tragedia sul set
1:17 pm, 22 Ottobre 21 calendario

Baldwin dallo sceriffo dopo la tragedia sul set

Di: Redazione Metronews
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L’attore Alec , che ha sparato con un’arma di scena sul set di un film western uccidendo la direttrice della fotografia e ferendo il regista, è stato sentito dallo sceriffo di .    Le immagini riportate dal quotidiano locale Santa Fe New Mexican mostrano il celebre attore all’uscita dell’ufficio dello sceriffo in piedi sul ciglio della strada, piegato con le mani sulle ginocchia.

Baldwin e l’incidente sul set western

L’incidente è avvenuto verso le due del pomeriggio al Bonanza Creek Ranch, dove si stavano girando alcune scene del western “Rust”, di cui Baldwin è produttore e protagonista.   L’ufficio dello sceriffo di Santa Fe ha aperto un’indagine per scoprire cosa è successo e che tipo di proiettile c’era nella pistola; non si sa se gli spari sono partiti durante le riprese o durante una prova. Per ora non sono state formulate accuse penali. La società di produzione ha diffuso una nota in cui si dice “devastata” da quanto accaduto e offre aiuto psicologico a tutti quelli che lavoravano al film. Le riprese sono state sospese a tempo indeterminato.

Regista in condizioni critiche

Secondo il portavoce dello sceriffo, il regista Joel Souza si trova in “condizioni critiche”, ricoverato in terapia intensiva. La società di produzione ha precisato che l’arma utilizzata doveva essere caricata a salve, ed è quindi particolarmente strano che abbia potuto uccidere: e l’indagine si concentra proprio sui proiettili partiti.     “Alec Baldwin si è presentato spontaneamente e ha risposto ad alcune domande, fornendo chiarimenti. Al momento non è stato accusato né arrestato nessuno”, ha spiegato il portavoce dello sceriffo Juan Rios.   Il luogo delle riprese, un ranch spesso utilizzato come set per i film western, è ora stato chiuso dalla polizia. Il film di Souza vedeva Baldwin come protagonista oltre che co-produttore. Il suo ruolo era quello di un fuorilegge, Harland Rust, che vuole aiutare il nipote di 13 anni condannato all’impiccagione per avere compiuto un omicidio.

L’esperto di set: “Assurdo e inspiegabile”

L’uccisione di Halyna Hutchins sul set “è assurda, è una cosa inspiegabile”: lo afferma Toni D’Angelo, figlio del cantautore e attore Nino, regista di alcuni film d’azione, in particolare “Falchi” e “Calibro 9”.     “Il pericolo delle armi su un set cinematografico non dovrebbe proprio esserci, perché le armi sono caricate a salve e ci sono professionisti che spiegano all’attore come si spara”, continua D’Angelo.     “Da quando fu ucciso Brandon Lee sul set de “Il Corvo” nel 1993, si giurò che non sarebbe mai più accaduta una cosa simile”, quindi “non so cosa pensare. O è stata presa una pistola che non doveva essere utilizzata oppure è assolutamente inspiegabile”.     Ma è possibile che i controlli non siano avvenuti a causa di un taglio ai costi della produzione? “Se così fosse sarebbe una cosa gravissima”, risponde il regista senza indugio. “I produttori sono i primi responsabili e la prima cosa che si fa quando si gira una scena con l’uso delle armi da fuoco è la messa in sicurezza del set. Solo dopo si gira”, spiega Toni D’Angelo. Che aggiunge: “Hollywood è un’industria vera, non esiste competizione con loro. Ma noi italiani, con il cinema degli anni Settanta, siamo stati un modello anche per loro come artigiani e siamo stati molto amati e copiati”.

22 Ottobre 2021
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