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2:14 pm, 30 Maggio 21 calendario

Mottarone, il pm “Continueremo a indagare”

Di: Redazione Metronews
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“Quello che è stato riconosciuto e che in questo momento mi pare l’aspetto più importante è l’aver condiviso comunque la qualificazione giuridica dei fatti nel senso che per quanto riguarda l’unica persona per la quale la misura è stata applicata lo è stata proprio in relazione ai reati come noi li avevamo qualificati, non solo gli omicidi colposi ma soprattutto il reato di rimozione dolosa delle misure di sicurezza”. Così il procuratore di Verbania Olimpia Bossi all’indomani della decisione del gip Donatella Banci Buonamici sugli indagati per la tragedia del Mottarone. “Si tratta di una fattispecie non di frequentissima applicazione che poteva prestarsi a valutazioni diverse, invece il fatto che sia stata riconosciuta da questo punto di vista costituisce un bel punto fermo da cui ripartire”, aggiunge il procuratore di Verbania che prosegue “il giudice ha detto che a carico dei due (Nerini e Perocchio, ndr) chiamati in causa dal Tadini in questo momento non vi sono sufficienti indizi per applicare la misura cautelare che non significa che non ce ne saranno in futuro”. 
Quanto al convincimento dell’accusa che Nerini e Perocchio fossero a conoscenza dei fatti contestati loro dalla procura, Olimpia Bossi ha spiegato: “La questione non è essere convinti ma avere un quadro probatorio a questo punto che deve essere consolidato visto che il giudice non lo ha ritenuto sufficiente. Al di là della convinzione personale che a nulla rileva, noi continueremo a indagare in quel senso perché anche da un punto di vista logico, di dinamiche imprenditoriali mi pare veramente poco credibile che tutti fossero a conoscenza di queste prassi tranne il proprietario. Questo è il punto però cercheremo altri riscontri senz’altro”. Infine, a proposito di un eventuale ricorso alla decisione del gip, il procuratore di Verbania si è limitata ad osservare che “la decisione è di ieri a mezzanotte…”.
La decisione del Gip: tutti fuori dal carcere
Il giudice delle indagini preliminari esprime una valutazione sull’approccio che la Procura ha tenuto nella prima fase dell’inchiesta. «Palese – scrive Banci Buonamici – è al momento della richiesta di convalida del fermo e di applicazione della misura cautelare la totale mancanza di indizi a carico di Nerini e Perocchio che non siano mere, anche suggestive supposizioni» che parla di «scarno quadro indiziario». Un quadro che a suo parere è ancora «più indebolito» con gli interrogatori di garanzia svoltisi nel carcere di Verbania nel pomeriggio di ieri.  Il fermo, infine, era da annullare perchè non esisteva il pericolo di fuga degli indagati. E’ palese la «totale irrilevanza» del riferimento fatto dai pm di Verbania al «clamore mediatico nazionale e internazionale» dell’incidente della funivia del Mottarone per sostenere il «pericolo di fuga» dei 3 fermati – conclude il gip – Non si può far ricadere su un indagato il «clamore mediatico». Ora sono tutti fuori: Luigi Nerini, il gestore dell’impianto, e Enrico Perocchio, direttore tecnico rimessi in libertà con l’annullamento della misura cautelare e Gabriele Tadini che esce dal carcere e va agli arresti domiciliari. Il gip del tribunale di Verbania, Donatella Banci Bonamici, ha ribaltato le decisioni che erano state assunte dalla Procura della Repubblica ed ha di fatto accolto tutte le richieste dei legali dei tre fermati.  Le giornata di ieri al carcere di Verbania era cominciata alle 9, con gli interrogatori di garanzia. Il primo ad essere sentito è stato Tadini, che ha confermato le dichiarazioni già rilasciate in sede di interrogatorio la notte del fermo, ammettendo di avere utilizzato i cosiddetti ‘forchettonì. «E’ distrutto – ha detto al termine dell’interrogatorio il suo legale Marcello Perillo – sono quattro giorni che non mangia e non dorme, il peso di questa cosa lo porterà per tutta la vita». Per l’avvocato Perillo «il problema del cattivo funzionamento dei freni», ragione per cui Tadini ha utilizzato il cosiddetto ‘forchettonè, «non è in alcun modo collegabile al problema della rottura della fune trainante».
I motivi della decisione del Gip
L’atto con cui il gip di Verbania ha respinto la richiesta di convalida dei fermi con custodia cautelare in carcere si spinge a una valutazione più complessiva dell’atteggiamento di quello che ad oggi è rimasto l’unico protagonista sottoposto ad una misura di limitazione della libertà personale, cioè Gabriele Tadini. «Tadini – scrive il gip – sapeva benissimo di avere preso lui la decisione di non rimuovere i ceppi, Tadini sapeva perfettamente che il suo gesto scellerato aveva provocato la morte di 14 persone, Tadini sapeva che sarebbe stato chiamato a rispondere anche e soprattutto in termini civili del disastro causato in termini di perdita di vite umane. E allora – prosegue il giudice – perchè non condividere questo immane peso, anche economico, con le uniche due persone che avrebbero avuto la possibilità di sostenere un risarcimento danni? Perchè non attribuire anche a Nerini e Perocchio a decisione di non rimuovere i ceppi?» «Tadini – aggiunge ancora il Gip – sapeva benissimo che chiamando in correità i soggetti forti del gruppo il suo profilo di responsabilità, se non escluso sarebbe stato attenuato. Allora perchè non farlo?».
Il gip di Verbania spiega anche perchè a suo parere non sono credibili le argomentazioni del Pm rispetto alle ragioni che avrebbero indotto Perocchio e Nerini ad avallare la decisione di Nerini di non rimuovere i «forchettoni». «Perchè Perocchio avrebbe dovuto avallare una simile decisione? Perocchio – scrive il gip – è un dipendente della Leitner, percepisce uno stipendio della Leitner la quale a sua volta percepisce annualmente dalla funivia Mottarone per l’attività di manutenzione la somma di 127.000 euro l’anno: perchè avrebbe dovuto rifiutare di intervenire per la manutenzione? Che interesse avrebbe avuto la Leitner a mantenere in cattive condizione l’impianto di Stresa? La Leitner aveva tutto da perdere dal malfuzionamento della funivia e Perocchio anche aveva tutto da perdere in ternini di professionalità e reputazione». Quanto alla posizione di Nerini, il gip scrive che «la stagione turistica non è ancora iniziata, anche a causa delle restrizioni Covid mancano del tutto i turisti italiani ma anche stranieri, almeno fino a giugno» e quindi, aggiunge, «sarebbe stato certamente questo il momento per sospendere per qualche giorno, magari durante la settimana, il servizio per provvedere alla manutenzione e risolvere definitivamente il problema. Ciò non avrebbe comportato un rilevante danno economico in termini di perdita di entrate».

30 Maggio 2021
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