MUSICA IN LUTTO
2:55 pm, 24 Aprile 21 calendario

Milva, quel Sanremo al Palafiori

Di: Redazione Metronews
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RICORDI “Non è la classica canzone allegra dove si può sorvolare. Ci vorrebbe un po’ di atmosfera e per cortesia, di comprensione, di tolleranza. Voi non sapete quanto sia difficile cantare e concentrarsi in un ambiente come questo, con un miliardo e mezzo di persone. Vi prego, vi supplico. Grazie!”
La voce di Johnny Dorelli riecheggia al Palafiori di Sanremo. È il 28 febbraio 1990, prima serata della 40° edizione del Festival. Milva, dopo sedici anni, torna nel luogo che l’ha vista protagonista per tante edizioni con un brano scritto per lei da Ron. Si intitola Sono felice. Al Palafiori c’è il caos più totale. Una struttura enorme messa in piedi dall’organizzazione Aragozzini per dare più spazio e conforto agli artisti. Ma si rivelerà un flop. Grande come tre campi di calcio regolamentari, pochissima gente e perdipiù rumorosa.
È l’anno nel quale gli interpreti stranieri accompagnano gli italiani cantando le stesse canzoni nella loro lingua. Un ritorno al passato, si faceva già negli anni sessanta. Ma i tempi sono cambiati e sul viso degli artisti la tensione si percepisce, eccome. Milva sale e nell’ala ovest del Palafiori si sghignazza, si chiacchiera di tutto fuorché di musica. Appena l’orchestra accenna il brano, lei ferma tutto. “C’è un po’ di bagarre -dice, con la consueta grazia- così non si può cantare”. E Dorelli, di rimando, dà una lezione di stile. La rossa, in abito lungo, affascinante come mai regala una perla di quattro minuti. Una versione teatrale e drammatica nella bellezza del testo. Verrà inserita, almeno fino al 1993, solo nella compilation del Festival di quell’anno come fosse un diamante incastonato che brilla di luce propria. Tornerà a Sanremo tre anni dopo, con le “braghe che scoppiano” di Uomini addosso. Ma è tutta un’altra storia.
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24 Aprile 2021
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