Karate, con Busà d’oro l’Italia arriva a 37 medaglie

Luigi Busà vince la medaglia d’oro nel karate, specialità kumite 75 kg, alle Olimpiadi di Tokyo. Il 33enne siciliano (il “Gorilla d’Avola”, come è soprannominato, milita nelle file dei Carabinieri) sconfigge in finale l’eterno rivale il 35enne azero Rafael Aghayev per 1-0. E’ il nono oro per l’Italia team ai Giochi, la 37esima medaglia in totale, nuovo record assoluto. Luigi Busà era volato in finale dopo essersi imposto per 3-0 contro l’ucraino Stanislav Horuna.

Busà e il karate

Busà è nato ad Avola in provincia di Siracusa, il 9 ottobre del 1987. Anche le due sorelle, Lorena e Cristina, sono karateka che si sono distinte in competizioni internazionali e come Luigi, sono specializzate nel kumite.   Con questo oro, Busà ha consentito all’Italia appunto di raggiungere quota 37 medaglie, record assoluto ai giochi olimpici. L’azzurro ha sconfitto l’azero Rafael Aghayev in finale dopo averlo già battuto già nelle fasi eliminatorie per 3-1.

Primato italiano nella staffetta 4×400

La staffetta azzurra 4×400 maschile si qualifica per la finale dai Giochi di Tokyo 2020. Alessandro Sibilio, Vladimir Aceti, Edoardo Scotti e Davide Re hanno chiuso la propria batteria con il quarto tempo e il record italiano in 2.58.91, qualificandosi per la finale con il quinto tempo assoluto.

Stano e l’inno italiano

“L’Inno di Mameli mi fa impazzire, quando lo sento mi alzo sempre, con la mano sul cuore, quindi sentirlo per merito mio mi fa venire da piangere. Una sensazione indescrivibile che auguro a tutti”. Così il neo campione olimpico della 20 chilometri di marcia Massimo Stano nella mixed zone dello stadio Olimpico di Tokyo dopo la cerimonia di premiazione a Sapporo. “Adesso sì che inizio a sentire il peso della medaglia, inizio a realizzare – dice parlando ai cronisti italiani – Sono strafelice per Antonella (Palmisano, vincitrice oggi nella 20 km di marcia femminile). Prima delle gare le avevo detto, “sento che è la nostra Olimpiade”, e gliel’ho ripetuto ieri, anche dopo il mio successo. Lei è il leader del nostro gruppo, io la chiamo ‘capo’”.