Gran Bretagna senza restrizioni: Covid da incubo
In una Gran Bretagna senza restrizioni e distanziamenti è tornato l’incubo Covid: per il quinto giorno consecutivo il Regno Unito ha superato la soglia dei 40 mila nuovi casi di Covid, un trend in ascesa che non accenna a diminuire ma che anzi è stabilmente crescente da metà settembre. A pesare è soprattutto la variante Delta che macina contagi tre mesi dopo la fine delle restrizioni, insieme alla resistenza dei britannici che fin dall’inizio dell’epidemia si sono mostrati poco propensi a seguire le regole anti-Covid.
Oltre 45mila casi di Covid
Nelle ultime 24 ore sono stati registrati 45.140 tamponi positivi, l’impennata maggiore da metà luglio, mentre i morti sono stati 57. Negli ultimi sette giorni il numero totale di contagi è stato di 300.081, +15,1% rispetto alla settimana precedente, mentre il bilancio complessivo dei morti è stato di 852 (+8,5%). Sembrano così frustrate le aspettative del premier Boris Johnson che il 19 luglio ha riaperto il Paese con il Freedom Day, revocando le restrizioni, forte dell’alto tasso di vaccinazione. Johnson all’epoca aveva difeso la scelta esortando però la popolazione a usare la massima prudenza: al Governo bastava una popolazione adulta in maggioranza vaccinata e un’economia in sofferenza, oltre che il parere degli esperti come il professor Neil Ferguson, membro del Gruppo di consulenti scientifici per le emergenze, convinto che l’effetto dei vaccini stava «drasticamente riducendo il rischio di ospedalizzazioni e di decessi» e che per l’autunno «gran parte della pandemia» sarebbe stata «alle spalle».
Il “piano” di Johnson
Non solo: a metà settembre, Johnson aveva ribadito la linea decisa dal governo, dicendosi «fiducioso di poter andare avanti con il Piano A» che prevede vaccini, tamponi e regole per l’isolamento, evitando il Piano B che include regole più severe su mascherine e assembramenti. Tuttavia, il numero crescente di contagi ha riportato la sua gestione dell’epidemia di Covid nel mirino delle critiche. Pochi giorni fa un rapporto di 150 pagine redatto dalle Commissioni Salute, Assistenza Sociale, Scienza e Tecnologia del Parlamento britannico, ha denunciato una risposta lenta al Covid da parte del Governo Johnson, puntando il dito contro l’approccio iniziale, il lockdown ritardato, i fallimenti nel programma di tracciamento dei contatti. E adesso è di nuovo incubo.
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