Allerta sul mercurio nei pesci predatori
ROMA Anche se il pesce è un alimento prezioso a cui non bisogna rinunciare, bisogna stare attenti perché anche questo alimento può nascondere insidie da non sottovalutare.Come per esempio il mercurio, metallo pesante che inquina l’ambiente marino e che si accumula nelle carni di chi lo abita, soprattutto delle specie grandi e predatorie, come pesce spada e squalo. A richiamare l’attenzione è Altroconsumo ricordando che l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha fissato una dose di assunzione settimanale tollerabile di metilmercurio, più tossico per l’uomo. Per fare un quadro della situazione sono stati portati in laboratorio un centinaio di pesci, tra freschi, surgelati e conservati, delle 20 specie più consumate in Italia e verificato se consumandoli si supera il livello raccomandato di mercurio.
Superare la soglia
Dall’indagine è emerso che la possibilità di superare la soglia di sicurezza è reale quando si consumano pesci predatori di grossa taglia, come pesce spada e verdesca (un tipo di squalo) ed è molto evidente soprattutto per la fascia più vulnerabile, ovvero bambini e adolescenti. Con una sola porzione di queste specie, infatti, si assume anche più del doppio della dose settimanale accettabile.
Buone notizie
Ma ci sono anche buone notizie: diverse altre specie di pesci molto diffuse risultano poco contaminate, come trota salmonata, tonno in scatola, sardine e sgombro. Per questo viene raccomandato di consumare preferibilmente pesci che sono meno soggetti all’inquinamento da mercurio e di variare le specie. E fare attenzione ai bambini (con una porzione di tonno si copre già il 35% della loro quota di mercurio) mentre donne incinte o che stanno allattando, così come i bambini, dovrebbero evitare consumo di pesci predatori.
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