barcellona
10:07 pm, 23 Giugno 21 calendario

Suicida in carcere McAfee, re dell’antivirus

Di: Redazione Metronews
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John David McAfee, il fondatore dell’antivirus per computer McAfee e in attesa di estradizione negli Stati Uniti per un presunto reato fiscale, è stato trovato morto questo mercoledì pomeriggio nella cella che occupava nel penitenziario Brians 2 a Sant Esteve Sesrovires (Barcellona). Lo hanno riferito fonti carcerarie a Europa Press. 
Il detenuto aveva 75 anni ed era entrato in carcere il 4 ottobre dello scorso anno, per ordine del tribunale. La polizia penitenziaria e il servizio medico sono subito intervenuti ma i medici non sono stati in grado di rianimarlo, ha informato il ministero della Giustizia della Generalitat. L’autorità giudiziaria si è recata in carcere e sta indagando sulle cause della morte, anche se, secondo la Generalitat, “tutto indica che potrebbe trattarsi di un suicidio”. 
Quella di McAfee è stata una  vita travagliata costellata dagli stravizi. La notte del 21 novembre 2012 il cadavere del cinquantaduenne Gregory Faull viene ritrovato in una pozza di sangue nella sua casa di San Pedro, in Belize, dove si era trasferito dopo il divorzio. A ucciderlo è stato un proiettile da 9 mm il cui bossolo viene trovato vicino al corpo. Il suo telefono e il suo computer sono spariti ma non ci sono segni di effrazione. Due giorni prima aveva avuto l’ultima di una serie di liti furibonde con il suo vicino, un ingegnere informatico che, nonostante l’età avanzata, trascorreva le sue giornate tra rumorosi party a base di droga e giovanissime prostitute. I poliziotti lo cercano per interrogarlo ma John McAfee, l’informatico creatore dell’omonimo software antivirus, è già riuscito a scappare. Un mese dopo lo ritrovano in Guatemala, dove viene arrestato per immigrazione clandestina. Per evitare di essere deportato in Belize finge un attacco cardiaco.  Ai giornalisti racconta di essere fuggito perchè temeva che il governo del Belize lo volesse morto. Il suo rapporto con le autorità dello stato latinoamericano dove si era trasferito nel 2008, dopo aver perso quasi tutto il suo patrimonio a causa della crisi finanziaria, in effetti era sempre stato difficile. Alcuni mesi prima avevano smantellato il laboratorio dove fabbricava antibiotici sostenendo che, in realtà, vi producesse anfetamine. Ad ogni modo, niente di illegale era stato trovato nella struttura. E i contrasti sembravano essere stati archiviati: il sindaco di San Pedro lo aveva pure ringraziato quando l’8 novembre 2012, in conferenza stampa, McAfee aveva regalato alla polizia locale 40 pistole stordenti, manette e manganelli come personale contributo alla lotta al crimine che funestava l’industria turistica del Belize.
In Guatemala McAfee trova un avvocato che blocca il suo trasferimento in Belize. L’informatico viene deportato a Miami dove in un ristorante incontra la sua futura moglie, Janice Dyson, un’ex prostituta. La coppia si trasferisce prima a Portland, Oregon, e poi a Lexington, in Tennessee. Prova a correre senza successo alle primarie del Partito Libertario per candidarsi alla presidenza Usa e torna a uno dei suoi vecchi amori, il mondo delle criptovalute.
Nel mondo dell’informatica, McAfee era una leggenda. Le richieste di consulenze fioccano. I 23,1 milioni di dollari guadagnati, con consigli ritenuti per giunta fraudolenti, mancano però all’appello del fisco. E il 5 ottobre 2020, incriminato dal dipartimento di Giustizia, McAfee parte per l’ultima fuga, direzione Istanbul, ma viene fermato dalla polizia spagnola all’aeroporto di Barcellona in attesa di essere estradato negli Stati Uniti, dove rischia fino a cinque anni di detenzione. Oggi la fine.

23 Giugno 2021
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