Un pappagallo con cui fare due chiacchiere
PAPPAGALLI Alcuni parlano “nella loro lingua”. Altri imitano la voce umana. Altri ancora di chiacchierare proprio non ne hanno voglia. Loro, i pappagalli domestici, non sono tutti uguali. Ne esistono almeno cinque specie con caratteristiche e peculiarità differenti.
Alcune razze di pappagalli parlanti
Il cenerino, originario dell’Africa, è ritenuto il più intelligente: ripete ogni frase del proprietario verso il quale prova un legame quasi morboso. Esteticamente è grigio cenere con punte di bianco e con la coda rossa: vive dai 40 ai 60 anni e non sopporta star chiuso in gabbia. Esattamente come il cacatua, proveniente dall’Oceania: piume bianche, becco ricurvo e cresta vistosa, questo pappagallo parlante se non si sente al centro dell’attenzione arriva a strapparsi le penne per la frustrazione. Poi c’è il calopsite, il più economico: taglia piccola, arriva a circa 30 centimetri e vive 20 anni. Abituato a vivere in gruppo, è curioso e socievole ma non sempre loquace.
I pappagalli che imitano la voce umana
Tra i chiacchieroni che imitano la voce umana c’è il Conuro del sole che vive 50 anni e il più longevo Ara. Vive fino a 70 anni e proviene dall’America centrale e del sud: la specie più diffusa è l’Ara ararauna (gialloblu). Adora parlare e stare in una gabbia adatta che gli permetta di arrampicarsi. E proprio per questa sua caratteristica, nel corso del tempo, è stato impiegato come giocoliere circense. Però: visto che un animale va sempre rispettato, giocare con lui è sacrosanto, ridicolizzarlo dovrebbe essere assolutamente vietato. A voi la scelta.
La voliera più adatta
Tenere un animale in gabbia presuppone diversi accorgimenti. Nel caso dei pappagalli, bisogna tenere conto della loro necessità di muoversi e di aprire le ali: quindi la scelta dovrà ricadere su una voliera confortevole e sufficientemente ampia. Al suo interno devono esserci posatoi, ciotole e giochi senza che questi occupino lo spazio necessario alla mobilità del pappagallo.
La voliera dovrà misurare – in larghezza – almeno una volta e mezza la sua apertura alare e deve anche assicurare spazio alla coda, che non deve toccare il retro o la base della struttura.
Poiché questi animali hanno bisogno di riferimenti la gabbia deve essere quadrata o rettangolare, in modo da assicurare loro una certa protezione. Ed anche lo spazio tra le sbarre – meglio se orizzontale – deve essere adeguato per evitare che vi infili la testa o tenti la fuga.
https://it.wikipedia.org/wiki/Ara_ararauna
PATRIZIA PERTUSO
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