perù
1:36 pm, 25 Aprile 21 calendario

Missionaria massacrata a colpi di machete

Di: Redazione Metronews
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La missionaria laica di 50 anni Nadia De Munari, originaria di Giavenale di Schio (Vicenza) dove risiede la sua famiglia, è stata massacrata in Perù a colpi di machete mentre dormiva. La donna, nel Paese sudamericano, tra i responsabili del centro “Mamma mia” di Nuevo Chimbote, è stata assalita mentre era a letto, colpita più volte con un machete. Secondo la testimonianze degli altri volontari, martedì sera tutti erano andati a letto, ma la mattina è stata trovata in una pozza di sangue. Trasportata in un ospedale di Lima, è stata subito sottoposta a un disperato intervento chirurgico, ma è morta poco ore dopo. 
Nadia  aiutava i poveri delle baraccopoli e gestiva gli asili destinati ai bambini. Sgomento a Vicenza per la morte della missionaria. “Nadia è una martire”, le parole che ha pronunciato la mamma di Nadia De Munari. “La mamma di Nadia – dice don Gaetano Santagiuliano, parroco di Schio – ha detto che la figlia è una martire. Parole che non potrebbero essere più vere perché Nadia ha donato la sua vita, ci ha messo il sangue”. Il paese vicentino è sotto choc. Nadia tornava a casa ogni due, tre anni “ed era entusiasta, orgogliosa del servizio che faceva con l’operazione Mato Grosso. Gestiva sei asili e la scuola elementare in una periferia degradata a due ore da Lima “. 
La Diocesi esprime cordoglio e ricorda la 50enne volontaria dell’Operazione Mato Grosso, in Perù da quasi trent’anni, dal 1995. De Munari  dirigeva sei asili con 500 piccoli. «Il vescovo Baniamino Pizziol, l’intera diocesi di Vicenza e tutti i missionari e le missionarie vicentine nel mondo – scrive la Diocesi – si stringono al dolore della famiglia De Munari, agli amici dell’Omg e alla comunità cristiana di Giavenale, quartiere di Schio, per la perdita dell’amata Nadia». L’Operazione Mato Grosso, di cui era tra le animatrici più attive Nadia De Munari, è un movimento a livello nazionale rivolto soprattutto ai giovani, ai quali si propone di lavorare gratuitamente per i più poveri. In America Latina è presente – si legge nel sito dell’associazione – con più di ottanta «missioni» o «spedizioni» nelle quali i volontari (giovani, famiglie, sacerdoti) prestano servizio a favore dei poveri in zone particolarmente depresse e isolate di Brasile, Bolivia, Perù ed Ecuador. Si realizzano interventi in campo educativo (scuole agricole, scuole professionali per l’intaglio del legno e tessile, scuole per infermiere…), religioso (chiese, oratori, seminari), sanitario (ospedali, ambulatori, infermerie), sociale (creazione di cooperative, costruzione di case, ponti, strade). I ragazzi, scelti tra le famiglie più bisognose, ricevono istruzione, formazione professionale, vitto e alloggio. I volontari (circa 300) prestano la loro opera in forma totalmente gratuita, senza ricevere nessun compenso economico e per tempi più o meno lunghi: si va da permanenze brevi di uno o due anni, fino a presenze stabili di dieci, venti e più anni (volontari permanenti). 

25 Aprile 2021
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