Petrolio
1:16 pm, 13 Luglio 21 calendario

Petrolio, i prezzi volano 80% della domanda da fossili

Di: Redazione Metronews
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L’Agenzia Internazionale dell’Energia lancia l’allarme su quello che gli analisti da diversi giorni paventano. Lo stallo all’Opec+ per le divergenze tra Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti può portare a una guerra dei prezzi del petrolio, proprio nel momento in cui, grazie alle campagne di vaccinazione, la domanda di petrolio sta salendo. «La possibilità di una battaglia sulle quote di mercato, anche se remota, incombe sui mercati, così come la possibilità che gli alti prezzi del carburante alimentino l’inflazione e danneggino una fragile ripresa economica». 
LO FAREMO PERCHE’ E’ DIFFICILE 
L’editoriale di Stefano Pacifici
 
«La situazione di stallo dell’Opec+ significa che fino a quando non sarà possibile raggiungere un compromesso, le quote di produzione rimarranno ai livelli di luglio. In questo caso, i mercati petroliferi arrancheranno quando la domanda si riprenderà dal crollo indotto dalla pandemia», ha aggiunto nel suo rapporto mensile sul mercato petrolifero.  Una disputa tra l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti ha costretto l’Opec+ ad abbandonare i colloqui della scorsa settimana per aumentare la produzione dopo giorni di negoziati. Anche se l’aumento dei casi di Covid in alcuni paesi rimane un rischio chiave, l’Aie ha segnalato che i livelli di stoccaggio del petrolio nella maggior parte dei paesi sviluppati sono scesi ben al di sotto delle medie storiche e il prelievo delle scorte, nel prossimo autunno, è destinato ad essere quello più consistente da almeno un decennio. E «la volatilità non aiuta a garantire transizioni energetiche ordinate e sicure, e non è nell’interesse nè dei produttori nè dei consumatori», ha aggiunto. Al momento i tagli decisi dall’Opec+ sono pari a circa 5,8 milioni di barili al giorno. 
Intanto la transizione energetica, spiega Unem nel rapporto annuale, è finora solo sulla carta. Citando dati sempre dell’Agenzia Internazionale dell’Energia, a livello globale, la domanda di energia quest’anno crescerà del 4,6%, recuperando così, più di quanto perso lo scorso anno (-4%), e che circa il 70% di questo incremento si avrà nei mercati emergenti e nelle economie in via di sviluppo. Circa l’80% di questa domanda sarà coperta dalle fonti fossili, con il petrolio ancora prima fonte di energia con una quota di oltre il 30%, seguita dal carbone con il 26% e infine dal gas, unica fonte che tornerà già quest’anno oltre i livelli pre-Covid, con il 23%.
Le rinnovabili si attestano al 16%, in leggero progresso rispetto al 2020 e coprono circa il 30% della generazione elettrica grazie soprattutto alla fonte idroelettrica, con l’eolico e il fotovoltaico che insieme si attestano intorno al 9%. 
«I fatti ci dicono che la domanda di energia ha ripreso a crescere in modo significativo – ha osservato Spinaci – e che questa domanda, come rileva l’Agenzia internazionale per l’energia (Aie), è in larga parte coperta dalle fonti fossili che sono ancora dominanti – e lo saranno ancora per diversi decenni in assenza di soluzioni realmente alternative – nel soddisfare i fabbisogni essenziali soprattutto nelle zone più povere del pianeta, dove milioni di persone non ancora hanno accesso ad alcuna forma di energia». 

13 Luglio 2021
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