Milano
2:50 pm, 27 Luglio 21 calendario
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Indagine su Fontana e i camici del cognato, «accordo collusivo»

Di: Redazione Metronews
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La Procura di Milano ha firmato l’avviso di chiusura delle indagini preliminari nei confronti del presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana e di altre persone per il caso Camici. Al governatore lombardo e ai co-indagati, tra cui il cognato Andrea Dini e l’ex dg di Aria spa Filippo Bongiovanni, i pm Furno-Scalas-Filippini, coordinati dall’aggiunto Maurizio Romanelli, contestano l’ipotesi di reato di frode in pubbliche forniture.

L’inchiesta è relativa all’accordo di fornitura dell’aprile 2020 del valore di 513 mila euro di camici e altri dpi da parte della Dama, società di Andrea Dini, cognato di Fontana, alla Regione Lombardia, tramite Aria Spa. La fornitura era stata poi trasformata in donazione ma 25mila dei 75 camici previsti dall’affidamento non sarebbero mai stati consegnati alla Regione, in grandi difficoltà a reperire e acquistare dpi durante i mesi della prima ondata della pandemia da Covid-19. Da qui l’ipotesi di frode in pubbliche forniture contestata anche a Pier Attilio Superti, vicesegretario generale a Palazzo Lombardia, insieme a Fontana, Dini, Bongiovanni e una dirigente della centrale acquisti regionale. Stralciata, in vista di una probabile richiesta di archiviazione, la posizione di Dini e Bongiovanni per l’ipotesi di reato di turbata libertà del procedimento di scelta del contraente.

Forniture e conflitti di interessi

L’ipotesi dei pm è che dietro la mancata esecuzione dell’accordo di fornitura ci sarebbe stato «un accordo collusivo» tra «Dini e Fontana», con il quale «si anteponevano all’interesse pubblico, l’interesse e la convenienza personali del Presidente della Regione Lombardia». Lo stesso Fontana, in qualità di soggetto attuatore per l’emergenza Covid-19, «si ingeriva – secondo la lettura dell’accusa – nella fase esecutiva del contratto» in violazione di alcune norme sul «conflitto di interesse» e del «patto di integrità in materia di contratti pubblici della Regione Lombardia». Ma che scopo aveva l’accordo collusivo? «Tutelare l’immagine politica del presidente della Regione una volta che era emerso il conflitto d’interessi derivante dai rapporti di parentela con il fornitore», marito della sorella. Rapporto che era stato rivelato in tv dalla trasmissione Report. A quel punto per salvare la faccia si sarebbe cercato di trasformare quella che era una fornitura pagata, in una donazione.

Il governatore non si riconosce

«Il presidente Fontana non si riconosce per come è stata ricostruita la vicenda» da parte della Procura di Milano. Lo scrive in una nota l’avvocato Jacopo Pensa, legale di Attilio Fontana,

27 Luglio 2021
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