euro 2020
5:08 pm, 15 Giugno 21 calendario

Eriksen, foto su Instagram “Sto bene, nonostante tutto”

Di: Redazione Metronews
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CALCIO Il centrocampista danese Christian Eriksen, vittima di un attacco cardiaco sul campo di gioco sabato scorso durante la partita Danimarca-Finlandia, ha assicurato dall’ospedale dove è ancora ricoverato di sentirsi bene «nonostante le circostanze». In un messaggio pubblicato sul suo profilo Instagram, il ventinovenne ha scritto che deve «ancora fare degli esami in ospedale ma mi sento bene». Il messaggio illustra una foto in cui sorride dal letto di ospedale con il pollice verso l’alto.
Nel frattempo, il ct danese Kasper Hjulmand ha detto di essere «in continuo contatto con Eriksen». Intanto i danesi, con la testa divisa tra campo e condizioni del proprio compagno di squadra colpito da un malore nel corso del match contro la Finlandia, stanno preparando il match di giovedì contro il Belgio.
 «E’ molto bello per noi vedere i suoi sorrisi, sapere che i test che sta facendo stanno andando bene – ha detto il ct dall’hotel Marienlyst di Helsingor, dove la Danimarca è in ritiro -. Come lo sostituiremo contro il Belgio? No, Christian non si può rimpiazzare, è impossibile farlo, è il migliore di tutti, è un leader, influenza la squadra con le sue decisioni e le sue giocate, la sua abilità nel controllo dello spazio attraverso i suoi passaggi. Proveremo insieme, come squadra, a riempire quel vuoto. Siamo forti, uniti e pronti a combattere». 
Sulla sfida contro Lukaku e compagni, Hjulmand non vuole partire sconfitto: «Ieri ho avuto buone sensazioni dall’allenamento. Penso che saremo una squadra molto difficile da battere, nonostante il Belgio sia una delle nazionali più forti del mondo. Non avremo paura di giocare – ha aggiunto – sarà molto emozionante rimettere piede dentro lo stadio, sarà una sensazione particolarissima. Ma dal fischio d’inizio in poi, sarà battaglia».
 Il ct danese, prima di concludere il confronto con la stampa, ha lanciato una accusa alla Uefa: «Non è stato giusto metterci di fronte al bivio, decidere di rientrare in campo o rinviare il match al giorno dopo. Non è corretto dire che noi abbiamo chiesto di giocare, non è stato così. Non c’entra il protocollo, in certi casi si va oltre: per il Covid avremmo avuto 48 ore di tempo, in caso di arresto cardiaco no. La cosa più giusta sarebbe stata quella di mandarci a casa – ha concluso Hjulmand -. Spero questa situazione serva da lezione per il futuro, almeno». 

15 Giugno 2021
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