Attacco hacker alla Regione Lazio, ko la prenotazione vaccini
Un “potente” attacco hacker contro il sito della Regione Lazio regione.lazio.it che non è raggiungibile, così come quello per la prenotazione dei vaccini prenotavaccino-covid.regione.lazio.it. “Da stanotte è in corso un pesantissimo attacco hacker contro sistemi informatici LazioCrea che gestiscono prenotazioni vaccini. Un fatto gravissimo, blocca un servizio fondamentale. Ci scusiamo con i cittadini per gli inevitabili disservizi. Abbiamo segnalato alle autorità l’attacco e ringrazio tutti i dipendenti che da questa notte sono al lavoro per difendere la centrale e per tornare alla normalità”. Così, sul suo profilo Facebook, il vicepresidente della regione Lazio, Daniele Leodori. “Stanno facendo tutte le procedure di verifica in corso. Sono state allertate tutte le massime autorità competenti a partire dal prefetto di Roma”, ha detto l’assessore regionale alla sanità del Lazio Alessio D’Amato. “L’attacco riguarda tutto il Ced regionale, il cuore del sistema informativo della Regione. C’è anche il portale di salute Lazio che gestisce tutta la parte di prenotazione e registrazione e successivamente di certificazione”. “I sistemi di sicurezza hanno funzionato e sono stati subito allertati secondo i protocolli operativi e le forze dell’ordine stanno indagando. Sono in corso le verifiche sull’operatività del sistema che potrà riprendere quando si avrà piena certezza che tutto funzioni e che l’attacco è stato debellato per evitare complicazioni e trasferimenti anomali di dati”, aggiunge. “In questa fase c’è una sospensione delle prenotazioni perché c’è l’impossibilità di accesso al sistema e un rallentamento delle procedure operative di somministrazione perché dovranno essere condotte manualmente. Chiediamo pazienza agli utenti”.
Attacco hacker annunciato
La Regione in mattinata sul proprio profilo Twitter ha annunciato un attacco hacker in corso sul proprio portale: “È in corso un attacco hacker al ced regionale. Sono in corso tutte le operazioni di difesa e di verifica per evitare il potrarsi dei disservizi. Le operazioni relative alla vaccinazioni potranno subire rallentamenti. Ci scusiamo per il disagio indipendente dalla nostra volontà”, ha scritto sul proprio profilo Twitter ufficiale la Regione Lazio. “È in corso un potente attacco hacker al ced regionale. I sistemi sono tutti disattivati compresi tutti quelli del portale Salute Lazio e della rete vaccinale. Sono in corso tutte le operazioni di difesa e di verifica per evitare il potrarsi dei disservizi. Le operazioni relative alla vaccinazioni potranno subire dei rallentamenti. Ci scusiamo per il disagio indipendente dalla nostra volontà”, ha in seguito comunicato l’Unità di Crisi Covid 19 della Regione Lazio.
Polizia postale indaga
La polizia Postale, coordinata dalla procura di Roma, ha avviato accertamenti in relazione all’attacco hacker al ced della Regione Lazio. L’apertura del fascicolo verrà formalizzata nelle prossime ore, dopo che a piazzale Clodio verrà depositata una prima informativa. I pm potrebbero procedere per accesso abusivo a sistema informatico. Obbiettivo degli investigatori è capire la “matrice” dell’attacco e se c’è stata eventuale richiesta di riscatto.
Ransomware
Si tratterebbe di un ransomware, ovvero un codice che si installa nel computer nel momento in cui viene scaricato un file infetto e che ‘protegge’ con una crittografia tutti i contenuti che incontra sulla sua strada. File, cartelle, documenti. Appena un destinatario apre un allegato maligno o fa clic su un link compromesso, il malware viene scaricato nel sistema dell’utente e comincia il suo lavoro di crittografia dati. Non è il primo caso: quello più eclatante successe nello scorso mese di maggio, all’americana Colonial Pipeline. Al momento non si conoscono i dettagli dell’attacco di stanotte alla Regione Lazio ma tutto lascia intendere che deve essere successo qualcosa di simile. Perché il meccanismo è sempre lo stesso, da qualche decennio. Il software infettante (malware) ha in questo caso una caratteristica in più: infetta, blocca i sistemi crittografandoli, e l’attaccante chiede un riscatto per togliere il disturbo (ransom, in inglese, ovvero riscatto). Un problema sempre più urgente per aziende, soprattutto quando lavorano in settori strategici. Sempre secondo gli esperti, da molti anni è stata alzata la guardia da questo tipo di attacco, che è diventato sempre più frequente. I dati più recenti raccolti da Statista dicono che nel 2019 il 63% delle aziende ha registrato qualche tipo di attacco ransomware. Per farlo vengono investiti molti soldi. Se le aziende vogliono proteggersi devono investire altrettante risorse, se non di più.
Vaccino per il 60%
“Il 60 per cento della popolazione italiana vaccinabile ha completato il suo ciclo. È un primo importante risultato che ci consente di guardare con maggiore fiducia al futuro. Dobbiamo continuare su questa strada perché è proprio con i vaccini che possiamo proteggere meglio noi stessi e gli altri. Grazie a tutte le donne e gli uomini del Servizio Sanitario Nazionale che hanno lavorato duramente a questo obiettivo”, scrive su Facebook il ministro della Salute Roberto Speranza.
“No Vax assurdi”
La storia dei vaccini è quella di un grande successo europei e inseguire le proteste dei No Vax è assurdo. Ne è convinto Paolo Gentiloni, che un un’intervista a La Stampa ricorda che è “grazie ai vaccini se l’economia è ripartita” anche se riconosce che il disagio sociale non può essere ignorao.
“Far seguire al vaccino regole comportamenti che tutelino la salute di tutti non è un attentato alla libertà, ma una strada per essee più liberi” dice il commissario europeo agli Affari economici, “abbiamo una grande opportunità e non possiamo metterla a rischio inseguendo proteste che mi sembrano oltre che minoritarie, un poco sconclusionate”. “Tutta l’Europa tifa Draghi” aggiunge Gentiloni, “Anche perché il successo del Next Generation dipende in misura consistente da come andranno le cose da noi. L’Italia è rispettata. È sempre stata, nel bene e qualche volta nel male, un paese cruciale. Ora ha occasione unica ed è “nel bene”. Però non basta avere un premier autorevole e una maggioranza consistente: serve un successo nel piano nazionale e nell’utilizzo delle risorse. Se non funzionasse, sarebbe molto negativo per l’Italia, ma anche uno scacco per l’Europa”.
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