Ortigia Film Festival
10:35 pm, 16 Luglio 21 calendario

Ortigia, il cinema secondo Morgan

Di: Redazione Metronews
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ORTIGIA – Morgan show all’Ortigia Film festival. É la sua serata. Introdotto da Steve Della Casa, l’artista fagocita il palco prima ancora di salirci sopra. Chioma al vento, il ciuffo ribelle color fucsia, ruba la scena come solo lui sa fare.
Quali sono i registi cult del signor Castoldi, in arte Morgan? 
“Innanzitutto Il regista è come San Giuseppe: è un falegname spesso urlante che dà ordini e fa quasi paura a vederlo all’azione sul set! Quando si fa musica è una roba più morbida, questo perché il cinema è molto complicato e ci vogliono un sacco di persone e soldi e occorrono pure finanziamenti statali. Per far musica basta una persona anche in solitaria. Dietro un film c’è un sacco di lavoro”.
Le cose più belle che ha fatto Marco Castoldi fin qui?
“Le musiche per il cinema. Io penso che più è bella la musica meno la gente la deve percepire perché serve per far entrare nella storia, il tema musicale deve sottolineare la trama. Se dici bella la musica vuol dire che è scollata dal film perché si nota troppo. Nel cinema le cose strane funzionano”.
A parte il ruolo di direttore artistico onorario del Festival, cosa farà Morgan?
“Farò un omaggio all’amico Franco Battiato domenica sera”.
A proposito: nel film Perduto Amor (che lei mette in cima alla lista dei preferiti) c’è lo stesso Morgan diretto da Battiato. Qualche aneddoto sul set?
“Abbiamo recitato a braccio le nostre scene, improvvisando lì per lì. Cosa che piacque molto al maestro. Ad esempio, De Gregori dice “le tossine del benessere” anziché del malessere nella sua battuta e la cosa piacque molto a Battiato che ha sempre criticato il cinema. Ci diceva: “Dai ragazzi c’è un thriller” e tutti a casa sua e poi dopo appena 5 minuti se ne usciva con un lapidario “fa cagare!” e spegneva la tv. A meno che non lo costringevano a vedere il film sino alla fine prima di giudicare. In quel caso lui magari si convinceva che in effetti era anche bello!” (Morgan, in stato di grazia, fa l’imitazione di Battiato con la voce -ndr- e il pubblico applaude).
Un altro film di Morgan?
“L’Angelo sterminatore di Buñuel e Godard i due più grandi registi. Nel film che va al di là del cinema e della letteratura c’è un’idea. Quando si fa arte in qualsiasi declinazione ci vuole l’idea: un lampo che è un’esplosione e l’Angelo sterminatore è l’idea dell’idea e poi chiunque poteva realizzarlo: non è un fatto di forma di stile, non c’entra il montaggio. L’idea è l’impossibilità di non uscire fuori da un posto o da una situazione. Non si sa perché certa gente non riesce ad uscire: è una metafora della vita! Pensiamo alle relazioni che entrano in un loop. Come si fa a uscire? Bisogna rivivere il trauma, la coazione a ripetere e capito il meccanismo allora si esce come nell’Angelo sterminatore. Avevo 16 anni quando l’ho visto per la prima volta…”.
Quando un film è bello?
“Quando ti resta dentro negli anni. Per esempio il Totò surreale di “Che cosa sono le nuvole” di Pasolini (episodio contenuto in Capriccio all’Italiana). La star è Modugno che canta la canzone il cui testo è di Pasolini “tutto il mio folle amore lo soffia il cielo”, mentre le marionette di Totò e Ninetto Davoli vengono buttate in discarica, perché obsolete come gli uomini di ieri, fuori moda, fuori tempo…e Ninetto chiede “cosa sono quelle?” “Le nuvole, straziante, meravigliosa bellezza del creato”, risponde Totò mentre Mimmo canta la canzone pop-romantica dove il testo, scritto da Pier Paolo Pasolini, viene prima della musica che Modugno magistralmente adatta al complesso testo”.
Totò come Morgan?
“Quanta fatica faccio io ad esistere, come Totò in quella discarica. Oggi non mi chiama Muccino per fare quello che Pasolini ha fatto con Totò e gli altri grandi attori divenuti obsoleti nel nuovo cinema: oggi non sarebbe più possibile nonostante l’aumento delle tecnologie oggi è tutto più nascosto”.
Morgan e i media.
“I mass media non ci danno la realtà: i pensatori sono emarginati dal potere economico”.
A proposito dei comici di oggi, che idea ha doi loro?
“Nei film di Checco Zalone lui si scrive le canzoni: il livello è sempre più basso e la cultura sempre più messa da parte dal mondo della finanza, dal potere economico”.
La sua esperienza da Giudice di un talent show?
“Quando lavoravo per X Factor mi dicevano di non fare e di non dire certe cose, mentre io facevo forzando quel che volevo e avevo successo: questo vuol dire che il pubblico non è scemo. Sa riconoscere il bello e l’originale, la sostanza quando c’è!”.
ORIETTA CICCHINELLI

16 Luglio 2021
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