CINEMA
7:24 pm, 12 Settembre 21 calendario
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Frammartino: «Spero che il mio film arrivi all’estero»

Di: Redazione Metronews
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CINEMA Michelangelo Frammartino premio Speciale della Giuria di Venezia 78 non ha dubbi. «Il mio è un cinema sotterraneo – dice –. Tra le tante cose che mi ha convinto ad andare sotto terra è l’idea di appartenere a quella dimensione cinematografica sotterranea, non ufficiale. Del resto, l’underground è una componente importantissima della nostra cultura: tutto nasce al buio, poi arriva la luce».

L’augurio di Frammartino

E a proposito del suo film “Il buco” (che racconta la scoperta dell’Abisso del Bifurto nel Parco del Pollino, in Calabria, agli inizi degli Anni ’60 da parte di un gruppo di speleologi piemontesi) dice: «Mi auguro che il film raggiunga un pubblico internazionale. Perché il cinema è apolide, usa un linguaggio universale. E io lavoro con la materia e riduco al minimo le parole, i dialoghi».

Ai giornalisti in Laguna il regista spiega: «Mi fa molto piacere che ci sia stato un riconoscimento perché ci sono persone che hanno dato moltissimo per realizzare questo film. In Calabria, poi, i paesi dove abbiamo lavorato sono stati molto coinvolti e contenti di essere lo scenario della pellicola. E soprattutto ho voluto mettere in luce il poco conosciuto mondo della speleologia, che è un mondo di passione e con il film spero di poter ripagare questa generosità».

Un film metafisico

Quanto alla giuria che per voce della regista Chloé Zhao ha parlato della pellicola “Il buco” come “un’esperienza metafisica sul rapporto uomo-natura”, il regista dice: «Io non conoscevo il mondo del sotterraneo. È stato un amico che mi ha convinto a misurarmi con l’esplorazione delle caverne. In Calabria, nella zona del Pollino, fatta di calcare, esiste un paesaggio sotterraneo importante: è possibile frequentarlo perchè ci sono bravi speleologi. E questa esperienza immersiva per certi aspetti a che fare con la metafisica».

Paura di andare sotto terra a fare le riprese? «Io non ho paura del buio o delle strettoie – precisa – ma della verticalità, con un abisso che in questo caso si spinge fino a 700 metri di profondità. L’inizio della lavorazione è stato segnato dai timori, che però non ci hanno fermato. I primi giorni sottoterra sono stati un’esperienza forte, al di là dei timori e delle paure. Sottoterra sparisce il ciclo notte-giorno e ci sono anche dei miraggi sonori. Tutto ciò desta meraviglia, stupore».

12 Settembre 2021
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