Obbligo Green pass per 3,5 mln di lavoratori: tutte le contraddizioni
Sono 3,5 milioni i lavoratori occupati nei settori in cui vige l’obbligo di Green Pass da domani ma la Fondazione Studi Consulenti del Lavoro mette in evidenza tutte le contraddizioni nella scelta della platea a cui applicare l’obbligo. Tra autonomi e dipendenti, i settori istruzione e sanità – gli unici in cui sussiste l’obbligo per la forza lavoro ‒ assorbono 1,6 e 1,9 milioni di occupati. Nessuna prescrizione, invece, nel decreto legge 6 agosto 2021 n. 111 per chi lavora nei trasporti a lunga percorrenza (treni, navi, aerei, autobus). La normativa interessa i soli passeggeri.
Utenti sì lavoratori no
Anche nei settori in cui vige l’obbligo di Green Pass per gli “addetti ai lavori” le incoerenze non mancano, come sottolineano i consulenti del lavoro: mentre al personale scolastico è richiesta la certificazione verde e in caso di violazione, la sospensione del rapporto di lavoro senza retribuzione dopo il quinto giorno di assenza per mancanza del Green Pass, per gli alunni, fino alle superiori, non c’è alcun obbligo.
Negli alberghi liberi tutti
Diversi sono i casi della ristorazione e dei trasporti, dove all’obbligo imposto ai clienti, non ne corrisponde alcuno per i lavoratori che operano negli stessi spazi. Nei trasporti, la platea degli obbligati potrebbe includere i quasi 622 mila occupati se si estendesse anche loro l’obbligo. Nella ristorazione, come noto, l’obbligo esiste da tempo, per i clienti che pranzano al chiuso, ma non per camerieri, cuochi, responsabili di sala al lavoro. Anomala è anche la differenza con le strutture ricettive, dove al contrario non è previsto alcun obbligo di certificato verde, nemmeno per i clienti.
© RIPRODUZIONE RISERVATA