Rachele Bastreghi
6:35 am, 30 Aprile 21 calendario

Bastreghi: «In Psychodonna mi metto a nudo»

Di: Redazione Metronews
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MUSICA Esce oggi “Psychodonna”, primo album da solista di Rachele Bastreghi (classe 1977, cantautrice e musicista, componente dei Baustelle) dopo l’EP a tema Seventies “Marie” del 2015. Il nuovo disco racconta un viaggio interiore, “un rifugio buio che cerca il sole”. Composto da 9 tracce è impreziosito da voci amiche: Silvia Calderoni su “Penelope”, Meg e l’attrice chanteuse Chiara Mastroianni nel brano “Due ragazze a Roma”. «Tre personalità diverse tra loro – spiega la Bastreghi – ognuna con una sua sfumatura ma sempre anime femminili. Chiara rappresenta il mio gusto francese, il mio amore per il cantautorato francese, con quella r moscia… La Calderoni la parte più fisica: anche sul palco col suo movimento, esprime il lato maschile, la forza più nervosa. Con Meg, siamo amiche da tanto, ed era perfetta per quella parte parlata. Tutte hanno accettato con entusiasmo la sfida».
Rachele, “Psychodonna” è un album autobiografico e da lei coprodotto: ci racconta la sua genesi?
«Nasce tutto da me, è tutta farina del mio sacco. È il prodotto dell’urgenza di trovare una mia strada molto più intima e personale rispetto non tanto ai Baustelle, ma al tentativo solista dell’Ep. Qui ci sono io pienamente e prepotentemente. È un impeto istintivo. Si è fatto strada da sé ma è stata anche una crescita ma personale. A questa età ho avuto bisogno di soffermarmi, di togliere le maschere ed essere me superando le paure».
Quanto ha influito il tempo in cui viviamo?
«Io avevo già scritto tutto a maggio scorso. Ho fatto solo un lavoro di rifinitura. Si respira una sofferenza in questo album sì, ma che deriva da un mio lockdown personale: dal distacco dalla realtà per ascoltare me ed essere sincera sino in fondo. Ho voluto far venir fuori la parte compositrice, arrangiatrice, musicista: è la mia ciliegina sulla torta. Un lavoro pignolo anche nella visione del suono totale e completo».
Lunga e ricca la sua storia con i Baustelle, ma lei ama anche le collaborazioni: nel 2016 scrive “Ci rivedremo poi” per l’album di Patty Pravo “Eccomi». Oggi per chi le piacerebbe scrivere?
«Io sono fan di Patty da sempre, quindi mi è capitato di conoscerla e c’era feeling: ho scritto la canzone pensando a lei. È un episodio singolo, oggi non ho nomi: a parte i miti storici. Fare gli autori per altri è diverso, ma se capita un incontro, perché no: sono una tipa empatica».
E quanto le manca la dimensione live?
«È un altro lavoro il live dopo tanto tempo di chiusura in studio: condividere dal vivo le canzoni e la musica è far rivive in modo diverso la tua creatura. Hai lo scambio con il pubblico che dà diverse emozioni, difficili da raccontare o trasferire».
Secondo lei, si poteva fare di più per il mondo dello spettacolo e della cultura in questo periodo di pandemia?
«Non entro nel merito politico, ma si poteva fare qualcosa di più: riaprire alcuni teatri e cinema come si è fatto fatto per alcuni locali, anziché lasciare a casa un mondo di maestranze e famiglie che lavorano dietro le quinte di ogni spettacolo».
Progetti/sogni di Rachele?
«Magari vorrei fare una colonna sonora per un film. Sono nella fase creativa, anche se ora spero solo che questo mio “bambino” appena venuto alla luce venga ascoltato con attenzione: anche l’idea della copertina di Psychodonna, così vaga e non nitida, è stata fatta per incuriosire e invogliare l’ascoltatore, perché è una cosa intima che mi piacerebbe fosse recepita».
 
 
 
ORIETTA CICCHINELLI
 
 
 

30 Aprile 2021
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