Sì alla validità fino a 12 mesi del Green Pass
Il Cts ha dato un parere positivo all’ipotesi di proroga da 9 a 12 mesi del Green pass. E’ quanto si apprende da fonti vicine al Comitato Tecnico Scientifico.
“Subito obbligo Green Pass su luoghi di lavoro”
“Noi siamo per l’obbligo vaccinale, però la politica non riesce a trovare una sintesi. Perché in molti col mondo No Vax hanno flirtato. Abbiamo, pertanto, necessità urgente dell’obbligatorietà del Green pass ovunque sui luoghi di lavoro“. Lo afferma il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi. “Non possiamo permetterci di dare tempo al virus – osserva Bonomi – Non solo in Italia, ma in tutti gli altri Paesi le varianti del virus sono temibili. Abbiamo sottoscritto tutti insieme i protocolli nel momento più difficile, quando non c’era il vaccino, ora possiamo e dobbiamo sederci a un tavolo per mettere in sicurezza i luoghi di lavoro. Green pass obbligatorio per rimanere aperti, lo dice il ministro Speranza, mica un partigiano di Confindustria, e siamo d’accordo”. Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia-Romagna, ha detto che “Mi auguro che il Green pass venga progressivamente esteso agli altri luoghi di lavoro, mi auguro trovino un accordo sindacati e associazioni imprenditoriali. Abbiamo bisogno di evitare che per colpa di qualche irresponsabile si debba tornare a chiudere ciò che abbiamo riaperto”, aggiunge.
“Avanti con obbligo vaccinale”
Non solo obbligo di Green Pass: “Avanti con l’obbligo vaccinale, priorità sono scuola e aziende. Solo così salviamo il sistema Italia”. Ad affermarlo il presidente regionale di Cna Piemonte Bruno Scanferla ed il segretario regionale Delio Zanzottera. “Un governo dalle larghe intese – aggiungono – è nato per risolvere un problema comune e si deve accordare affinché questo accada. Da questo punto di vista le risposte sono ancora carenti sia a livello nazionale sia a livello regionale”. Per Cna Piemonte “la ripartenza deve essere un atto di coraggio collettivo. Da questo punto di vista si deve andare verso l’obbligo vaccinale”. “Fino a quando – concludono – continuiamo a reputare che la priorità del paese sia dare regole certe al calcio e l’accesso agli stadi senza comprendere il valore della scuola, dei futuri lavoratori, delle aziende e la lotta sindacale si ferma sui principi lontani da un’emergenza sanitaria, il sistema Italia continuerà a non trovare vie d’uscita”.
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