell’emergenza climatica in corso. «L’aumento della frequenza e dell’intensità degli eventi climatici estremi rappresenta uno degli aspetti più preoccupanti del profondo cambiamento che sta interessando il pianeta Terra – continua Sannino – i modelli di previsione suggeriscono che la situazione tenderà a peggiorare, specialmente se non si interviene al più presto con azioni di mitigazione mirate ed efficaci. Sappiamo che il cambiamento climatico è ormai inevitabile, ma possiamo influenzare la gravità delle conseguenze che le prossime generazioni dovranno affrontare».

La Cop26

Anche in vista della Cop26, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che si terrà dal 1 al 12 novembre 2021 a Glasgow, il ricercatore ribadisce l’importanza di individuare una strategia percorribile per intervenire e affrontare l’emergenza climatica. «Sappiamo quali sono le misure da adottare – osserva – dobbiamo ridurre le emissioni di gas a effetto serra, incentivando la produzione e l’utilizzo di energie rinnovabili, riducendo il volume dei trasporti, promuovendo quando possibile il lavoro agile e investendo nell’economia circolare». «La pandemia ci ha insegnato che è possibile lavorare in un modo diverso, più smart – commenta Sannino – che fa bene all’ambiente, al clima e alla salute delle persone. Un cambiamento radicale del sistema economico potrebbe portare a nuovi posti di lavoro e a una gamma di possibilità da cogliere. Durante il 2020, a causa di Covid-19 e dei lockdown, si è registrato un calo del 6-7% nelle emissioni medie globali, che è la direzione in cui dobbiamo andare per i prossimi 30 anni se vogliamo sperare di far fronte alle conseguenze socioeconomiche dei cambiamenti climatici. In caso contrario la spesa per la gestione dell’impatto dell’emergenza sarà estremamente esosa e impossibile da sostenere. Dobbiamo assolutamente intervenire, passare dall’individuazione delle strategie all’attuazione di misure concrete, efficaci, mirate».

27 Ottobre 2021
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