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5:04 am, 28 Settembre 21 calendario

Calenda: “Per la mia Roma voglio solo esperti. Espertissimi”

Di: Stefano Pacifici
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Calenda, oggi Califano in auto come colonna sonora?
Carlo Calenda, classe 1973, candidato sindaco nella Capitale, sgobba ma si diverte. «Sì, oggi Califano. Alla fine conta solo il lavoro, tutto il resto è noia».
Qualche giorno fa “Il bello, il brutto e il cattivo”. Lei chi è dei tre?
«Il cattivo. Ho sempre amato Lee Van Cleef».
Il tweet di domenica sui complimenti alla Lazio non è stato preso bene dai romanisti.
«Eh, tanto qui qualunque cosa dici non va bene lo stesso. Io sono romanista, e come romanista al derby ho sofferto. Però è una questione di fair play…».
Giorgetti dice che lei ha caratteristiche giuste per amministrare Roma. Contento?
«Sì, io lo vedo come un endorsement. Ho un ottimo rapporto con Giorgetti, è una persona onesta, si è accorto che Michetti è un candidato improbabile».
Campagna dura. Quante Lacoste ha bruciato finora?
«Tantissime, tra caldo e umidità. Ma quella che sto facendo è una esperienza strepitosa».
Forse è la prima campagna “vera”, no?
«No, l’ho già fatta per le Europee e anche quella è stata una campagna difficile, ho girato parecchio. Però il lavoro duro, se ti piace, non ti pesa».
Dica la verità: mai pensato chi me l’ha fatto fare?
«Sì, all’inizio, dopo tre mesi: girando per Roma vedevo decine di problemi. Poi approfondisci e scopri che in realtà le soluzioni ci sono. Il fatto è che a Roma si è fatto poco, c’è un blocco politico, sia a destra che a sinistra, che di fatto lo ha impedito. E’ tutto intrecciato».
E come sarà la Roma di Calenda sindaco? Parola secca.
«Decorosa».
Nel passato secondo lei chi ha fatto meglio su quella poltrona?
«Rutelli. Sì, Rutelli è quello che ha fatto meglio».
Con lei chi farà il vice, lo dice?
«Ora non lo dico. Però di certo io ho bisogno di persone che con me devono risolvere i problemi. Devo fare una giunta con i migliori elementi, e non me frega nulla delle posizioni politiche dei singoli, da dove vengono. La mia sarà una squadra di esperti. Espertissimi».

Roma, il traffico e i mezzi pubblici

Concentriamoci sul programma. I romani oggi chiedono soprattutto due cose: rifiuti e trasporti. Andiamo con ordine. Rifiuti: lei vuole il termovalorizzatore, idea di dove farlo?
«Sui rifiuti serve un approccio lineare: dobbiamo fare il raddoppio di San Vittore e mettere Ama dentro Acea. In questo modo allontaniamo Ama dalla politica e siamo in grado di fare più investimenti. Poi servono subito 5000 spazzini di quartiere: li prendiamo anche dai percettori del Reddito di cittadinanza, con una integrazione salariale».
Discariche e differenziata?
«La discarica sarebbe solo di appoggio, di servizio».
Traffico e mezzi pubblici: vista la situazione, la prima cosa che fa.
«Il traffico è un disastro. E trovo inverecondo che Raggi faccia cantieri che mandano in tilt. Poi abbiamo visto piste ciclabili dementi, fatte malissimo: così non servono a niente. Se le fai così sulla Tuscolana, su via Gregorio VII, non servono a nulla. I mezzi: bisogna creare subito una nuova società, Atac, Ferrovie dello Stato e Cotral, in modo da tenere insieme tutte le infrastrutture».
Sarebbe fattibile una nuova società così?
«Sì, assolutamente sì. Si era già cercato di farlo durante la gestione Marino».
Centro storico: l’idea di una chiusura totale l’ha mai sfiorata?
«No, per adesso non ci sono le condizioni. Il Centro si è spopolato di abitanti. C’è da regolare il fenomeno delle case vacanza».
Periferie: in un anno e passa, quale domanda le hanno fatto più spesso?
«Chiaro che pulizia e illuminazione sono le cose più richieste. Per dire, mancano 40mila lampioni, nelle periferie. La prima cosa che farò è un piano di pulizia straordinario, che duri due anni».
Scuole comunali, asili, materne: ancora oggi molte famiglie restano fuori dalle graduatorie.
«Bisogna aumentare del 20% gli asili nido, considerando anche i convenzionati, e distribuirli meglio. E le graduatorie devono scattare anche quando l’insegnante va in un asilo convenzionato».

Calenda e i musei

Ho visto che vuole 120 nuove biblioteche diffuse in città. Come le farà?
«Non penso solo alle biblioteche, ma anche alle piccole librerie. Io sarò disponibile ad aiutarle anche finanziariamente, come Comune, se in cambio diventano piccoli poli culturali per i ragazzi, organizzano corsi, incontri».
La proposta di museo unico ha scatenato un putiferio. Ancora dell’idea?
«Certo. Non è un caso che il direttore degli Uffizi sia d’accordo. Infatti è un tedesco. Oggi abbiamo pochi visitatori. Aggiungiamo ai Capitolini il Museo della Civiltà romana, sarebbe il nostro “Grande Louvre”».
Roma ha rinunciato alle Olimpiadi. Lei alle stesse condizioni di allora cosa avrebbe fatto?
«Le avrei fatte, certo. Sono state raccontate cose finte. Le Olimpiadi costano, ma non le paga il sindaco. In una città che manca di infrastrutture, farle sarebbe servito, no?».
Stadio della Roma: quindi per lei meglio Pietralata di Ostiense?
«Pietralata, sì, perché si farebbe molto velocemente, sia per i trasporti che per l’area, non vincolata».
E quello della Lazio?
«Tifosi e società pensano al Flaminio, io non ho nessun problema. Ma devono sapere che ci sono molti vincoli, che quell’area ha difficoltà per l’impatto di parcheggi, e insiste su una necropoli».
Al netto delle criticità già note, cosa manca a Roma per non finire più nei corsivi dei giornali stranieri?
«Quello che ho detto prima, il decoro. Subito la chiusura del ciclo dei rifiuti. E poi occhio ai nostri driver: musei strutturati, un Politecnico, un centro elaborazione per la telemedicina, una vera Città dello Sport come a Singapore. Cultura e turismo».
Roma è capace di triturare tutto. Lei non si sente già un po’ triturato?
«No, ho molta voglia di andare a gestire. Sia il pubblico che il privato. Trovo più faticoso fare campagne elettorali che gestire».
E vale sempre la pena?
«Certo. Roma è la più grande sfida amministrativa. Tutti scappavano. Io sono qua».

STEFANO PACIFICI

 

 

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Roberto Gualtieri
Enrico Michetti

Virginia Raggi

28 Settembre 2021 ( modificato il 2 Ottobre 2021 | 15:28 )
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