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5:03 am, 30 Settembre 21 calendario

Torino, Lo Russo: “Sogno la città delle opportunità”

Di: Andrea Sparaciari
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Stefano Lo Russo, 45 anni, candidato Centrosinistra a sindaco.
Il problema ambientale a Torino: quali sono i suoi piani contro lo smog?
«La sostenibilità ambientale è la sfida del futuro e, insieme alla transizione ecologica, deve costituire una delle linee di sviluppo della città. Perché una città è attrattiva se è sostenibile. Qualità dell’aria e emergenza ambientale dovranno essere al centro delle politiche strutturali per la riconversione energetica di edifici e mezzi di trasporto. Servono azioni integrate, non iniziative sporadiche e non coordinate su area vasta. Per quanto riguarda le ciclabili, occorre completare il Biciplan, realizzando infrastrutture per la ciclabilità ed estendere le zone 30 km/h. È necessario proseguire con la realizzazione di ciclabili, migliorandone la sicurezza tra auto, pedoni e monopattini».
Torino negli ultimi anni ha sofferto la deindustrializzazione. Ricetta per l’occupazione?
«Torino ha nel mondo l’immagine della città del lavoro, da molto tempo. È stata una città che per secoli si veniva a lavorare. Qui si veniva per migliorare la condizione di vita. Purtroppo ora Torino non è più attrattiva neanche per chi vuole cercare lavoro. La futura gestione del Comune ha un compito prioritario: far ripartire le vocazioni produttive della città. Il sindaco deve costruire condizioni per attrarre investimenti. Il futuro di Torino è legato a una solida politica industriale nazionale e Torino deve essere protagonista nel dibattito. Impossibile immaginare Torino senza manifattura, dobbiamo rafforzare questo settore. Il futuro della città deve ripartire da un nuovo patto con le parti sociali. Con tutte le forze che hanno a cuore il destino della città. Solo così si creeranno le condizioni per le quali un giovane può scegliere di venire o restare a Torino. La città che sogno è quella delle opportunità».
Mobilità: cosa si può fare per migliorare?
«E’ tema cruciale: consente di collegare servizi, residenza, lavoro, istruzione e tempo libero ma richiede investimenti in tempo e risorse. Penso a un sistema efficiente e integrato di trasporti, i servizi di trasporto pubblico in tutte le zone di Torino e dell’area metropolitana; per questo serve implementare in modo strutturale le linee, soprattutto nelle periferie. Gtt è una grande azienda, dove il personale fa un grande lavoro, spesso in condizioni difficili, garantendo il sevizio anche in un periodo molto difficile come quello pandemico. Di sicuro servono nuovi investimenti per il rinnovamento del parco mezzi e sul personale».
Periferie: quali interventi?
«Il tema è la perdita del commercio e dei servizi, cittadini che si sentono abbandonati. E il Comune in questo ha la possibilità di agire, riaprendo anagrafi, ambulatori e centri sportivi chiuso in questi anni. In periferia c’è anche vivacità sociale, associativa, che ha bisogno di ascolto e risposte. Il Comune è un facilitatore dei processi di sviluppo e questo ruolo lo vogliamo assolvere con responsabilità e condivisione».
Il suo primo provvedimento sui servizi?
«Riaprire i servizi amministrativi chiusi in questi anni. E tornare a quelli anagrafici degni di una grande città, ora non ancora accettabili. Inoltre intendo rivendicare il ruolo del Sindaco come autorità sanitaria cittadina, quindi rivendicherò con la Regione il coinvolgimento sulla medicina di territorio e sulle Case della Salute».
Casa: cosa propone per le case popolari?
«La crisi pandemica sta avendo e avrà nei prossimi mesi gravi effetti sulle famiglie in condizioni di fragilità economica, cui dovremo dare risposte, a partire dalla casa».
L’emergenza abitativa sul territorio è significativa.
«Evidente che occorra intervenire in fretta e con soluzioni concrete. Servono tempi di manutenzione e di riassegnazione più rapidi per case rimaste sfitte, oggi troppo lunghi, e investimenti per acquisire patrimonio immobiliare da destinare all’emergenza. Serve coordinamento con Regione e Comuni per un “piano casa” dell’area metropolitana e per il recupero del patrimonio immobiliare non utilizzato: ad oggi sono oltre 50mila a Torino le case sfitte sul mercato privato che potrebbero essere messe a disposizione, con garanzie e sgravi fiscali per i proprietari, ad affitto calmierato per famiglie a basso reddito e universitari».
Cultura: una delle accuse alla passata giunta è stata di aver “spento la vita culturale”. Cosa propone?
«È stata fatta una contrapposizione sull’offerta culturale della città, come se rappresentasse un elemento superfluo. Ora quella rappresentazione strumentale nessuno la farebbe più, la cultura è tratto distintivo della città. E lavorare per renderla sempre più attrattiva non è velleitario ma è economia cittadina e significa rendere la città attrattiva. Le politiche culturali sono grande occasione di rilancio. Vogliamo riconoscere e promuovere il valore pubblico e sociale della cultura».
In una parola la città che vorrebbe?
«La città delle opportunità».
ANDREA SPARACIARI

 

30 Settembre 2021 ( modificato il 29 Settembre 2021 | 21:20 )
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