Musica
6:21 am, 24 Settembre 21 calendario
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Carmen Consoli: «Ho imparato che i sogni son desideri»

Di: Orietta Cicchinelli
Carmen Consoli
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Carmen Consoli è tornata più sognatrice che mai col suo nuovo album “Volevo fare la rockstar”!
Al centro sempre il cuore, la passione, il sentire dentro se stessi. Sogni che rincorrono sogni. L’irresistibile potenza dell’amore che, quale uragano, si abbatte inevitabile come le cose che accadono. “Sta succedendo” canta… ed è inutile affannarsi a chiedersi il perché, come nello struggente volo del brano “L’aquilone”. Poi il flusso inarrestabile dei ricordi. Fiumi in piena che, in “Volevo fare la rockstar”, ripercorrono l’infanzia di Carmen Consoli. Così La Cantantessa catanese festeggia i primi 25 anni di carriera. “Più libera che mai” nella scrittura e nella composizione, ci regala un nuovo album Volevo fare la rockstar. 10 pezzi traboccanti d’immagini fiabesche e oniriche. Così, se il timore serpeggia nel disco (vedi l’ironica “Mago magone”, la materna “Le cose di sempre”, le più esplicite “Qualcosa di me che non ti aspetti” e “L’Uomo nero”), una contromisura da adottare c’è sempre. La Natura indica la via. Basta ascoltare “Imparare dagli alberi a camminare” o passare “Una domenica al mare”!

Carmen Consoli e la famiglia

«Volevo fare la rockstar? Perché quando sono nata io – spiega l’artista – i sogni non erano un crimine. Anzi! Venivano incoraggiati e alimentati e si trasformavano in desideri. In particolare la canzone che dà il titolo all’album è nata durante il Covid, durante gli arresti domiciliari. Volevo parlare della mia storia, dei ricordi. Mettermi al centro».
E sulla cover c’è Carmen bambina, col fiocco rosa e una penna smangiucchiata.
«Sono una mancina corretta: ho imparato a scrivere a casa. Ero più lenta degli altri: mi dicevano d’impugnare con la destra la penna. E tutto inizia dalla scuola, dai miei piccoli sogni, mentre in una giovane Italia succedevano tante cose. Poi c’era l’Italia veneta di mamma e quella siciliana di mio padre».

Un matrimonio di culture.

«Un matrimonio riuscito: tra polenta e caponata! Le due Italie erano il nonno siciliano e il veneto. Si parlava sempre di cibo mentre si mangiava a casa mia».
La scoperta della vocazione.
«Avevo ricevuto una musicassetta di Elvis Presley da papà e la sentivo spesso. Piansi quando seppi che Presley era morto anni prima. Allora sognai di essere una rockstar che per me voleva dire stare sul palco, con una chitarra vera e luci colorate, e con la gomma da masticare rosa, gigante come immaginavo fosse l’America».
Il primo palco casalingo negli anni bui del Belpaese.
«Avevo arrangiato un palco con una lampadina a intermittenza. Mi esibivo sul tavolo da cucina, incoraggiata dai miei. Erano gli anni delle faide, mentre a Nord c’era il terrorismo. Mi capitava spesso di vedere gente coperta da lenzuoli a Catania, con le belle scarpe che spuntavano fuori. Mio padre mi diceva che si trattava di un tizio addormentato. E mi ripeteva “lascia perdere. Pensa alla musica!”. Quindi sognavo… anche a scuola, dall’ultimo banco, creavo band».

Carmen Consoli e il cuore

Si definisce una ragazza all’antica.
«Perché i miei mi hanno insegnato che se si vuole raggiungere un obbiettivo agognato, occorre mettere in campo tutto. Senza risparmiarsi. E io ho imparato a seguire il mio cuore, cosa che oggi non è più di moda».
Aprire il cuore per Carmen.
«Accettare cosa siamo e lottare per realizzare il proprio sogno. È lì che succedono cose pazzesche! Niente paura. Sporgersi e sfidare la paura della vertigine».

24 Settembre 2021 ( modificato il 23 Settembre 2021 | 16:38 )
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