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3:39 pm, 24 Giugno 21 calendario

Nove ragazzi su 10 chiedono lo psicologo a scuola

Di: Redazione Metronews
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ROMA A chiedere lo psicologo scolastico è l’81% degli italiani e il 94% dei ragazzi tra i 15 e i 18 anni. È quanto emerge da un sondaggio effettuato, dal centro studi Cnop, tramite l’Istituto Piepoli, sulla popolazione italiana nel giugno 2021. Secondo gli intervistati le attività più importanti sono ascolto e sostegno (54%), prevenzione del disagio (41%), supporto alle famiglie (29%), consulenza al sistema scuola nel suo complesso e supporto ai docenti (18%). Tra gli studenti (15-18 anni) sette su dieci scelgono la voce «ascolto e sostegno», evidenziando così il bisogno di comunicare.
 «Si tratta – sottolinea Antonello Giannelli, presidente Associazione nazionale presidi – di dati significativi che evidenziano come la presenza di uno sportello psicologico a scuola aiuti alunni e studenti a prendere coscienza di eventuali disagi prima e a chiedere aiuto poi. Fornire alle scuole questa competenza significa renderle uno spazio completo di crescita e maturazione per i giovani, soprattutto ora all’indomani di una pandemia che ha stravolto le loro vite».
 Secondo il presidente del Cnop, David Lazzari, «ora c’è bisogno di dare continuità a questa esperienza, sarebbe tragico se venisse interrotta, anche perchè abbiamo bisogno di «vaccini psicologici» per la psicopandemia, e la psicologia scolastica è un presidio fondamentale».
 La pandemia ha incrementato i problemi psicologici: sei bambini su dieci sotto i sei anni e sette su dieci sopra i sei anni mostrano problemi psico-comportamentali con il rischio di sviluppare disturbi più severi tre volte maggiore rispetto al pre-pandemia. Sono questi alcuni dati che emergono dal rapporto del Centro studi Cnop che ha valutato la situazione di disagio dei ragazzi e l’attività degli psicologi scolastici resa possibile dal Protocollo Cnop-ministero dell’Istruzione del settembre 2020. Il Protocollo ha portato all’attivazione del servizio di psicologia scolastica in circa 6.000 scuole su 8.000, soprattutto a partire da ottobre-novembre 2020. Da una prima rilevazione tale servizio si è occupato di supporto agli studenti (33% attività svolta, ad esempio gestione disagi, supporto emotivo, potenziamento risorse), consulenza all’organizzazione scolastica (28%, come gestione comunicazioni, sistemi di monitoraggio organizzativo e di clima psicorelazionale), supporto al personale (22%, ad esempio il benessere psicologico, le strategie attività online e gestione classe, la promozione delle risorse per gli studenti), supporto alle famiglie (17%, come il coordinamento azioni scuola/studenti/famiglia; la gestione delle situazioni a casa). Sono oltre un milione i soggetti che hanno usufruito del servizio di ascolto e sostegno dedicato ai ragazzi, alle famiglie e al personale della scuola.  Le attività degli psicologi scolastici sono state supportate da una task force di esperti guidata dalla professoressa Daniela Lucangeli (Università di Padova) che ha elaborato linee guida basate sulla più recente letteratura scientifica. «La psicologia scolastica – ha detto – serve a potenziare le risorse del sistema scuola nel suo complesso e svolge una funzione fondamentale di prevenzione e di promozione delle competenze psico-emotive, relazionali, comportamentali e di apprendimento».
Tutte le agenzie internazionali e nazionali, dall’Oms all’Istituto Superiore di Sanità, evidenziano l’effetto iceberg (una quota di disturbi più seri ed evidenti e una mole prevalente di situazioni di malessere e disagio) che richiede strategie di prevenzione e sviluppo risorse, quella che l’Oms chiama «thrive toolkit», strategie per favorire una crescita psicologica consapevole. La psicologia scolastica ha questo ruolo fondamentale in tutti i Paesi europei e serve anche a sgravare il compito dei servizi sanitari, chiamati a curare le situazioni più gravi. 
 

24 Giugno 2021
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