Gemitaiz
6:00 am, 25 Maggio 21 calendario

Gemitaiz: «Dico sempre quel che penso»

Di: Redazione Metronews
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MUSICA L’iconico rapper Gemitaiz sarà protagonista, con la sua band, dell’evento gratuito del 27 maggio (ore 19.30 in diretta dalla Terrazza Martini di Milano) visibile sui canali social della stessa e sul profilo Instagram di Gemitaiz. Romano classe 1988, il rapper, tra i più seguiti, in occasione del #MartiniLiveBar presenterà i brani del mixtape “QVC9”, pubblicato a novembre, e dell’album “Davide”, riarrangiati per essere suonati live con la band (Frenetik, produttore di punta della nuova scena nostrana, e Mixer T, producer e dj). 
Gemitaiz, com’è tornare live dopo il lungo lockdown?
«Non vedo l’ora, avevo avuto altre proposte, ma non mi piaceva l’organizzazione. E poi non aveva senso fare una cosa da solo, ma con la band che conosco da una vita sì».
Torneremo a cantare come prima della pandemia?
«Speriamo di sì anche se sono pessimista di natura. Ma in atri paesi è già successo, in Australia come in America: a Orlando ci saranno state 80 mila persone. Non vedo l’ora di riempire i palazzetti». 
Per Gemitaiz, stare sul palco che vuol dire?
«Io vado sempre in paranoia prima di andare in scena, poi, una volta lì non mi chiedo più quanti siamo che ormai ho sempre il pieno, e la paura passa quando si comincia a suonare. Non temo più che la voce se ne vada o che mi dimentichi le parole».
Il mercato musicale è saturo anche nel rap: consigli?
«Nel 2002, quando ho iniziato, non c’era youtube era difficile avere una base per arrivare a tutti. Però meglio un mercato saturo che un mercato monotono. Consiglio? Non copiare: prendi ispirazione da quel che ti piace ma reinventa a modo tuo, come un trasmettitore. Non seguire direttive dei manager che dicono di non fare più di 30 canzoni l’anno. Io ne ho sempre fatte a volontà. Se vuoi fare il rapper: non andare ad Amici né a XFactor: il rap si fa per strada e non davanti alla Maionchi & Co. Nessun giudice saprà valutarti meglio di un ragazzino di 16 anni. Essere vero, poi, è l’unico compromesso accettabile e non farsi manovrare da sedicenti rapper».
Come nasce la collaborazione con Franco126 in “Senza di me”?
«Lui fa rap, è spontanea e ci conosciamo, cresciutiti sulle stesse strade di Roma con interessi affini, anche se siamo diversi. E ci saranno anche altre occasioni per collaborare».
Il rap è socialità e vita diretta ma nel periodo pandemico?
«Io ho continuato a viaggiare e ho sempre scritto della mia vita: sono stato in Germania, Francia e Olanda e ho visto i miei film e letto libri da cui traggo ispirazione».
E il tour sospeso?
«Brutto star fermi, ma non mi lamento mai, perché tanti amici fanno altri lavori e stanno peggio. Recupereremo tutto anche i palazzetti».
Da romanista le piacerebbe scrivere l’inno della Roma?
«No, non si può fare meglio di quello che ha fatto Venditti e mi sentirei a disagio: non è da Davide. Non è da me! Non ho fatto dei feat che mi sono stati richiesti e mi avrebbero giovato ma non li sentivo miei. Io sono così!».
La coerenza per Gemitaiz?
«Fare quel che vuoi fare quando andrebbe fatto: che senso ha cantare di auto e soldi e donne se stai a casa da mamma? O fare il poveraccio se sei ricco? Bisogna essere se stessi e andare di pari passo col proprio presente. Ci sono cose che vanno capite per scoprire ciò che si è».
“Un pezzo di universo” come arriva?
«Con Gemello ci sentiamo tutti i giorni, perché abbiamo una visione “artistica” della vita e se scrivo una strofa la mando e lo stesso faccio con Coez: siamo amici, anzi fratelli, ma non avevamo fatto qualcosa proprio insieme. Loro sono persone che non si sono mai snaturate. Dal ritornello di Neffa è nata la canzone: ognuno ha fatto la sua strofa sentendo la base per 5 ore di seguito». 
Che dicono i fan?
«Non vedono l’ora di rivedermi live».
Gemitaiz e l’autostima.
«Nel panorama rap italiano mi ritengo “infottibile”: non puoi venirmi a dire che non penso alle rime da 10 anni fa, mettevo 3 o 4 rime ogni barra! Non scrivo pezzi perché mi sento minacciato, ma scrivo quel che sento». 
Gemitaiz e la politica. 
«Se c’è qualcosa che trovo sbagliato dico la mia ai fan e non risparmio neppure loro. Se ci sono momenti di razzismo palese devo condannarlo: anche quelli che uccidono gli animali mi stanno sulle balle. Votare Salvini per me è sbagliato, non posso essere con chi difende Israele che bombarda i palestinesi».
Meglio tornare alla scaletta della serata sulla Terrazza Martini…
«No spoiler, ma farò tracce dell’ultimo mixtape e anche vecchi pezzi».
Artisti con cui le piacerebbe collaborare?
«Lada Del Rey, Eminem, Tiziano Ferro e anche ancora con Neffa e con Giorgia lo rifarei un feat. Ci sono un sacco di voci stupende… Quando ho sentito la Cinguetti al Festival di Sanremo mi sono commosso. Spero di non morire presto per fare tante cose. Gianni Morandi? Perché no? Mi conosce bene: il figlio è un mio fan sfegatato».
Nuovo lavoro in vista?
«Già usciti tanti feat con me con Gemello e Coez… ce ne sono tanti in uscita e per quest’anno va bene così».
Le sarebbe piaciuto fare una colonna sonora per?
«Lanthimos: ho visto tutti i suoi film. Ma ce ne sono tanti altri: è un mondo che mi affascina. Guardo dieci film a settimana essendo anche un sociopatico esco poco. Leggo meno di prima e ascolto più musica». 
 
 
 
ORIETTA CICCHINELLI

25 Maggio 2021
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