Coronavirus
5:00 pm, 28 Giugno 21 calendario

Possibili mini zone rosse contro la variante Delta

Di: Redazione Metronews
condividi

ROMA «È molto probabile che la variante Delta dia un colpo di coda nel futuro, senza però provocare quei guai che abbiamo vissuto nelle precedenti ondate di Covid-19 in termini di ricoveri, terapia intensive o decessi». Ne è convinto il virologo dell’università Statale di Milano Fabrizio Pregliasco, che non esclude la necessità di nuovi mini lockdown: «Dovremo agire in modo molto flessibile magari facendo come in Israele, nei momenti in cui possa esserci una diffusione un po’ più ampia e in territori specifici anche con zone rosse localizzate. Questa purtroppo è l’esigenza». «Una delle ragioni per cui bisogna tenere ancora alta l’attenzione sono le varianti, in particolare la variante Delta che sta crescendo in Europa e con tutta probabilità sarà prevalente in qualche settimana, questo ci deve spingere a rimanere prudenti – ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza – a continuare il contact tracing e il tracciamento, a investire sul sequenziamento e a rispettare quelle regole essenziali che ci hanno consentito di piegare la curva in varie stagioni».
Serve doppia dose di vaccino
«Non c’è preoccupazione per la variante Delta ma dobbiamo controllarne l’andamento anche alla luce dell’esperienza del Regno Unito: lì i contagi sono aumentati di molto ma il numero di ricoveri e decessi è rimasto sostanzialmente stabile. A dimostrazione che la variante è “coperta” dalla doppia dose di vaccini, con minime differenze tra un vaccino e l’altro – ha detto il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri – bisogna correre con le seconde dosi, soprattutto tra i meno giovani». Il rischio di infezione, ospedalizzazione e morte diminuisce gradualmente e sostanzialmente negli individui vaccinati per le prime settimane, per poi stabilizzarsi. A confermarlo uno studio, pubblicato sull’Europès journal on infectious disease surveillance, epidemiology, prevention and control, condotto dagli scienziati dell’Istituto superiore di sanità, e dell’European Programme for Intervention Epidemiology Training, di Stoccolma.
Decessi in calo del 93%
Stando ai dati del gruppo di ricerca, dal 14esimo giorno successivo alla prima inoculazione, la riduzione del rischio associato a infezione, ospedalizzazione o decesso per Covid-19 aumentava fino alla quinta-sesta settimana per poi stabilizzarsi. In particolare, il rischio generale di infezione da SARS-CoV-2 è diminuito gradualmente fino al periodo di 42-49 giorni dopo la prima dose, con una riduzione fino al 78 per cento. Il rischio complessivo di ospedalizzazione è decrementato fino al periodo di 35-42 giorni dalla prima inoculazione, fino all’89 per cento, e il pericolo di decesso è sceso complessivamente del 93 per cento. 
Il nodo del Green pass
«In questo momento 13 milioni e 700 mila persone in Italia hanno già scaricato il Green pass e io penso che questo sia un fatto molto positivo. Segnala che c’è una grande attenzione e che questo meccanismo che abbiamo costruito anche a livello europeo sta funzionando». Lo ha sostenuto il ministro della Salute, Roberto Speranza. «È verosimile che la variante Delta ci costringerà a rimodulare il Green pass, rilasciandolo dopo la seconda dose di vaccino: ma è presto per dirlo, aspettiamo ancora i dati di una o due settimane – ha precisato il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri – la scelta di rilasciare il Green pass dopo la prima dose non è stato un errore, allora i dati ci dicevano questo. Al momento una modifica non serve ma va messa in cantiere: da medico e non da politico, dico che probabilmente si arriverà ad una rimodulazione».
METRO

28 Giugno 2021
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il giornale
Più letto del mondo