Danza Milano
5:30 pm, 21 Giugno 21 calendario

Harrell porta in Triennale la danza transculturale

Di: Redazione Metronews
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DANZA Gli è stato conferito il Premio come Dancer of the Year 2018 da Tanz Magazine, il più importante magazine europeo dedicato alla danza. E, subito dopo, Trajal Harrell si è posto alcune domande sul proprio status e sulla propria identità di danzatore: cosa significa questo titolo? Qual è il valore della danza, della sua pratica e della conoscenza che essa produce? Cosa è in grado di generare? Come la danza e il corpo possono interiorizzare la propria storia e come questa storia viene trasmessa al futuro?
Da tutto questo nasce Dancer of the Year, il 24 e 25 giugno, dalle 19.30, in Triennale, lo spettacolo di cui Harrell firma la coreografia, l’interpretazione, i costumi e il design sonoro. 
S tratta di un solo in cui l’artista americano, una delle figure di riferimento della danza e del voguing, si muove in un dispositivo scenico intimo, condividendo il suo lavoro fisico con il pubblico, offrendo la sua danza come un dono, ripetendo gesti e rivisitando movimenti attraverso strategie coreografiche che accumulano emozioni.
Su tutto aleggia una riflessione sulla propria eredità di coreografo e danzatore: il ché significa rievocare il proprio lignaggio artistico e interrogare le strategie messe in atto attraverso gli anni per presentare e “performare” la propria identità.
Il processo rivela connessioni insospettate attraverso lo spazio, il tempo e le differenze culturali, creando spazio per immaginare storie alternative della danza: Harrell introduce il lavoro di Tatsumi Hijikata (fondatore insieme a Kazuo Ohno e punto di riferimento della danza Butoh) nel mix per parlare dell’Altro, dell’orientalismo e dei processi di appropriazione culturale agli albori della danza moderna, così come della connessione tra danza, esotismo, erotismo e prostituzione.
La collezione di figure, elementi e idee dà vita a un tessuto fitto di rimandi nel quale è impossibile risalire a un’unica linea narrativa: ogni parte è un origami sfaccettato che richiede una moltitudine di prospettive, formati e approcci.
Ogni performance segna un momento unico in una costellazione di lavori che continua a espandersi, così come il progetto di Harrell, che accumulando materiale dà infine vita a una storia e una memoria di sé stesso.
Danzatore e coreografo con base a New York, Trajal Harrell è considerato uno dei più importanti interpreti della sua generazione. Ha raggiunto la fama mondiale con Twenty Looks or Paris is Burning at The Judson Church, serie di lavori che interrogano il fenomeno del voguing giustapponendolo alle prime espressioni della danza postmoderna, che Harrell ha presentato in Italia in occasione dell’11esima edizione di Uovo Performing Arts Festival nel 2013 proprio al Teatro dell’Arte, accompagnato da Cecilia Bengolea, François Chaignaud e Marlene Monteiro Freitas.
I suoi lavori sono stati presentati in molti dei più celebri luoghi del contemporaneo negli Stati Uniti e in tutto il mondo, dal MoMA al The Kitchen di New York dal Walker Arts Center di Minneapolis al Barbican Centre di Londra, dal Festival d’Avignon al Panorama Festival di Rio de Janeiro ad Art Basel-Miami Beach.
Il suo Judson Church is Ringing in Harlem (Made-to-Measure) – anch’esso parte del progetto Twenty Looks or Paris is Burning at The Judson Church – è stato il primo lavoro coreografico in assoluto a essere commissionato dal MoMA PS1, sede distaccata del museo newyorkese e oggi tra le più importanti istituzioni americane.
Nel 2016, Harrell ha iniziato a studiare il lavoro del fondatore giapponese del Butoh, Tatsumi Hijikata, analizzandolo e attraversandone la pratica alla luce della sua esperienza del voguing nella pratica contemporanea della danza.
Tra i suoi lavori più recenti, Used Abused and Hung Out to Dry (2013); The Ghost of Montpellier Meets the Samurai (2015); In the Mood for Frankie (2016); Caen Amour (2016); Juliet and Romeo produced (2017) e Morning in Byzantium (2018).
È stato insignito, tra l’altro, della Guggenheim Fellowship, del The Doris Duke Impact Award, e del Bessie Award.
Nel 2017 il Barbican Centre di Londra gli ha dedicato Hoochie Koochie, prima retrospettiva performativa in assoluto dedicata al suo lavoro dal 1999 al 2016.
Info: triennale.org
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21 Giugno 2021
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