Roma
5:07 pm, 15 Giugno 21 calendario

Omicidio Sacchi «Gli sparai alle spalle»

Di: Redazione Metronews
condividi

ROMA «Luca non mi ha visto mentre gli sparavo. Non se ne è neanche accorto. Perché ho sparato? Non lo so. Prendevo psicofarmaci e fumavo droghe leggere». Quella sera del 23 ottobre 2019 Valerio Del Grosso uccise il personale trainer Luca Sacchi colpendolo alle spalle. Lo ha detto lo stesso imputato, oggi 23 enne, nel corso del processo questa mattina in Corte d’Assise a Roma. L’udienza si è svolta a porte chiuse, dopo due mesi di stop e rinvii dovuti alla pandemia.
Del Grosso è imputato per l’omicidio del 24 enne, consumato in via Tommaso Mommsen nel corso di una trattativa per la compravendita di droga, poi tramutatasi in rapina. Per l’accusa è il ragazzo che premette materialmente il grilleto del revolver. alla sbarra ci sono anche Paolo Pirino, il giovane che era in auto con del Grosso e che rapinò lo zaino alla fidanzata di Luca Sacchi Anastasiya Kylemnik, convinto che al suo interno ci fossero i 70 mila euro necessari all’acquisto di 15 chili di marijuana. La giovane è anche lei imputata per la morte di Luca Sacchi, ma è anche parte civile per essere stata vittima della rapina. Sono imputati anche Marcello de Propris e suo padre Armando. Il primo consegnò l’arma a Del Groso e Pirino, il genitore secondo l’accusa affidò l’arma al figlio.
Il racconto di Del Grosso in aula ha proseguito così: « Paolo Pirino scese dalla macchina dicendo “ci penso io”». Del Grosso ha riferito di aver riconosciuto Anastasiya Kylemnyk perché gli era stata descritta. Quando la vide non c’era il suo fidanzato Luca, e pensò quindi che sottrarle lo zaino sarebbe stato un «gioco da ragazzi». Il suo presunto complice, Paolo Pirino,  scese dalla macchina e stese Anastasiya. «Non vidi se la colpì, l’ho solo vista per terra». A quel punto arrivò Luca, che ebbe una colluttazione con Paolo Pirino buttandolo a terra. Mentre soccorreva la ragazza Del Grosso ha raccontato in aula di aver sparato mentre la vittima neanche lo guardava.
«La pistola era carica. Io neanche sapevo dove andare a prendere i proiettili». ha aggiunto l’imputato. Del Grosso ha fatto riferimento all’arma, datagli da Marcello De Propris, con cui uccise Luca Sacchi. De Propris, ascoltato in aula a suo tempo, ha sostenuto nel corso del suo esame, di aver dato l’arma a Del Grosso per venderla e che comunque era scarica. Poi dietro insistenza di De Propris, Del Grosso ha raccontato che gliela riportò indietro «avvolta avvolta in una maglietta. Ci voleva pensare lui».
Dichiarazioni che hanno spinto l’avvocato Gianluca Ciampa, legale di Marcello De Propris, a chiedere un confronto faccia a faccia tra il suo assistito e Valerio Del Grosso , chiedendo di acquisire un’intercettazione ambientale registrata nel carcere di Regina Coeli durante i primi giorni di detenzione di Del Grosso. In quella intercettazione, secondo l’avvocato Ciampa, sarebbe stata espressa la volontá di Del Grosso di sparare, contrariamente a quanto sostenuto fino ad oggi dall’imputato.
Secondo i familiari di Luca Sacchi, la vittima non era implicata in giri di droga nè faceva uso di stupefacenti.

15 Giugno 2021
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il giornale
Più letto del mondo