Cinema
4:48 pm, 2 Settembre 21 calendario
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Venezia, il giorno di Sorrentino (e Maradona)

Di: Redazione Metronews
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«Vengo qui con lo spirito di un nuovo inizio e un film semplice ed essenziale, per cui si richiedeva una certa dose di coraggio». Sono le parole sincere con cui il regista Paolo Sorrentino ha presentato alla 78esima Mostra Internazionale d’Arte cinematografica di Venezia, “È stata la mano di Dio”, primo film italiano in concorso. Una pellicola autobiografica (in sala dal 24 novembre e dal 15 dicembre su Netflix), differente rispetto alla sua produzione precedente, nel quale il regista ripercorre la sua giovinezza. Nel cast, Luisa Ranieri, Toni Servillo, il giovane Filippo Scotti e Teresa Saponangelo. Una storia personale e importante che Sorrentino ha voluto rendere nel modo «più semplice ed essenziale» e che ha raccolto un lungo applauso nel corso della conferenza stampa.

Sorrentino: “Non tutto è realmente accaduto”

«Mi sono reso conto che c’era una stata una grande parte di amore nella mia vita da ragazzo insieme a una parte dolorosa e che queste due componenti si potevano declinare in un racconto cinematografico», ha spiegato. Non tutto quello che c’è nel film, ovviamente è realmente accaduto, ha chiarito Sorrentino, perché: 1Un racconto cinematografico ha esigenze che prescindono dalla mia storia, la finzione si intreccia alla realtà, ma ciò che non doveva essere tradito erano i sentimenti e le emozioni provati quando ero ragazzo».

Toni Servillo e Filippo Scotti, in una scena del film.

Sorrentino aveva debuttato a Venezia venti anni fa, con “L’uomo in più” e adesso, ha chiarito «vengo qui con lo spirito di un nuovo inizio, e un film semplice ed essenziale per cui si richiedeva una certa dose di coraggio». Lui che si definisce «pauroso nella vita, ma coraggioso nei film» ha sottolineato che il suo film ha richiesto più coraggio nello scriverlo che nel farlo: «Le paure che avevo nell’affrontare temi così delicati sono quasi del tutto svanite nella quotidianità, compresa la scena della morte dei miei genitori».

Il Rammarico per Maradona

Nel titolo del film si sintetizza la filosofia che attraversa il film che ruota attorno alla vita di Fabietto nel suo percorso dall’adolescenza alla maturità frutto del dolore. «La frase è bellissima e paradossale – ha aggiunto il regista- e detta da un giocatore di calcio rispetto all’unica parte che non si può usare, diventa straordinaria. Del resto io credo in un potere semidivino di Maradona». Diego Armando Maradona che non ha potuto vedere questo film, per Sorrentino un‎ «grande rammarico proprio perché il mio grande desiderio era quello di fargli vedere questo film, non ho avuto modo di parlargliene».

2 Settembre 2021
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