Festa del Cinema
2:46 pm, 19 Ottobre 21 calendario
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Quentin Tarantino: «Non ti curar delle critiche e sii libero!»

Di: Orietta Cicchinelli
Quentin Tarantino
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Quentin Tarantino
Quentin Tarantino alla Festa del Cinema di Roma 2021-Premio alla Carriera  (Lapresse)

Un’ovazione per Quentin Tarantino alla Festa del Cinema di Roma. In una Sala Petrassi stracolma (solo posti in piedi dietro e ai lati delle telecamere schierate), il “Picasso del Cinema” arriva con appena 20′ minuti di ritardo all’incontro stampa. Una salva di flash lo attende dai telefonini pronti a immortalare l’attimo. Tarantino, che riceverà in serata il Premio alla Carriera dalle mani del maestro dell’horror Dario Argento, si concede generosamente al pubblico e scherza su alcune domande dei giornalisti.
«Le mie priorità oggi sono un po’ cambiate con la nascita di mio figlio. Un motivo c’è se l’ho avuto verso la fine della mia carriera e non all’inizio», confessa il regista di Pulp Fiction, Le Iene, Kill Bill, Django Unchained, The Hateful Eight e altri cult. Con 2 premi Oscar, 3 Golden Globe, 2 premi Bafta e 1 Cèsar all’attivo, Quentin non ha paura di ammettere che «Oggi essere liberi è un po’ più difficile. Ma penso che non bisogna rifletterci troppo, perché altrimenti ci si limita da soli. Quando ho fatto “Le Iene” – aggiunge – ho ricevuto tante critiche all’inizio ma poi… Mi sono detto ho fatto un film divertente sui gangster: che problema c’è?».

Quentin Tarantino e le critiche

Un consiglio-avviso ai naviganti da artista consumato, un po’ Aristotele e un po’ Picasso. «Non bisogna essere troppo sensibile e farsi prendere troppo dalle critiche. Io penso che se un film è argomento di conversazione e se affronta temi e lascia un segno ci saranno sempre persone che non lo ameranno. Bisogna accettare il fatto che ti insulteranno e andare oltre. Ci troviamo in un tempo repressivo, vero, ma gli Anni ottanta lo erano altrettanto. “Pulp fiction” è nato nel 1988 in un periodo di repressioni e critiche».

Il cinema è morto? Lunga vita al Cinema!

A chi gli chiede se il cinema sia davvero finito risponde serafico: «Stiamo a vedere! Io ho riaperto la mia sala cinematografica che fa revival dopo la pandemia da Covid ed è piena tutte le sere. Ho anche acquistato un altro cinema, ma questo forse è un livello un po’ di nicchia, tipo boutique, quindi sono ottimista. Ma io so anche di essere stato fortunato ad aver potuto girare “C’era una volta a Holliwood” giusto in tempo prima che la “finestra” si chiudesse e non lasciasse passare altro. Il prossimo film? Non so quale sarà. Kill Bill III? Non lo escludo», risponde il regista statunitense tra gli applausi generali.

Estetica e narrativa: prima l’uovo o la gallina?

«Quando scrivo la sceneggiatura – racconta il regista, sceneggiatore e attore – non penso al film ma alla pagina bianca che ho davanti. In quel momento siamo solo io, la carta e la penna. Quel che conta è la qualità narrativa dei personaggi. A un certo punto, però, loro prendono in mano la narrazione. Dunque, conta la qualità narrativa, scoprire la storia e i personaggi. Quando poi realizzo il film allora faccio il lavoro con gli attori e aggiungo elementi cinematici e tutto il resto. Ma la scrittura è letteraria all’inizio».

Quentin Tarantino dixit: “Non abiterei nei miei film ma…”

«Nessuno dei miei film corrisponde a un mondo in cui vorrei abitare – precisa, alla domanda sui suoi personaggi di celluloide – se si fa eccezione per “C’era una volta a Hollywood”. Chi eliminerei dalla faccia della terra se potessi, restando impunito? Ok, sto al gioco con questa domanda… Probabilmente eliminerei “La nascita di una Nazione” di Griffith, nell’episodio che ha ispirato il razzismo e la rinascita del Klu Klux Klan. Se il film fosse stato processato a Norimberga sarebbe stato sicuramente dichiarato colpevole. Detto ciò…io non voglio uccidere nessuno, sia chiaro!».

 

19 Ottobre 2021
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