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5:00 am, 28 Settembre 21 calendario

Sala: “I prossimi anni vorrei non dover più usare la parola periferie”

Di: Paola Rizzi
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Giuseppe Sala, 63 anni, manager, sindaco uscente di Milano, è ricandidato per il secondo mandato dal centrosinistra.

Meno auto e più mobilità alternativa: car sharing, bici in sharing, monopattini. Forse si è corso troppo, come dimostrano gli incidenti sui monopattini?
«Potenziare la mobilità sostenibile e diffusa per noi è una priorità. Nel 2021 a Milano è cresciuto l’utilizzo di scooter, bici e monopattini noleggiati da cittadini e pendolari, un dato significativo. L’aumento dei ciclisti è costante dal 2014. Sui monopattini elettrici chiediamo da tempo una legge nazionale per aumentare la sicurezza senza rinunciare alla componente innovativa del mezzo».

Piste ciclabili, argomento divisivo: la pista ciclabile di Buenos Aires non piace nemmeno a Gianni Bugno che è candidato in una lista che la sostiene.
«Milano crede nella mobilità ciclabile, in termini di riduzione dell’inquinamento e di impatto positivo su salute e stile di vita di chi si muove in bici. Nell’ultimo anno abbiamo realizzato 30 chilometri di ciclabili, per un totale di quasi 300 chilometri. Poi possiamo migliorarle, ma trovo fuori dal tempo le idee di chi usa il caso di Corso Buenos Aires come scusa per chiedere l’abolizione totale delle ciclabili».

E’ pensabile per Milano un sistema di trasporti h24 che permetta di lasciare a casa l’auto, anche nella città metropolitana?
«Al momento non ci sono le condizioni né economiche né legate ai bisogni di spostamento per allargare la metropolitana per tutte le 24 ore, ma lavoriamo per allargare l’ offerta. Con i finanziamenti del PNRR (Recovery Plan) che arriveranno a Milano potremo prolungare la linea M1 fino a Baggio e Monza e avviare il progetto per la linea di metropolitana leggera tra Cologno nord e Vimercate. L’anno prossimo sarà anche inaugurata la M4, con una stazione a Linate».

Sindaco Sala, il suo obiettivo dichiarato è stato ridurre la distanza tra centro e periferia. I critici l’accusano di aver pensato solo al centro e ai grandi progetti e che la città in 15 minuti funziona solo all’interno della cerchia dei Navigli.
«Nei prossimi cinque anni vorremmo utilizzare sempre meno il termine “periferie”. Abbiamo investito tanto, in termini infrastrutturali e urbanistici, per ridurre la cesura tra le varie di zone di Milano. L’idea di “città in 15 minuti” ha l’ambizione di portare i servizi di prossimità in tutti i Municipi, dalla sanità ai presidi della Pubblica Amministrazione. Ci sono quartieri dove abbiamo fatto bene. I fondi del PNRR ci daranno una mano a continuare su questa strada».

Milano città dei diritti. Rider, nuovo precariato, rifugiati: come intende intervenire su queste criticità?
«Siamo stati tra i primi in Italia ad attivare la macchina dell’accoglienza (in accordo con il Terzo settore e la Prefettura) e oggi a Milano vivono circa 150 cittadini afghani. La collaborazione con il mondo associativo è fondamentale anche per far arrivare sostegno e cura a chi è in difficoltà, come nel caso dei lavoratori precarizzati e delle nuove povertà. Sui rider penso che, al netto della soluzione legislativa più giusta per tutelarli, vada messa al centro la dignità del lavoro. In questi anni abbiamo troppo spesso letto storie che invece andavano nella direzione opposta».

Cultura. La pandemia ha messo in ginocchio molte attività. A parte quello che già viene investito nelle grandi realtà come Scala e Piccolo, come dovrà muoversi il Comune?
«La campagna vaccinale e il Green Pass ci permettono oggi di pianificare gli eventi pubblici in modo diverso. A ottobre partirà la campagna “Milano che spettacolo”, un invito e un incentivo economico al pubblico per tornare a teatro e nei luoghi di cultura. Supportiamo le richieste di tornare alla musica dal vivo al chiuso e la riapertura delle discoteche in sicurezza. Poi, lasciatemi dire: sono felicissimo del ritorno alla città del Teatro Lirico, previsto per gennaio, dopo 20 anni di attesa».

Vicenda nuovo stadio. Sul tavolo 3 ipotesi: due impianti, la ristrutturazione del Meazza o un nuovo impianto con abbattimento del vecchio. La città è divisa, i residenti sono preoccupati dal cemento: qual è la soluzione?
«A Milano non potranno esserci due stadi, i costi sarebbero insostenibili. Il progetto per lo stadio sarà molto rilevante per il futuro dell’area di San Siro, per questo richiede un supplemento di discussione che tenga insieme la rilevanza sportiva e la sostenibilità economica e ambientale. Se vinceremo le elezioni incontreremo di nuovo le squadre».

Se vince sarà il sindaco delle Olimpiadi: che cosa significano per Milano?
«L’occasione delle Olimpiadi è un’opportunità unica di crescita e connessione con il mondo. Dopo la stagione difficile della pandemia, Milano può rilanciarsi anche grazie alla possibilità di sperimentare. L’Arena Santa Giulia, la più grande infrastruttura sportiva di questo tipo in Italia, rappresenterà una delle possibili eredità positive di questa stagione. Se sarò rieletto essere il sindaco della Milano olimpica, sarà un’ideale chiusura del cerchio del mio contributo per la mia città, che da uomo delle istituzioni ho servito sin da Expo».

Navigli: il progetto di riapertura al secondo mandato lo porterà avanti?
«Si tratta di un progetto valido, che richiede ingenti finanziamenti. Se dovessero arrivare soldi ad hoc dal PNRR non ci tireremmo indietro».

In una parola definisca la Milano di Sala.
«In tre parole: sempre più Milano».

PAOLA RIZZI

 

La precedente intervista al candidato
Luca Bernardo

28 Settembre 2021 ( modificato il 27 Settembre 2021 | 23:09 )
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