Bologna
5:00 am, 30 Settembre 21 calendario

Bologna, Battistini: “Portiamo il traffico fuori dalla città”

Di: Valeria Bobbi
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«La mia sarà una rivoluzione gentile. Voglio una politica che non sia fustigatore del cittadino e che ascolti le realtà economiche. E metta al primo posto un maggior ascolto del territorio. Sono un candidato civico. Non devo rispondere alle logiche della politica, alle coalizioni. Devo rispondere alla mia coscienza e a ciò che mi chiedono i cittadini». Si presenta così Fabio Battistini, candidato sindaco civico di Bologna sostenuto dai partiti di Centrodestra. Ha 65 anni, una laurea in Giurisprudenza, è un imprenditore titolare di un’azienda commerciale di intermediazione della componentistica per l’industria. È sposato e padre di quattro figli. Arriva dal mondo dell’associazionismo e del volontariato. Metro lo ha intervistato in vista delle elezioni comunali del 3 e 4 ottobre, in cui verrà eletto il sindaco che prenderà il posto dell’uscente Virginio Merola del Pd.

Battistini, come contribuirà allo sviluppo di Bologna?
«Anche se a Bologna si vive ancora bene è sotto gli occhi di tutti che la città negli ultimi anni si sia come “addormentata”. Il modello amministrativo degli ultimi venti anni è stato fondato sul mantenimento dello status-quo come criterio unico di governo. Ma per effetto della pandemia, purtroppo, il modello della nostra città è oggi da re-immaginare. Centinaia di persone hanno perso posti di lavoro, generando un impoverimento complessivo ed un incremento della domanda di sussidi ed aiuti. Il cambiamento che la nostra città attende è enorme, dobbiamo guardare ad esempi come Milano o Barcellona per capire le potenzialità di sviluppo non ancora colte».

Traffico e degrado della città sono tra i temi cardine del suo programma. Come intende migliorarli?
«Il tema della mobilità è tra i più critici per Bologna. Sono tantissimi i problemi concreti che i cittadini vivono quotidianamente: mancanza di connessione tra diverse aree della città, difficoltà ad accedere a determinate zone del centro, insufficienza di posti auto, inadeguatezza del trasporto pubblico, situazioni di traffico e inquinamento oltre i limiti. Di fronte a questo, tuttavia, la risposta del Comune è stata insufficiente. Tutte le politiche attuate su questo tema sono state declinate esclusivamente per il perseguimento dell’obiettivo ambientale di riduzione del 40% delle emissioni da traffico privato. È superficiale pensare che i sistemi di mobilità promossi dal Comune (come la mobilità pedonale o ciclabile) si sposino pienamente con le esigenze di chi lavora o di chi ha figli, caratterizzate da contingenze di trasporto in diverse aree della città: oggi il mezzo privato è una scelta non sostituibile».

Il piano per Bologna

Cosa proponete dunque?
«Il nostro programma punta all’attuazione di un piano urbano dei posti auto che preveda la realizzazione nel breve-medio periodo (tra i 2 e 5 anni) di nuove strutture di parcheggio fuori terra a sviluppo verticale, secondo standard innovativi in logica di smart mobility (almeno 20 aree della città – pari a circa 2.000 posti auto). Siamo inoltre contrari al progetto del tram nelle modalità tecniche con cui è stato pensato. Inoltre siamo per l’eliminazione degli autovelox all’interno del Comune di Bologna e sostituzione con sistemi dissuasivi della velocità davvero capaci di rallentare la velocità dei mezzi senza entrare surrettiziamente nelle tasche dei cittadini».

Quali sono le infrastrutture necessarie e Bologna?

«La prima infrastruttura che serve oggi a Bologna è un anello a sud della città che possa decongestionare il traffico autostradale, per poi lasciare l’attraversamento cittadino- Bologna è il più importante snodo autostradale del Sud Europa. Portiamo il traffico fuori dalla città».

E sul tema della sicurezza?
«Serve un maggior raccordo tra le forze di polizia e il comune. Pensiamo a una struttura politica, un assessorato deputato alla sicurezza. Un city manager. Non vogliamo la militarizzazione del territorio. Proviamo a ripensare la nostra città in proiezione futura. Avere uno guardo verso la modernità. Più illuminazione, più telecamere».

Cosa farà per i giovani della città?
«Guardi, la questione più importante è la creazione di posti di lavoro. A Bologna mancano 28 mila posti di lavoro. Il mercato li chiede, e l’offerta non li colma. Pensiamo a corsi di formazione finanziati, corsi di introduzione al lavoro. Il recupero di tutta quella fascia di 60enni che possono insegnare ai giovani. L’amministrazione comunale oltre a mettere dei fondi, può fungere da raccordo tra mondo dell’impresa, scuola e mondo delle professioni. Coinvolgendo i giovani, automaticamente trovi un beneficio per tutti«.

Perché i cittadini dovrebbero votarla?
«Per un segno di discontinuità con la precedente amministrazione. Se la città piace così, benissimo. Se scegliamo una decrescita infelice, come la descrivo io, un annaspare nella gestione del quotidiano, allora non facciamo neanche lo sforzo di andare a votare. Se invece vogliamo alzare lo sguardo, non dico di regalarci un sogno, ma almeno una prospettiva diversa per essere più efficienti e concreti nella vita quotidiana, io ci sono».

VALERIA BOBBI

 

La precedente intervista al candidato

Matteo Lepore

30 Settembre 2021 ( modificato il 29 Settembre 2021 | 22:25 )
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