GionnyScandal
6:44 am, 5 Maggio 21 calendario

GionnyScandal: «Anti, questo sono io!»

Di: Redazione Metronews
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MUSICA Esce il 7 maggio “Anti” il nuovo album d’inediti di GionnyScandal, al secolo Gionata Ruggieri, idolo di molti giovani amanti del rap nostrano. 
GionnyScandal, come nasce “Anti”?
«Un anno fa, a inizio quarantena, col mio produttore abbiamo affittato una casa a Milano per lavorare insieme, ma le canzoni che venivano fuori non mi piacevano. A un certo punto lavorando con la chitarra facendo un riff ho detto: facciamolo pop-punk e da allora ho capito che la mia insoddisfazione veniva da quel che fin lì stavo facendo. Così è nato Anti, un progetto non per  il mercato, ma me stesso. Volevo sdoganare quel messaggio di libertà».
Finalmente libero, dunque!
«In questo disco sono finalmente io ho raggiunto una nuova maturità e consapevolezza, sono libero da ansie, paranoie e inutili paure ora quando sono in studio sono felice della musica che faccio, non che prima non lo fossi, ma la mia vera identità è sempre stata questa. Mi mancava suonare la chitarra distorta, mi mancava scrivere senza filtri».
Il messaggio?
«La libertà anche di amare a prescindere dal sesso. Un argomento da affrontare specialmente in questo periodo. Nel 2009 avevo una band pop punk e facevamo pezzi in garage tra noi. Con questo album spero di riportare in auge il genere che manca  e potrebbe togliere la saturazione trap, hip hop e far rinascere quello spirito di libertà».
Il disco, 14 brani, vede  la grande collaborazione con Pierre Bouvier, il cantante dei Simple Plan. Gionny duetta con lui in “Nicotina.
«Di Pierre Bouvier avevo il poster in cameretta da bambino, banale dirlo… Per dare credibilità al mio progetto avevo bisogno dell’esponente massimo del pop punk e gli ho scritto su Instagram, con zero speranze. L’ho buttata lì con la faccia tosta. Dopo 20 giorni mi risponde semplicemente: sì facciamolo. Non ci credevo, c’ho messo un po’ a realizzare e e gli ho mandato il pezzo Nicotina, completo nel disco, togliendo il ritornello. Pierre è sparito per un po’ e poi mi ha videochiamato. Mi sono preparato e truccato e abbiamo scritto il ritornello. Esperienza unica! Dopo due ore avevo le voci e ho registrato».
Com’è Pierre Bouvier? 
«Persona strau-mile pur essendo una rock star e mi ha addirittura ringraziato per la canzone: mi stamperò il messaggio».
“Anti” è un concept?
«No, ma ha un fil rouge: apre Che ne sai te un pezzo pestone, poi Demoni che non è pop punk e neppure Prossima fermata Tu che è  trap, ma tutto il resto è pop-punk, vero sound e l’anima dell’album».
Che vuol dire fare musica oggi?
«Stare meglio. Voglio essere felice facendo quel che mi piace fare e non pensare al ritornello che poi viene skyppato su spotify». 
Obiettivo? 
«Non la classifica, non i numeri, voglio che i ragazzini facciano 2 cose, invece di prendere in giro le persone dello stesso sesso che si baciano per strada: si comprino una chitarra e imparino a suonare».
Nella cover Gionny è nudo con la sua chitarra davanti.
«È un messaggio di libertà. Un’immagine iconica, studiata col mio grafico. Gli armadietti in fiamme? Non sono contro le scuole ma evocano la California patria del pop punk».
Un lavoro fuori dal coro. Coraggioso!
«Completamente fuori moda, ma potrei essere di moda per chi della mia generazione non ha mai smesso di ascoltare il genere».
Paga staccarsi dal gruppo?
«Lo scopriremo solo vivendo! Non so di che morte morirò con questo disco e spero che almeno un obiettivo vada a segno».
Quanto pesano le parole scritte e poi cantate che arrivano ai ragazzini?
«L’educazione non te la dà l’artista ma dovrebbero darla papà e mamma. In questo disco ho tolto tutti i filtri ho pensato solo a liberare me stesso, scrivere quel che mi pare senza pensare al ritorno d’immagine».  
 
 
 
ORIETTA CICCHINELLI

5 Maggio 2021
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