Al Carcere di Capanne 72 detenuti al lavoro

Al Carcere di Capanne 72 detenuti al lavoro. Da Perugia un esempio per tutte le carceri italiane. Un progetto che pone il lavoro come strumento di recupero e di reinserimento sociale dei detenuti. Regione Umbria, Frontiera Lavoro e il carcere di Capanne si sono uniti nel sostenere percorsi formativi centrati sul valore sociale del lavoro.
Al Carcere di Capanne 72 detenuti al lavoro
Sono 5 i percorsi formativi per addetto alla cucina, elettricista, addetto ai servizi di pulizia e operaio agricolo a favore di 72 detenuti, di cui 15 donne, partecipanti al progetto “Argo: percorsi formativi per il reinserimento dei detenuti” coordinato da Luca Verdolini. I 5 percorsi formativi hanno avuto l’obiettivo di favorire l’acquisizione di competenze per avvicinare i detenuti al mondo del lavoro, dando un senso alla pena attraverso la rieducazione e il reinserimento nella società. «Il lavoro – ammette la direttrice del carcere Bernardina Di Mario – è un veicolo di risocializzazione, di salvaguardia della propria dignità ed è un elemento che consente realmente all’autore di reato di poter scegliere la strada della legalità, ma è necessario concentrare gli sforzi su un’azione di rete tra l’istituzione penitenziaria, il territorio e la magistratura di sorveglianza per il reinserimento della persona privata della libertà personale nella società».
Antonello Menconi
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