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9:55 pm, 15 Luglio 21 calendario

Per il calcio è l’ora delle rivoluzioni

Di: Redazione Metronews
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CALCIO Tifosi e addetti ai lavori devono ancora abituarsi alla rivoluzione del calendario asimmetrico. Intanto, il mondo del calcio tiene in pancia anche altri cambiamenti, finora in gran parte solo attesi o rimandati. Il primo riguarda l’aspetto delicatissimo dei bilanci, reso ancora più stringente dagli effetti della pandemia. Il Consiglio federale della Figc, su segnalazione della Covisoc, ha escluso il Chievo di Campedelli dalla serie B. Una bocciatura clamorosa, dovuta a problemi sulla rateizzazione dei debiti, cui seguirà, certo, il ricorso clivense al Collegio di Garanzia del Coni (il Cosenza retrocesso in C è pronto a subentrare). Ma se a questa botta si aggiunge, sempre su segnalazione Covisoc, l’esclusione dalla serie C di Casertana, Paganese, Carpi, Sambenedettese e Novara (113 anni di storia che finiscono dritti dritti nei Dilettanti), ce n’è abbastanza perché il presidente Gravina possa parlare senza mezzi termini, a margine del Consiglio federale, di «segnali allarmanti», tali da richiamare l’esigenza di un «percorso di riforma». Al mondo pallonaro la medicina di Euro 2020 (dolcissima per la Figc, che ha incrementato i ricavi di 36 milioni) non basterà.
Un mercato povero
Di vacche grasse non si vede nemmeno l’ombra. Lo stesso Beppe Marotta, espertissimo ad dell’Inter, ha escluso, per questa sessione di mercato, acquisti clamorosi. Nessuno li farà. Su tutto, domina la questione degli stadi, e qui veniamo al secondo punto della questione: stadi da modernizzare, certo, a livello infrastrutturale e impiantisco, ma soprattutto da riempire. Su questo Gravina è stato chiaro, rinnovando al governo (alla sottosegretaria Vezzali) la pressante richiesta di aprirli al pubblico. Vedano l’Esecutivo e il Cts come. L’argomento-clou è naturalmente il Green Pass. E se Dal Pino, presidente della Lega di A, si è prefisso ottimisticamente (e ambiziosamente) l’obiettivo di riempire gli impianti al 100%,Gravina è parso più cauto, dando quasi per scontato che la capienza al 100% potrebbe restare ancora un sogno. Chissà per quanto. L’importante è decidere, in vista della partenza del 22 agosto. La chiusura degli stadi è una voce pesantissima per i bilanci: meno merchandising, meno sponsor, meno biglietti e meno abbonamenti. Un disastro. E dobbiamo ancora sapere come sarà l’autunno.
SERGIO RIZZA

15 Luglio 2021
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