Milano
3:43 pm, 22 Settembre 21 calendario
3 minuti di lettura lettura

Dia: i rifiuti l’oro nero della ‘ndrangheta

Di: Redazione Metronews
condividi

Il traffico e lo stoccaggio di rifiuti, soprattutto in Lombardia, sono il nuovo petrolio della ‘ndrangheta. A dirlo, la relazione semestrale della Dia, la Direzione investigativa antimafia. «È ormai un dato di fatto consolidato come la complessa filiera dei rifiuti urbani, dalla raccolta, allo smaltimento e al riciclo, rientri tra i business prediletti dalle organizzazioni mafiose in Lombardia come nel resto del territorio nazionale». Ma nel territorio della regione «si continuano a registrare violazioni nelle fasi del trasporto e dello stoccaggio mediante l’utilizzo di false certificazioni».

Alcuni rifiuti pericolosi scoperti dai carabinieri in un capannone non autorizzato

Rifiuti stoccati e poi bruciati

Nella relazione si spiega inoltre che sono «numerose le attività d’indagine che dimostrano come spesso tali traffici vengano gestiti da compagini criminali composte prevalentemente da imprenditori del settore pronti a violare sistematicamente le norme ambientali». E in molti casi «è emersa l’azione di aziende di settore che dopo avere acquisito “sottocosto” i rifiuti dalle società di raccolta li smaltiscono senza il preventivo trattamento previsto dalle concessioni spesso in capannoni abbandonati che vengono poi dati alle fiamme».

In Lombardia 25 “locali” di ‘Ndrangheta

Secondo la Dia, la ‘Ndrangheta conta ben 46 “locali” nelle regioni settentrionali: 25 in Lombardia, 14 in Piemonte, 3 in Liguria, 1 in Veneto, 1 in Valle d’Aosta ed 1 in Trentino Alto Adige. In particolare, le indagini hanno dimostrato che i clan hanno allungato i loro tentacoli a Lonate Palazzolo (Varese), Desio (Monza e Brianza) e Pioltello (Milano). La ‘ndrangheta, rileva la Relazione, risulta «perfettamente radicata e ben inserita nei centri nevralgici del mondo politico-imprenditoriale anche nei contesti extraregionali» ed i numeri «dimostrano la capacità espansionistica delle cosche e la loro vocazione a duplicarsi secondo gli schemi tipici delle strutture calabresi».

A rischio le imprese in crisi

Sempre secondo la Dia, in Lombardia la criminalità organizzata tenta di infiltrarsi nel tessuto imprenditoriale colpito dalla crisi economica innescata dalla pandemia. Offrendo forme di sostegno, ma in realtà cercando di subentrare agli imprenditori nella proprietà delle aziende. «La criminalità organizzata potrà tentare di accreditarsi presso gli imprenditori in crisi di liquidità per offrire/imporre forme di welfare e di sostegno finanziario prospettando la salvaguardia della continuità aziendale ma con il reale intento di subentrare negli asset proprietari», si legge nella relazione. La ristorazione, la ricettività alberghiera, l’edilizia, i servizi funerari e cimiteriali, le attività di pulizia e sanificazione, la produzione dei dispositivi di protezione individuale e il comparto dello smaltimento dei rifiuti specie quelli ospedalieri «sono solo alcuni dei settori su cui viene focalizzata la necessaria attenzione da parte delle istituzioni». Inoltre, si spiega, «concreto e attuale è il rischio determinato dall’immissione di liquidità mafiosa nelle compravendite in Lombardia così come nelle altre regioni italiane».

22 Settembre 2021
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il giornale
Più letto del mondo