Giaima
6:00 am, 27 Maggio 21 calendario

Giaime: «In Figlio Maschio sono finalmente io!»

Di: Redazione Metronews
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MUSICA Dopo il disco di Platino con “Mi ami o no” e “Fiori”, il disco d’Oro col singolo “Parola”, il rapper da oltre 200 milioni di stream torna con “Figlio maschio”. Album maturo (fuori il 28 maggio) e intenso che sottolinea una crescita artistica e personale del 26enne Giaime che sarà presentato in tour instore: venerdì 28 maggio alla Mondadori, Piazza Duomo di Milano (ore 15); martedì 1 giugno alla Mondadori, Via D’Azeglio di Bologna (ore 16) e giovedì 3 giugno alla Mondadori, Via Appia Nuova 51 di Roma (ore 16).
Giaime, anticipato da “Soli” feat. Rose Villain, “Figlio maschio” rappresenta la sua vera essenza? 
«Il titolo riflettere la condizione personale, in quanto unico figlio maschio,  che non vuole riferirsi a discorsi di genere o sesso a livello a sociale, ma essere uno specchio dell’esperienza».
14 pezzi,  5 collaborazioni, in cui racconta il suo mondo, senza  paura di sperimentare e  inserire tracce che osano nel testo  e nelle  sonorità. 
«Generi e mood diversi si alternano nel disco: fra pezzi più conscious con sonorità a metà tra il piano classico e la trap come Club Hotel o nostalgici come Motorinol feat. Jake la Furia e brani più pop e fresh come Ritardo, che raccontano il mio mondo».  
Oltre al producer di fiducia Andry The Hitmaker, al contributo di Guè Pequeno su Lacrima e di Nashley in Sequel, spicca il ruolo femminile, anche per i feat con Chadia Rodriguez e Rose.
«Sono cresciuto con le donne tra donne: mamma, zia e compagnia… Sono una presenza naturale per me. C’è un certo attaccamento alla figura femminile. Mammone io? No, romanticone sì. Mi piace parlare di esperienze vissute con le donne, sia le più frivole che le più impegnate. Ho rispetto per le donne come per gli uomini, ma essendo etero preferisco tirarle in mezzo nei pezzi: mi piace l’idea che la mia musica sia ballata e, siccome i maschi da noi ballano poco…».
La rapper donna non è ancora mainstream. Come mai?
«Nella musica in Italia ci sono più uomini che donne in generale. La musica come tutti gli ambienti è esclusiva: il rap all’inizio ha appassionato più i ragazzi. Quando nella discoteca è entrato anche il rap le ragazze hanno iniziato a interessarsene e penso sia solo una questioni di tempo. Noi saremo contenti di avere donne che rappano bene dicendo le stesse porcherie che diciamo noi maschietti, come accade in sudamerica».
Giaime, da rapper, lei si sente uno di strada? 
«Mi sento più di piazza, come in un grande mercato, nell’agorà, dove s’incontra tanta gente, pochi laureati. Ma ho la rap credibility, poi sulla street credibility vedremo!».
Non c’è Lazza in questi disco, come mai? 
«Ha fatto molto per me lo cito e lo ringrazio nell’Intro. Siamo fratelli, cresciuti insieme: si era pensato alla sua presenza nel mio primo album. Abbiamo già un disco d’oro e un platino insieme… Ma ci rifaremo presto, come dice lui! Quando la musica si fa insieme viene meglio al 99%!».
L’obiettivo di “Figlio Maschio?”?
«Mi auguro di ampliare la comunicazione a persone che non sono troppo fan del rap italiano. Ci interessa farci ascoltare da chi ci ignora…La scelta delle collaborazioni comunque nei pezzi è stata data solo dalla loro caratteristica musicale».
Le tracce più complesse e faticose?
«“Mamma (scusa se)” che strizza l’occhio al punk rock con sonorità totalmente diverse da quelle che faccio, ma è stato divertente e musicalmente una bella sfida. Non ci siamo mai fermati tutte le tracce sono state vissute anche per mesi. Ad esempio: Wonderful l’ho iniziata ad aprile 2020 e chiusa nel 2021. Il percorso che ci ha condotti all’album è stato sereno, anche se vissuto con molto pathos».
Giaime, è sempre molto teatrale e cinematografico per la passione che ha nella recitazione. Ma non in questo disco.
«Vero! Ci siamo sempre sbattuti tanto per i video e ci siamo tanto spesi. Quando vedi che anche se fai un video extra non viene riconosciuta allora, a livello musicale, è meglio investire in altro, andando in studi strepitosi con tecnologie importanti. Vorrei tornare un giorno a fare quei video ma ci vogliono più soldi e quando ci sarà l’attenzione giusta lo rifaremo».
Quando ha capito che la musica sarebbe diventata il suo lavoro?
«L’ho voluto e col tempo ci sono arrivato. Consigli ai giovani? Iniziare, intanto, a fare musica con un amico o un’amica: condividere la passione, investire tempo, energie e soldi per fare video etc. è il primo passo per arrivare da qualche parte».
 
 
 
 
ORIETTA CICCHINELLI

27 Maggio 2021
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